Fatti&Misfatti / Armati stregata: terzo KO in EuroLega
Venerdì 4 Novembre 2016di OSCAR ELENI
Nascosto fra i tifosi freak dell’Alta Franconia, con una pietra al collo per buttarsi fra le acque del fiume Regnitz mentre loro, dopo la vittoria del Bamberg ai supplementari sull’Emporio Armani del narcisismo esasperato, se ne andranno in una di quelle birrerie famose della città medioevale. Vince, in tutti i sensi il Custer Trinchieri, più maturo, non proprio tedesco, ma abbastanza teutonico, perde in molti sensi Gelsomino Repesa che alle porte dell’inverno si trova, più o meno come allegri con la Juventus superfavorita e dominante nel campionato italiano, ma messo in difficoltà da giocatori che giovedì notte non avrebbero dovuto tornare subito in Italia, pensando alla trasferta di Torino, ma che avrebbero meritato di restare chiusi per almeno due notti in quello che un tempo a Bamberg chiamavano il carcere delle streghe.
Antologia / "Addio Mennea, disperato volante"
Giovedì 3 Novembre 2016di STEFANO JACOMUZZI
(gfc) Nel salone d'Onore del CONI, nella serata di oggi, verrà consegnato l'ennesimo premio speciale alla memoria di Pietro Mennea. All'insegna di una santificazione che non trova altri precedenti nello sport italiano che, pure, di personalità intriganti, non manca proprio. Questa volta l'occasione è offerta dalla 18. edizione de "L'Amico Atletico", premio che intende rinvendire i valori dello sport dei nostri giorni: lealtà, amicizia, rispetto, impegno e solidarietà. Annunciati il presidente del CONI Malagò e, immancabile, il presidente della Camera Boldrini che a eventi del genere non si nega mai. Ci è parso così utile riproporre un intervento di Stefano Jacomuzzi - un grande intellettuale che a volte trovava opportuno rifugiarsi nello sport - che focalizza le qualità e i limiti del personaggio Mennea. Un intervento pubblicato il lontano 16 marzo 1981 sulla Gazzetta del Popolo, in occasione del primo "ritiro" della freccia di Barletta. Non so se questo datato articolo potrà riequilibrare il pensiero dominante su Mennea, ma c'è da augurarsi che trovi il tempo di leggerlo almeno Malagò.
Mennea se ne va. Se va dalla pista, ovviamente, ed entra nella vita, come ha detto lui stesso. Ci entra con il piede già lanciato, ed è persino giusto. No, giusto no, giustificato, diciamo. Perchè nella vita ci dovremmo entrare tutti con il medesimo slancio iniziale.
Piste&Pedane / Tempo di maratone (e di assemblee)
Mercoledì 2 Novembre 2016di DANIELE PERBONI
Svecchiare, rottamare, largo ai giovani, spazio a forze fresche con nuovi programmi e idee al passo con i tempi. Basta con il vecchiume che ha imperversato per troppi anni, tarpando le ali alle nuove generazioni. Aria fresca nelle vecchie stanze, apriamoci alle tendenze dell’ultimo millennio. Lasciamoci alle spalle tutto quanto sa di “vecchio”. Per scopiazzare un grido di battaglia (o slogan, si diceva così allora) degli anni Sessanta urlato dagli studenti dell’università californiana di Berkeley: non fidarti mai di chi ha più di trentacinque anni.
Vintage / Angelo Porciatti, il conte che voleva le Olimpiadi
Mercoledì 2 Novembre 2016di MARCO IMPIGLIA
Da qualche anno ormai, grazie alle ricerche di Elio Trifari e a quelle di un gruppo di appassionati guidati da Bill Mallon, il medico, scrittore ed ex golfista americano che è da considerarsi il massimo esperto di statistica “olimpica”, sappiamo che nessuna edizione dei Giochi è trascorsa senza almeno un italiano in gara. Così che, su trentuno Olimpiadi estive, l’Italia ha preso parte a tutte. Atene 1896 e St Louis 1904 presentavano alcuni dubbi. Ma ora è abbastanza evidente che i buchi erano dovuti esclusivamente al fatto che non tutti gli atleti in gara venivano registrati, in specie quando non approdavano a risultati degni di menzione. Sappiamo pure che furono addirittura 16 gli italiani gravitanti dalle parti dell'Acropoli con intenzioni olimpiche nell'aprile del 1896.
Fatti&Misfatti / Telecronache tossiche per chi guarda da casa
Lunedì 31 Ottobre 2016di OSCAR ELENI
Dal Famedio dei repressi per non essere stato a Formia ad ascoltare Ans Botha la stupenda e severa allenatrice settantacinquenne di Wayde Van Niekerk il sudafricano con campo base a Gemona che ai Giochi di Rio avrebbe dovuto incantare tutti perché il capolavoro è stato quel giro di pista carioca. Il suo record mondiale, 43”03 nei 400, che spodestava l’immenso Michael Johnson, è stata la vera impresa in quella bolgia allo stadio del Flamengo, ma ci hanno imbesuito con tante altre cose, seguendo ovviamente Usain Bolt, rubandoci qualcosa con queste telecronache ormai tossiche che avvelenano la vita di chi guarda sport soltanto da casa, al bar, fra quelli che, per pubblicità, bevono e sparano minchiate da un divano.
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