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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Giochi / Australia: futura candidatura olimpica docet

Venerdì 2 Settembre 2016

melbourne-1956-2

di LUCIANO BARRA

Scuserete se parto da Adamo ed Eva. La mia memoria sull’Australia è strettamente legata allo sport. Dei Giochi di Melbourne 1956 ho memoria solo grazie ai racconti di Vanni Loriga, che se non ricordo male andò a Melbourne con l’incrociatore Monteccucoli, comandante Gino Birindelli che - con Durand de la Penne (predecessore di Barelli alla FIN) - fu tra i primi ad utilizzare i siluri a corsa letta, detti "maiali", violando i porti di Gibilterra e Suez. I racconti di Vanni Loriga su Melbourne meritano tutti di essere ascoltati. Lui e Roberto Quercetani sono gli unici giornalisti in vita di quella trasferta. Divertente il fatto che per rientrare in Italia Montecuccoli impiegò quattro mesi in più essendo obbligato a passare per Panama poiché il Canale di Suez era stato chiuso causa la guerra del 1956.

Melbourne, 22 novembre 1956, l'apertura della XVI Olimpiade (foto CIO),

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Fatti&Misfatti / La pietra rossa del guardiano del silenzio

Martedì 30 Agosto 2016

spagna-rio

di OSCAR ELENI

Dalla foresta pluviale del fiume Hoh, seduto sulla pietra rossa sistemata nell’Olympic park di Seattle da Gordon Hampton, il guardiano del silenzio, l’uomo che vorrebbe far ascoltare il jukebox della terra senza rumori umani. Difendersi dall’oasi dei frastuoni. Ecco uno da ingaggiare. Lo diciamo alle varie Leghe sportive che sono prigioniere del rumore a pene di segugio, che accettano, nel nome di una modernità paleolitica, le “ideuzze” dei vari animatori dello spettacolo sportivo. Una resa verso l’essenza del concetto che dovrebbe dominare: al centro del palcoscenico, con tutti i loro difetti, anche adesso con l’orgia dei separé, quelle cazzate di tatuaggi, pettinature da zoo di Berlino, con quelle facce lombrosianamente catalogate per spaventare bambini più che avversari, ci devono stare soltanto gli atleti. Ascoltiamo il suono del campo, volendo, con tanto studio della vicenda, si potrebbe pure fare il vero coro al gesto, all’azione, alla prodezza.

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Roma 2024 / L'estate bollente del Campidoglio e dintorni

Lunedì 29 Agosto 2016

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di LUCIANO BARRA

I vari organi preposti l’hanno detto: è stata un’estate bollente. Ma la wave calorica è passata da tempo e quindi è difficile spiegare le conseguenze che la stessa sta provocando su Roma e su Roma 2024. Aggiungiamo che, mentre a Rio de Janeiro avevano paventato i rischi della Zyka, su Roma infesta, veramente, la zanzara tigre. Da qui la necessaria e continua spalmatura di DDT che sta provocando i suoi effetti (o i suoi danni?).

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TrentaRighe / Atletica: quanto ci costera' il disastro di Rio?

Domenica 28 Agosto 2016

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(gfc) Il quadriennio del rilancio si è chiuso a Rio con un mezzo disastro. Miglior risultato, il quarto posto della marciatrice Palmisano. Ma, intendiamoci, anche se per avventura, o intervento dei giudici, fosse stato un terzo, la sostanza non sarebbe mutata. Punto a capo e tutto da rifare. Mi torna in mente che all'indomani dei Giochi di Atene 2004 - non proprio la notte dei tempi - l'allora presidente Gianni Gola venne posto sul banco degli imputati da Giovanni Petrucci, capo del Comitato Olimpico, perchè nessun azzurro era stato ... finalista sulla pista. E questo malgrado la FIDAL avesse portato a casa due medaglie d'oro - una delle quali nella Maratona - e una di bronzo. Gola, amareggiato, preferì signorilmente farsi da parte.

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TrentaRighe / Il rovescio delle medaglie: la novita' del nero-Armani

Giovedì 25 Agosto 2016

pallavolo-rio

(gfc) Quando l'umanità usava ancora carta e penna, per cercare la giusta via si affidava ai proverbi. Uno dei più popolari affermava che non c'è medaglia senza il suo rovescio. Un detto un po' scolorito ma che, senza forzatura, possiamo applicare alle 28 vinte a Rio. Ce lo suggerisce un lettore che lamenta un certo fastidio, se non proprio rigetto, per tutto quel "nero", sfacciatamente esibito dai nostri atleti olimpici ed olimpionici. Una novità che, senza alcun rimorso o incertezza, ha mandato in soffitta una tradizione lunga un centinaio di anni. (nella foto, la nazionale di Pallavolo, argento a Rio).

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