Atletica / 50 anni fa, ... una lettera di Giulio Onesti
Domenica 3 Gennaio 2016Un primo post dell'anno olimpico un po' inusuale, ma utile a qualche riflessione. Così, a mezzo secolo di distanza, possiamo rileggere una lettera aperta che Giulio Onesti, mitico presidente del CONI, nell'inverno del 1966 indirizzò all’atletica e agli atleti. Chissà che non sia di buon auspicio.
“Il mondo dell’atletica, in effetti, è quello che più si avvicina all’ideale dello sport. Nel quadro dei risultati e delle conquiste dell’atletica finisce col rispecchiarsi il progresso sportivo di ciascuna nazione. Ciò costituisce per l’atletica un orgoglio e nello stesso tempo anche una pesante responsabilità. Un giorno, quando la conquista sportiva sarà un fatto concreto e realizzato in grande parte, l’atletica si sarà affermata come un modo di concepire la vita. Ma quel momento è assai lontano, da noi come altrove. Perciò l’atletica continua a rimanere una scuola, una indicazione e un esempio.
Terza pagina / Bruno Zauli, "un romanzo di sport"
Mercoledì 30 Dicembre 2015(gfc) Inizia in questi giorni il suo viaggio il mio ultimo libro dedicato alla vicenda terrena, umana e sportiva, di Bruno Zauli. Il volume – secondo titolo della collana di “Storia e Cultura sportiva” edita da Garage Group srl – verrà ufficialmente presentato nel Salone d’Onore del CONI, al Foro Italico, nelle prime settimane dell’anno olimpico 2016. Un ampio lavoro che, in 500 pagine e 31 capitoli, seguendo Zauli, riscrive in toto e, soprattutto, documenta la storia dello Sport Italiano dagli anni Venti fino alla “Grande Bellezza” di Roma ’60. Sullo sfondo, e neppure tanto in penombra, il “romanzo” dimenticato e pieno di fascino del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. E, in sottordine, le vicende della federazione di atletica che a Zauli deve tutto. Quindi storia e storie di avvenimenti, ma soprattutto delle idee e dei tanti uomini che le hanno rese possibili, malgrado le difficoltà e gli sconquassi del “secolo breve”.
Rio 2016 / La squadra azzurra sta prendendo forma
Martedì 29 Dicembre 2015Alla cerimonia d'apertura dei Giochi di Rio de Janeiro, XXXI Olimpiade, mancano 220 giorni. In termini sportivi non un abisso. Nel frattempo la squadra italiana sta prendendo forma, tra conferme e qualche delusione, e al momento non supera le 113 unità. Non molto. Si tratta di un periodo delicato per lo sport olimpico italiano, a quasi tre anni dal cambio di gestione che ha portato al vertice del CONI Giovanni Malagò. Il quale si trova a dover operare in una complessa fase di transizione: non per nulla, diversi degli atleti inseriti nel vecchio Club Olimpico, non hanno fornito grandi prove, tanto da autorizzare una loro piena riconferma. E, per di più, non sono numerosi gli atleti di nuova generazione che hanno avanzato una possibile candidatura al viaggio in Sud America. I prossimi mesi chiariranno meglio le posizioni, anche se la gran parte delle "qualificazioni" si sono già concluse con i campionati mondiali disputati quest'anno.
Elenchi degli atleti "qualificati" divisi per disciplina.
Atletica / Addio a Gabre Gabric, nobildonna dello sport
Domenica 20 Dicembre 2015
(gfc) Ljubica Gabre Gabrič, nobildonna dell’atletica italiana, si è spenta a Brescia mercoledì 16 dicembre. Ultima superstite della squadra olimpica di Berlino, città che aveva raggiunto in treno partendo da Firenze assieme al gruppo dell’atletica guidato dal marchese Ridolfi. Aveva (forse) 101 anni. E in questo confortano le ricerche fatte da suo genero Eddy Ottoz, spintosi fino agli archivi di Ellis Island, il centro dell’emigrazione europea verso gli Stati Uniti. (Anch’io ho scavato a lungo i registri dell’isola, sulle tracce sbiadite dell’emigrazione di casa mia, articolata in più generazioni, prima di pubblicare il libro più emozionante che mi è capitato di scrivere, quello sulla mia “Grande Famiglia”, oggi radicata in tre continenti, ma non dispersa. Anzi, consiglierei a chi oggi sproloquia sugli italiani, popolo di confusa emigrazione, di dare un’occhiata a quei registri, consultabili su Internet). Eddy, ha scoperto negli archivi americani che la piccola Liubizza Gabrich, di nove anni di età, dopo la morte della madre, accompagnata dal padre Martin sbarcò a New York – partendo da Trieste sul piroscafo “President Wilson” –, diretta a Chicago presso uno zio, un fratello del padre che si chiamava (forse) Phil. Era il 23 novembre 1923. (I registri navali riportavano non l’anno di nascita, ma solo l’indicazione dell’età).
Walk of Fame / Lettera aperta al presidente Malago'
Mercoledì 16 Dicembre 2015di ALBERTO BRAGLIA (tramite SANDRO AQUARI)
Gentile Presidente Malagò,
sono Alberto Braglia e mi scuso se la disturbo per una cosa, in fondo, di poco conto. So che Lei, come Numero Uno dello sport italiano, ha tanti pressanti impegni: il prossimo anno ci saranno le sue prime Olimpiadi estive e vuole giustamente fare bella figura e, inoltre, mi dicono che sta lavorando a un sogno, quello di riportare i Giochi Olimpici in Italia. Glielo auguro di cuore. Io, qui dove sono da oltre un sessantennio, invece ho poco da fare, ogni tanto qualche capriola ma nulla di più.
Lei ha sicuramente sentito parlare di me, sennò non sarebbe il Presidente del CONI: in fondo sono ancora tra i venti atleti italiani che hanno conquistato almeno tre medaglie d’oro olimpiche, in anni dove la ginnastica non le regalava a piene mani come oggi. Inoltre di questi tempi il mio nome è tornato un po’ alla ribalta grazie al calcio e al Carpi che in Serie A le sue sfide casalinghe le gioca nello stadio della mia Modena intitolato proprio al mio nome, un regalo che i miei concittadini mi hanno voluto fare nel 1957, tre anni dopo la mia dipartita. Ma veniamo al motivo di questa lettera.
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