CONI / Convivenza possibile tra CONI e CONI Servizi?
Giovedì 21 febbraio 2013
Mentre si va posando la polvere sollevata dalla rovinosa caduta di Pagnozzi (50 a 26 per lui davano le previsioni dei suoi …) e in attesa che Giovanni Malagò si assesti sulla poltrona di presidente (prima uscita: all’estero, Euroindoor di atletica), gli analisti cercano di capire cosa sia realmente accaduto al Foro Italico. E, soprattutto, cosa si prepari ad accadere. Uno scenario di difficile interpretazione, stante le situazioni consolidate. Che muovono, nello specifico, dalla convivenza obbligata tra gli uomini e le donne del CONI “istituzionale”, cioè dagli eletti a pieno titolo per il quadriennio, e coloro che siedono al vertice della CONI Servizi, la struttura operativa che gestisce dipendenti e cassa pubblica dello sport. Che, guarda caso, sono Giovanni Petrucci e Raffaele Pagnozzi, i due sconfitti di questa tornata elettorale i quali, salvo errori, resteranno in carica fino al 30 giugno 2014. Un periodo che comprende, ove non si fosse notato, i Giochi Invernali di Sochi. E allora?
CONI / Giovanni Malago nuovo presidente del Comitato Olimpico
Martedì 19 febbraio 2013
Lo sfidante Malagò eletto con 40 voti contro i 35 di Pagnozzi. Costituita la nuova Giunta. Roberto Fabbricini segretario generale.
Roma, ore 11. Aria nuova al Foro Italico. Giovanni Malagò, 54 anni, l’uomo nuovo, l’outsider che i “grilli parlanti” indicavano come la vittima designata, viene eletto presidente del CONI ai danni del favoritissimo Raffaele Pagnozzi, 65 anni, l’uomo dell’apparato, al CONI sin dal 1° settembre 1973. E che aveva il vantaggio, non trascurabile, di giocare tra le mura di casa dopo vent’anni da segretario generale. Una votazione dal risultato annunciato e che invece si è tradotto in un trionfo per il presidente del Circolo Aniene al quale va riconosciuta la serietà con la quale ha condotto la sua campagna e la validità del programma proposto nell’affrontare il difficile confronto. Una bella notizia per chi, come noi, ha sempre sperato che un giorno lo sport italiano riuscisse a liberarsi dai condizionamenti – stavamo per scrivere “dalla casta” – che lo hanno ingabbiato per almeno trenta/quarant’anni. Oggi si cambia: si spalancano i finestroni del Palazzo H e, finalmente, entra un po’ d’aria fresca. Sarebbe una grave colpa sprecare quest’occasione.
Piste&Pedane (4) / Tre scoppiettanti primati: Tumi, Campioli e Bruni
Martedì 19 febbraio 2013
Agli Assoluti al coperto esplode la linea verde (66 anni in tre): Michael Tumi 6"51, Silvano Chesani 2,33, Roberta Bruni 4.60. Un vero cambio di passo?
Se non è proprio una rivoluzione, poco ci manca. Potrebbe essere questa la chiave di lettura per gli Assoluti al coperto di Ancona (sabato e domenica scorsa). Che hanno fatto punto a capo con una certa atletica ante Alfio Giomi, presidente in carica solo dal 2 dicembre. Troppo poco per dar credito a pozioni miracolistiche (come non ricordare Spalato ’90 e gli entusiasmi attorno al “nuovo” di Gianni Gola e dello stesso Giomi?), ma anche la verifica di un reale cambio di passo, un approccio diverso rispetto alla soporifera gestione di Franco Arese. Dieci anni persi. Il futuro dirà presto se la strada imboccata è quella giusta. Non si chiedeva la luna alla nuova dirigenza (“nuova” è un modo di dire, dal momento che stiamo parlando di un “usato sicuro” che più usato non si può), ma solo la volontà di restituire all’atletica di base quell’entusiasmo e quella sfrontatezza senza cui non si va da nessuna parte. E, soprattutto, di tornare ad occuparsi da vicino degli atleti e dei loro problemi.
Sci alpino / Mondiali in tono minore, ma nella sufficienza
Lunedì 18 febbaio 2013
Tre volte sul podio – due argenti e un bronzo il bilancio finale – ai Campionati Mondiali di Schladming. Un passo indietro rispetto a due anni fa, soprattutto per la mancanza di quel titolo vinto a Garmisch nel Super-G (col contorno di altre due medaglie) dall’allora emergente Christof Innerhofer. In quale ultimo è stato qui l’eroe in ombra di questa edizione, mai al meglio per quel mal di schiena dal quale non riesce a liberarsi. Malgrado tutto per gli azzurri il bilancio che può ritenersi sufficiente, ma lontano dalle attese un po’ ottimistiche della vigilia. Su tutti si pone il “metallaro” Dominik Paris (nella foto) che – sull’eco dei successi di Bormio e Kitzbühel – è stato pienamente all’altezza, preceduto in Discesa solo dal Aksel Svindal, e quindi primo degli umani. Un secondo posto che si traduce in una conferma e in un bel viatico per imboccare il sentiero che porta a Sochi 2014.
CIO / L'Esecutivo mette alla porta la Lotta, lo sport piu' antico!
Giovedì 14 febbraio 2013
Difficile crederlo, ma bisogna prenderne atto. L’esecutivo del CIO – quindici membri dei quali bisognerà tenere a mente i nomi – riunito nei pressi di Losanna martedì scorso, ha escluso la Lotta dal programma dei Giochi del 2020. Come dire, dopo la corsa, lo sport più antico dell’umanità, entrato a far parte del programma di Olympia sin dal 708 a.C. (quel primo torneo, nella 18ª Olimpiade, venne vinto da Eurybatos di Sparta). Nella riesumazione dei Giochi, nel 1896, il barone de Coubertin volle la Lotta tra le nove che formavano il programma delle prime Olimpiadi moderne. Rispettando la tradizione, nella antica versione Greco-romana cui, nel 1920, si aggiunse la Libera. Una brutta notizia, che si traduce in un insulto alla storia e, perché no, in uno sberleffo all’arte che per tre millenni si è ispirata a questo nobile esercizio.
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