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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Biblioteca / Delle acrobazie di Arcangelo Tuccaro, abruzzese, alla corte di Francia

Giovedì 28 marzo 2013

 

tuccaro


“[…] Col consolidarsi nel periodo del Rinascimento di una nuova educazione fisica programmatica e cosciente, anche per gli acrobati o saltimbanchi tornò un periodo di dignità. E tra i molti, in quell’Europa italianizzata, primeggiarono gli italiani. Merita un particolare accenno tra questi, Arcangelo Tuccaro,il saltimbanco abruzzese favorito dei Re di Francia Carlo IX ed Enrico IV. Scrisse costui in un libro stranissimo che sul finire del 1500 ebbe un successo ragguardevole, tre dialoghi sull’esercizio del saltare e del volteggiare nell’aria, nei quali seppe esprimersi con talento e con lirismo, riconosciuto ed apprezzato dagli stessi eruditi francesi.

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Amarcord / Quella prima volta dello Zauli Memorial ...

Lunedì 25 marzo 2013

amarcord

Nel prossimo dicembre cadrà il cinquantenario della morte di Bruno Zauli, il più colto uomo di sport che l’Italia abbia avuto. Si deve in gran parte a lui – atleta, medico, giornalista, dirigente, pedagogista, scrittore – la celebrazione dei Giochi Olimpici di Roma ’60. Ma, soprattutto, la ricostruzione dello sport italiano spazzato dalla guerra, il cui traguardo più luminoso (e perduto) resta l’ingresso dello Sport nella Scuola. Molti furono gli attestati per onorarlo dopo la morte – dalla dedica a suo nome della Scuola di Formia alla intitolazione della Coppa Europa – ma, sul piano agonistico, a ricordarlo fu solo il CUS Roma con un meeting organizzato all’Acquacetosa, la casa dell’atletica romana, il 27 settembre 1964, a dieci mesi dalla scomparsa.

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Cultura / Una biblioteca per ricordare Pietro Mennea

Sabato 23 marzo 2013

Nella cornice paleocristiana della Basilica di Santa Sabina, all’Aventino – un luogo di grande suggestione –, il popolo dell’atletica ha porto il suo ultimo, commosso, saluto a Pietro Paolo Mennea, scomparso nel primo giorno di primavera. Un campione raro, introverso e macerato, non compreso pienamente nella sua grandezza, sovente più criticato che esaltato. Una perdita grave. Che soprattutto colpisce coloro che nell’atletica, “il culto dell’uomo”, individuano i valori più autentici dello sport. Come testimoniava, oggi, la folla, le centinaia di persone comuni, quelli degli spalti, per capirci, a testimoniare quanto avesse dato alla gente questo ragazzo del sud che aveva voluto sfidare i propri limiti, non solo fisici.

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Atletica / E' morto Pietro Mennea, un campione raro

Giovedì 21 marzo 2013

 mennea


La scomparsa repentina di Pietro Paolo Mennea (avvenuta oggi in una clinica romana dov’era ricoverato da giorni) è lutto che colpisce nel profondo l’intero sport italiano. Tanto è vero che il presidente del CONI Giovanni Malagò ha voluto che la camera ardente fosse allestita al Foro Italico. La “freccia del Sud” (era nato a Barletta il 28 giugno 1952), per continuità e qualità di risultati, è stato infatti unico al mondo in un settore, quello della velocità, che usa bruciare rapidamente i suoi re. Un uomo difficile, un campione raro. Alle spalle quasi vent'anni di carriera, costruiti giorno per giorno sui pilastri di una volontà e una determinazione ferree. Una perfetta macchina da corsa messa a punto in anni di allenamenti solitari. In simbiosi con un allenatore altrettanto caparbio e scontroso, il marchigiano Carlo Vittori, al quale lo legava un insondato rapporto non sempre in sintonia.

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Scherma / La scomparsa di Stefano Simoncelli

Mercoledì 20 marzo 2013

Nella notte tra martedì e mercoledì si è spento a Frascati Stefano Simoncelli, medaglia d’argento a Montreal ’76 nel fioretto a squadre. Aveva 67 anni essendo nato a Grottaferrata il 12 novembre 1966. L’anno prima, ai Mondiali di Budapest, aveva riportato il bronzo sempre nel fioretto a squadre. Pur senza lasciare la scherma (aveva continuato ad insegnare per anni nella palestra aperta nel 1954 dal padre Cesare, dal quale aveva ricevuto i primi rudimenti dell’arte), aveva trovato collocazione presso l’Ufficio Legislativo del CONI dove si occupava, per lo più, di normative e regolamenti.

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