Sochi 2014 / Che fine ha fatto la Preparazione Olimpica?
Mercoledì 29 Gennaio 2014
Sembra proprio che la squadra italiana per Sochi (XXII Giochi Olimpici Invernali) sia stata varata. Almeno a stare ai comunicati stampa delle due federazioni interessate che hanno ufficializzato le loro scelte: venerdì 24 l’ha fatto il ghiaccio, due giorni più tardi la FISI. E il CONI? Difficile dire quale sia stato il suo ruolo, almeno a stare alle tempistiche. Sembrerebbe proprio che al Comitato Olimpico sia rimasta l’incombenza di procedere alle iscrizioni e organizzare il viaggio (non per nulla, un tempo, la squadra veniva presentata in pompa magna al Foro Italico). Ogni altra incombenza rimasta alle federazioni. Una riflessione che chiama in gioco l’ufficio di Preparazione Olimpica che, almeno negli ultimi quarant’anni, è stato la “cucina” dell’intera struttura tecnica olimpica. Certo, di tempo ne è passato da quanto venne istituito, un po’ in sordina, all’inizio degli anni Settanta, sede in una stanzetta un po’ anonima ricavata nel palazzo di Viale Tiziano. Ma è anche vero che oggi – proprio per questa vicenda – l’importanza della P.O. appare ridimensionata. Se vogliamo, un’anomalia. Per di più, come si fa notare, per la prima volta il capo-missione italiano non sarà il segretario generale del CONI, ma un funzionario del suo staff: Carlo Mornati. Tempo di novità, quindi, non sempre comprensibili. Come, ad esempio, quella recente riunione del CONI convocata nella sede di una emittente televisiva. Se si voleva sottolineare che lo sport italiano si è incamminato su strade diverse, si è scelta la maniera più inusuale.
Cultura / Presentata la prima Collana di Storia dello Sport
Venerdì 24 Gennaio 2014
Martedì 21, presso il Palazzo delle Federazioni di Via Vitorchiano a Roma, è stato presentato il volume “Miti e Storie del Giornalismo sportivo” di Gianfranco Colasante. Relatori – assieme al padrone di casa che ha ospitato l’evento, Mario Scarzella, presidente della Federazione di Tiro con l’arco – sono stati Valerio Piccioni della Gazzetta dello Sport e Giacomo Crosa, storica firma di Mediaset. Una bella occasione per ripercorrere i primi anni di una professione – quella del giornalismo sportivo – che ha fiancheggiato e aiutato lo sviluppo dello sport italiano sin dall’origine (nella foto, un momento della conferenza). Un percorso parallelo riscoperto, e narrato, attraverso le vicende umane e professionali dei maggiori pionieri e di quanti, in quel "giornalismo di frontiera", hanno creduto ed operato con entusiasmo e passione. Ma anche una scusa per riscoprire – come mai è stato fatto prima – attraverso complete schede bibliografiche, le oltre 400 testate di sport apparse in Italia tra il 1859 e il 1919. Un inedito e prezioso contributo, quest’ultimo, alla cultura dello sport, un patrimonio unico che le istituzioni avrebbero il dovere di tutelare e tramandare. In sintesi, un viaggio professionale ed umano su un secolo di storia, tra Ottocento e Fascismo, per una valorizzazione del sostegno fornito dai giornalisti alle fortune dello sport nazionale.
Pescante / Le parole che offendono i valori dello sport
Venerdì 17 Gennaio 2014
Pescante chi? Questa volta non basta la battuta renziana. Ne hanno parlato, e scritto, in tanti che i giudizi su Mario Pescante e le sue improvvide esternazioni sui diritti civili e le dignità di genere, sui Giochi di Sochi, su Putin e Obama, appaiono fin troppo netti. Un sentimento corale di riprovazione e di condanna. A noi resta, di fondo, un profondo imbarazzo. Che riguarda soprattutto le qualità morali dell’uomo più che dell’anziano dirigente sportivo. Senza dimenticare che le succitate affermazioni sono state rilasciate dalla tribuna di un ente pubblico, qual’e il CONI, e del quale Pescante – vecchio parlamentare berlusconiano – resta membro del direttivo. Il chè è un'aggravante non da poco. Circostanza che deve aver creato qualche difficoltà anche a Giovanni Malagò, da tempo impegnato in una accorta tessitura con il Governo su piani diversi, che vanno dalla certezza del finanziamento a una scrittura delle nuove regole. Un lavoro di fino sul quale Pescante è entrato a gamba tesa, a modo suo, richiamando impegni per il premier Enrico Letta che sono invece ancora tutti da definire.
Amarcord / Alfredo Berra, l'ultimo dei profeti [1928-1998]
Martedì 14 Gennaio 2014
(gfc) Ho incontrato per la prima Alfredo Berra nella mattinata del 10 aprile 1965, alla stazione di Verona, città che quel giorno ospitava il congresso dell’AISAL, piccola e defunta parrocchia di accoliti della quale, quel giorno, fui eletto presidente. Prima c’era stato solo uno scambio di lettere: le sue arrivavano a Pescara con le piccole buste rosa della “Gazzetta”, il suo gornale che a me, studentello un po’ distratto, aveva offerto una piccola rubrica. Si chiamava: “La Settimana di Colasante”. Erano quelli tempi nei quali la passione per l’atletica, vissuta con slanci e turgore, era coinvolgente e sanguigna: si nutriva di genuini entusiasmi e si alimentava di arcigni scontri dialettici, quasi fisici, ma erano anche i tempi nei quali – nel nome di una comune e orgogliosa appartenenza – si stringevano amicizie destinate a durare una vita.
Piste&Pedane (1) / Comincia in tono minore la stagione italiana
Martedì 7 Gennaio 2014
I 10 chilometri del Campaccio – giunto alla sua 57ª edizione – nel giorno della Befana hanno aperto la nuova stagione che colloca il suo clou ad agosto, agli Europei (quelli veri …) di Zurigo. Non ci si attendevano grandi cose dai nostri corridori dopo il naufragio di Belgrado e così è stato. L’assenza di Daniele Meucci (febbricitante) e di Andrea Lalli (un ginocchio fuori posto) ha fatto il resto. Gli organizzatori avrebbero meritato qualcosa di più. La gara l’ha vinta il 19.enne (?) keniano del Bahrein Albert Rop che, in 28’19”, ha superato due campione del mondo di cross, l’ex-connazionale Japhet Korir (a 3”) e l’etiope Imane Merga (a 6”). Primo degli italiani Michele Fontana, a quasi 2 minuti. Non consideriamo Jamel Chatbi per i suoi trascorsi doping: già un grave errore della FIDAL l’averlo portato a Mosca dove ha peraltro fatto una figura imbarazzante. Tra le donne (vittoria larga della siepista etiope Hiwot Ayalew) si è difesa Fatna Maraoui, ottava a 2’37”, appena davanti a Laila Soufyane. Prossimo impegno il 16 febbraio per i tricolori di mezza maratona il cui titolo – stando a un discutibile provvedimento federale – sarà disponibile per tutti gli stranieri residenti in Italia. Non certo un incentivo per lo scarso, e demotivato, parco nazionale.
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