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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Un modo piccolo piccolo, un altro mondo

Mercoledì 18 Luglio 2018

 

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Siamo finiti a capofitto in un mondo che delira per il profitto a tutti i costi (scusate il bisticcio), ma rifiuta la bellezza del gesto.

 

di Giorgio Cimbrico

Se una faccenda nobile come la 4x400 – tutta nera o tutta bianca – diventa un terreno di scontro, di polemica, di astio, pardon, una batracomiomachia, una esopesca battaglia tra rane e topi, non corriamo più la staffetta oppure proviamo a tenerla ben distante dai tentacoli lunghi di queste dispute avvilenti, di queste provocazioni. Non si può, ci sono i social media che trangugiano, divorano, sporcano le mense come facevano le Furie. E allora? Proviamo a vivere senza, io ci riesco benissimo. Per il resto, rimando alla prima foto, a trionfo appena arpionato, e al titolo dell’edizione web de l’Équipe: Pogba e Mbappé abbracciati e “Un Autre Monde”.


 

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Piste&Pedane / Una generazione di talenti? Possibile.

Mercoledì 18 Luglio 2018

 

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The Italian job, ha titolato la IAAF dopo la sorprendente affermazione della 4x400 sugli USA.

 

di Daniele Perboni

 

Come sempre arriviamo buoni ultimi nel commentare quel che è accaduto nei giorni precedenti. Ma d’altronde, avendo questa rubrica cadenza settimanale e dovendo uscire tra mercoledì e giovedì, non abbiamo scelta. Così eccoci a scrivere delle imprese dei “nostri” cavalleggeri a Tampere (Finlandia), Campionati mondiali Under 20. Ne siamo, meglio ne sono (i ragazzi), usciti con un oro che farà epoca e non sarà dimenticato tanto in fretta: titolo e record continentale nella staffetta 4x400, quella del miglio per dirla all’inglese. Klaudio Gjetja, Andrea Romani, Alessandro Sibilio ed Edoardo Scotti (e come non dimenticare il giovane Benati che ha fatto pienamente la sua parte in semifinale?) si sono messi al collo il titolo iridato finendo la loro fatica in 3’04”05.


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Fatti&Misfatti / Angeli e demoni, pensieri di mezza estate

Lunedì 16 Luglio 2018

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"Gli angeli dei buoni affari ti dicono quello che piace ai carnivori davanti ad un vegetariano".

di Oscar Eleni

Dall’eremo con il tetto di paglia dopo essere scappato dal fiume dove dicono di aver visto un coccodrillo, dopo aver rifiutato l’invito di un amico texano, no, non Ettore Messina, che voleva convincermi che le tigri vere, più di cinquemila, vivono nel suo stato con una stella. Angeli e demoni dell’estate, una poesia di Ryokan, la scoperta di mondi mentali diversi come ci ha obbligato a fare il film sulla sfida a Wimbledon fra Borg e Mc Enroe. Ci ha aiutato a capire meglio il percorso di Nole Djokovic in quel tempio. Siamo tutti molto superficiali, vediamo Cristiano Ronaldo e la sua ricchezza, ci domandiamo come tutti cosa ne penseranno quelli che guadagnano in un anno quello che lui si porta a casa in una settimana, poi ci dicono che sono tutte menate di torrone: CR7 è un grande affare.


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I sentieri di Cimbricus / Tra gente e plebe, dovremo pur scegliere

Lunedì 16 Luglio 2018
 
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Ancora una volta cresce, come una pianta prodigiosa, il senso di superiorità scandito dalla nostra creatività. 

di Giorgio Cimbrico

So più o meno come andrà a finire a Torino quando, tra poco, verrà rivelata, srotolata, offerta all’adorazione sudaticcia di mezzo luglio la Sindone dei nostri giorni: fremerà la plebe, richiamata da tale evento, fremeranno di studiata e interessata eccitazione gli addetti alla comunicazione immediata, fondata su effettacci, slogan coinvolgenti che presto la plebe ripeterà obbediente, grata di aver avuto gratis e senza sforzo qualche fonema da articolare, da ripetere.


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I sentieri di Cimbricus / Remigino o l'elogio della lentezza

Sabato 14 Luglio 2018


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Una delle più controverse finali dei 100 metri olimpici, vinta da un ragazzo che campione lo è stato nella vita di tutti i giorni.


di Giorgio Cimbrico

(gfc) Il campione olimpico dei 100 Landy Remigino, piccolo yankee d’origine piemontese, si è spento a 87 anni in casa della figlia. Era malato da tempo e quasi non camminava più. L’avevo incontrato nelle pagine del primo libro di atletica che ho comperato. Avevo poco più di dieci anni e quel manuale della Sperling l’avevo scovato in un angolo della piccola cartolibreria sotto casa, tra quaderni dalla copertina nera e argentei barattolini di coccoina. Titolo, “Atletica Leggera”. Dedicato a Bruno Zauli, l’aveva scritto Gianni Brera che, rievocando quel giorno di Helsinki, “stando in seconda fila sopra il traguardo”, aveva da subito avuto “l’impressione che avesse vinto il bianco”. Una vittoria nella gara simbolo dei Giochi che nessuno si aspettava, dopo che Remigino – in gara per il Manhattan College – era finito quinto nelle 100 yarde della NCAA e secondo ai Trials, approfittando di assenze ed infortuni. Da allora Remigino ha fatto parte a pieno titolo del mio personale album della memoria. Trasmettendomi la convinzione che finché ci sarà un Remigino, varrà ancora la pena di continuare a credere nell’atletica.

La morte di Lindy Remigino è anche un magnifico e commovente elogio della lentezza e non sto parlando del 10”4 che accomunò quattro dei sei finalisti, divisi solo da pochi inches, pollici. Uno, in particolare, tra Lindy e Herb McKenley, mai così vicino, mai così lontano da un oro olimpico individuale. Nell’età placcata oro in cui tutto vola rapido, febbrile, isterico, in cui tutto viene fotografato (anche la margherita appena portata in tavola), colpisce quel che disse il piccolo campione olimpico: “Non ho chiamato a casa: ci davano un dollaro e tre quarti al giorno. Troppo caro per le mie tasche”. A Queens qualcuno avrebbe avvertito Stefano e Rose. Ora, non appena una cosa succede, è già vecchia, salutata da un “ah sì, ho visto sui social”. Allora c’era il tempo di gustarla sino in fondo, come una pesca di Volpedo.

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