Piste&Pedane / "Non credo ancora d'avere finito"
Martedì 3 Agosto 2021
E' concesso utilizzare il termine “mostruoso” per il 45”94 con cui il vichingo Warholm ha spinto su territori sconosciuti i suoi limiti? Difficile pensare che questo suo nuovo record non resterà il marchio di fabbrica dei giochi atletici di Tokyo.
Daniele Perboni
King Kong Karsten Warholm, pur senza la sua bella Ann Darrow da salvare, è comunque accorso, nella tarda mattinata del Sol Levante, in soccorso di un immaginaria donzella. Una furia devastante che neppure quei 400 metri disseminati da dieci trappole sono riusciti a rallentare. Al centro della “sua” isola, di cui è signore incontrato dal 9 agosto 2017 (Mondiali londinesi), ha polverizzato, distrutto, stracciato, liquefatto, il suo fresco primato mondiale (46”70) dei Bislett Games allo stadio di Oslo, per atterrare sul nuovo regno dove pare non esistere gravità, tanto ha dello stupefacente quanto è apparso alla fine della selvaggia cavalcata: 45”94, nuovo primato olimpico e mondiale.
Duribanchi / Restera' l'Olimpiade di Jacobs
Martedì 3 Agosto 2021
Il paese delle contradizioni. Mentre le imprese degli azzurri a Tokyo entusiasmano la gente (e fanno un po’ d’invidia all’estero), tra tentativi di “riforme” e manifestazioni anti-vax, le liti striscianti della politica riportano alla realtà.
Andrea Bosco
Nel segno degli ori olimpici di Jacobs e Tamberi l’Italia si è riscoperta “atletica”, dopo aver concesso alla ventitreesima ora l’autonomia al CONI, quasi arrischiando di finire a Tokyo senza maglia e senza bandiera. Meglio non dimenticarlo. Viceversa, meglio cancellare commenti, cinguettii, logorroiche ospitate radiofoniche e televisive, articolesse “politicamente corrette” sul colore della pelle, sulle discriminazioni sessuali, sulle millanta sfaccettature di lana caprina che risultano solo pretesti per fare pessima politica. Quella che ogni giorno va in scena nei tg nazionali. Tg che sono riusciti a ridurre in formato francobollo la gara del salto in alto maschile: è il palinsesto, bellezze, il palinsesto!
I sentieri di Cimbricus / Yaroslava e quell'idea fissa
Martedì 3 Agosto 2021
L'appuntamento è da tempo segnato sulla sua agenda: la finale della gara di salto in alto, con un doppio obiettivo, percorso netto e la sfida con l'asticella posta a 2.10. La Twiggy ucraina ci crede fermamente.
Giorgio Cimbrico
Un record Yaroslava Mahuchikh non potrà mai battere: diventare la più giovane vincitrice del salto in alto alle Olimpiadi: Il 4 settembre 1972 Ulryke Meyfarth aveva 16 anni e 4 mesi quando conquistò l’oro e pareggiò il record del mondo, 1.92, dell’austriaca Ilona Gusenbauer. Yaroslava, che a quell’età saltava esattamente quanto la tedesca, oggi è nettamente più… anziana. Il 19 settembre farà 20 anni, e un record di precocità è comunque nelle sue mani e nelle sue caviglie: sul podio, seconda, ai Mondiali di Doha appena prima della maggiore età.
Tokyo 2020+1 / (10) Finalmente Vanessa va sul podio
Lunedì 2 Agosto 2021
MEDAGLIE ITALIA - 28 (4 ORO - 9 ARG - 15 BRO)
CLASSIFICA A PUNTI (10-8-6-5-4-3-2-1) - 209 GARE SU 339
I podi di Tokyo e i risultati degli azzurri
Mentre non si placa la tempesta mediatica attorno alle due straordinarie vittorie di Tamberi e Jacobs, arrivate fino alle massime autorità della Repubblica, con la standing ovation del Parlamento, la decima giornata posta la medaglia n. 28, il podio più atteso che pareggia sia Londra che Rio. Come era nelle speranze più che nelle certezze del CONI. Secondo le attese, la porta nel corpo libero Vanessa Ferrari che a trent’anni, quarta presenza ai Giochi – prima e unica ginnasta italiana –, si prende una rivincita sulla sfortuna, gli infortuni a catena e sulle ingiustizie che l’avevano colpita sia a Londra che a Rio quando venne punita con due scandalosi quarti posti.
Piste&Pedane / L'atletica prende fiato e guarda avanti
Lunedì 2 Agosto 2021
Dopo i fumi della sbornia d’oro, giornata di transizione, sia pure con alcuni azzurri in finali importanti. Ma sugli scudi finisce Nadia Battocletti, 21 anni, figlia d’arte, che guarda lontano e studia da prima donna.
Daniele Perboni
Ci siamo addormentati al confine dell’attacco cardiaco. Fibrillazioni provocate da due “sfrontati” ragazzi che hanno avuto cuore, fegato, spavalderia di fronte al mondo, incredulo, esterrefatto. Miscredenti che non hanno mai creduto a leggi che relegavano gli azzurri a una sorta di sudditanza verso altri grandi, grandissimi campioni di mondi lontani: Africa, Nord e Sud America, Caraibi, piccoli lembi di terra affondati nel deserto.
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