Londra 2012 / Considerazioni post-olimpiche e non solo
Sabato 8 settembre 2012
LUCIANO BARRA
Scuserete per il lungo silenzio ma purtroppo i Giochi di Londra sono stati bellissimi ma anche molto faticosi, tanto più per uno come me che cammina poco. Ho comunque l’obbligo di alcuni commenti conclusivi. Il caldo e la necessità di un riposo lo avevano ritardato. Fare un commento sul successo dei Giochi mi pare inutile. Lo avete visto tutti e le immagini di Sky e della RAI lo hanno esaltato. Purtroppo finite le Paraolimpiadi tutto sarà dimenticato e ci toccherà sorbire le nefandezze quotidiane del nostro sport più popolare. Le mie valutazioni tengono conto di tutto quanto ho letto sulla stampa specializzata Internazionale e su quella Italiana. Le settimane passate fanno si che siano più distaccate e più riflessive. Comincio dall’Italia che più vi interessa, ma non va trascurata la parte Internazionale perché cito alcuni esempi che meritano riflessioni sul futuro.
Olimpia / La grande mostra di Berlino
Mercoledì 5 settembre 2012
”Il Mito di Olimpia – Culto e Giochi”: con questo nome si è aperta a Berlino (Martin-Gropius-Bau in Potsdamer Platz) lo scorso 31 agosto, per chiudersi il 7 gennaio 2013, la più grande mostra dedicata ad Olimpia e al suo santuario, al culto del luogo e alle competizioni nel cui spirito – almeno in parte – si celebrano i Giochi moderni. La mostra – di livello pari, se non superiore, a quella allestita ad Atene nel 2004 – conta su 500 oggetti e reperti provenienti dalla Grecia e da importanti musei europei, dal Vaticano al Louvre, oltre che dai maggiori musei tedeschi. Il percorso espositivo si articola su tre direttrici: a) il santuario e i reperti trovati negli anni degli scavi più importanti (1875-76); b) la rappresentazione degli antichi Giochi di Olimpia; c) la documentazione sulla storia degli scavi.
Paralimpiadi / Primi bilanci: 11 medaglie per gli azzurri
Martedì 4 settembre 2012
Sono entrati nel vivo i Giochi Paralimpici che a Londra stanno vivendo la loro definitiva consacrazione. Mai la rassegna aveva registrato tanta partecipazione e, soprattutto, tanto seguito, sia da parte degli spettatori – che spesso fanno registrare il “tutto esaurito” – che dalle coperture televisive e mediatiche. Una svolta per l’intero movimento della disabilità. Lo dicono i numeri, lo conferma l’interesse che circonda le gare. Sono cresciuti i paesi presenti, ma aumenta anche la componente femminile. Dei 4280 partecipanti, oltre il 35% – esattamente 1513 – sono le donne. Nella squadra italiana le donne rappresentano un terzo, con 31 elementi sui 96 presenti. Ma come sempre, c’è anche un rovescio della medaglia, e non dei più edificanti. Come appaiono le rivelazioni uscite in questi giorni sul boosting che verrebbe utilizzato dal 30% degli atleti disabili, para o tetraplegici, con dettagli agghiaccianti sull’aumento artificioso della pressione sanguigna, ben oltre le solite pratiche doping. Un argomento sconvolgente che getta un’ombra lunga sull’intero settore e sul quale sarà bene fare chiarezza al più presto.
Atletica / I meeting e l'assemblea elettiva
Lunedì 3 settembre 2012
Dopo Londra, il residuo di stagione ha preso ieri le mosse da Padova, terzultimo meeting nazionale in attesa di Rovereto (domani sera) e di Rieti (domenica 9 settembre), salvato quest’ultimo all’ultimo momento da una quasi inevitabile cancellazione. Non sappiamo, a questo proposito, quanto sia costata agli organizzatori la riunione di Padova che ha raccolto all’Euganeo un buon pubblico, come tradizione della città, ma che ha offerto un cast di soli stranieri e con gli italiani contati sulle dita di una mano. Di questi ultimi due nomi soltanto: Fabrizio Donato che, dopo la vittoria in Diamond League, sta spendendo gli ultimi spiccioli, e Libania Grenot che fa il personale sui 200 (22”85). Mentre Donato, a 36 anni, fa progetti, resta tutto da definire il futuro della caraibica di Roma: lontana dal restituire in qualità quanto è stato investito su di lei in fiducia e soldi. L’impressione che per lei il dilemma 200/400 si protrarrà a lungo, se non saranno altri (la direzione tecnica federale, tanto per azzardare?) ad intervenire. Per il resto, poco più del nulla.
Persone / Loro di Londra: Niccolo Campriani
Venerdì 31 agosto 2012
Tra i meno noti al di fuori dei ristretti circoli del tiro a segno, Niccolò Campriani e la sua avveniristica carabina sono tornati da Londra con un oro e un argento: meglio ha saputo fare solo Elisa Di Francisca che di ori ne ha vinti due (tanto che una società di autobus di Iesi, la capitale italiana della scherma, ha voluto dipingere il suo volto sugli autobus della linea Iesi-Ancona: misteri ed entusiasmi della sorprendente provincia italiana). Anche l’infallibile Niccolò a Londra c’è arrivato partendo da un piccolo centro, Sesto Fiorentino. Ma per salire su quel podio che in Italia pochi gli pronosticavano, ha dovuto fare un giro più largo, passando per la Virginia – uno stato cardine nella storia americana – dove se n’era andato a studiare ingegneria alla West University. E un po’ come Di Francisca – che al fioretto affianca cento diversi interessi di vita – anche Campriani, senza volerlo, resta un antipersonaggio, una persona che tiene molto a separare i successi sulla piazzola di tiro dalla riservata razionalità della propria esistenza.
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