Terza pagina / E' ora di dare dignita' allo Sport
Giovedì 12 Agosto 2021
(gfc) Proponiamo queste riflessioni da parte di un dirigente da sempre in prima linea nella promozione e nella qualificazione ad alto livello dell’atletica. Le sue pacate riflessioni sul post-Tokyo, nel mettere a fuoco i sempiterni problemi dello sport nazionale, hanno il pregio di indicare programmi e correttivi. Da seguire sin da subito, per evitare che i grandi successi olimpici ingialliscano in poco tempo nelle bacheche del CONI.
Carlo Giordani
Dopo l’euforia e le emozioni per gli straordinari risultati dello sport italiano alle Olimpiadi di Tokyo dai sogni bellissimi dobbiamo tornare alla realtà. Una realtà fatta di migliaia e migliaia di società sportive basate sul volontariato, tenute in vita dalla passione sconfinata di dirigenti e di allenatori. Questa è la base sulla quale sono stati costruite le medaglie azzurre, anche se il perfezionamento agonistico è avvenuto sollo l’egida delle Federazioni sportive, del CONI e spesso dei gruppi sportivi militari.
I sentieri di Cimbricus / Quella prima medaglia indiana
Mercoledì 11 Agosto 2021
Giorgio Cimbrico
Complimenti a Neeray Chopra per la vittoria nel giavellotto e per aver ricordato chi, del suo sterminato e popolato paese al podio era andato vicino: Milkha Singh, quarto nei 400 a Roma ’60, detto il Sikh volante, e Pilavullakandi Thekkeparambil Usha, quarta nei 400H a Los Angeles ’84, meglio conosciuta, per ovvie ragioni, come PT Usha e gratificata del titolo di regina dell’atletica indiana. Il primo successo olimpico dell’India in atletica, ma anche la prima medaglia?
Piste&Pedane / Suvvia, signor presidente, basta un po' di fantasia
Mercoledì 11 Agosto 2021
Usciti da un’Olimpiade come mai nella storia patria, ora si stanno tutti scervellando su come far fruttare, in termini propagandistici e mediatici, questo inaspettato “grasso che cola”, casomai pensando alle nuove vocazioni.
Daniele Perboni
Quelli che la scuola, oh yes! Quelli che il governo, oh yes! Quelli che mamme ora mandate i vostri figli a fare atletica, ho yes! Quelli che, un giornalista, ma ora che inizia il calcio non avete paura che vi porti via spazio e interesse? Ho yes! Quelli che ma siete voi che dovete continuare a seguirci e darci spazio, ho yes! Quelli che è Tortu il salvatore della patria, ho yes! Quelli che ma gli altri tre che ci stanno a fare allora, oh yes! Quelli che grazie a Stefano Mei per queste medaglie, oh yes!
Duribanchi / Giochi come sonnifero temporaneo
Martedì 10 Agosto 2021
Pensieri di mezza estate. Certo, le Olimpiadi, ma hanno il torto di durare solo due settimane. Poi cala la tela e riparte lo spettacolo del quotidiano: dal “non ritorno” del clima alle migrazioni, dalla RAI lottizzata ai misteri buffi del calcio.
Andrea Bosco
Tokyo: fine dei Giochi. Pessima battuta per dire che forse il “gigantismo” dell’evento andrebbe ripensato. Le Olimpiadi sono sport: fatica e sudore. Ma anche business. E spettacolo. De Coubertin sarebbe inorridito per come si è evoluta la sua creatura. Essendo io contro la “globalizzazione” (che non significa alzare muri, steccati e roba del genere, ma solo non rendere indiscriminato quello che poi nessuno è in grado, se le cose vanno male, di contenere) non potevo scrivere diversamente. I Giochi hanno monopolizzato l’interesse del mondo. Mondo che ha preso un temporaneo sonnifero davanti alle ferite, ai mali, alle menzogne.
Osservatorio / Evviva i Giochi Olimpici di Tokyo
Martedì 10 Agosto 2021
Alcune considerazioni su una edizione che, malgrado le restrizioni del Covid, è andata oltre le attese. La televisione, i successi italiani, le future scelte del CIO, l’obbligo per CONI e Federazioni di mostrarsi all’altezza del valore degli atleti.
Luciano Barra
Evviva i Giochi Olimpici Tokyo 2020, non i Giochi Olimpici in genere, ma questi appena terminati in particolare. E spiego, dal mio punto di vista, perché. Nonostante le perduranti difficoltà della pandemia sono servite a marcare una ripartenza di cui tutti noi, tutto il mondo, avevamo bisogno. Come sempre prima dei Giochi abbiamo dovuto leggere, da quelli che definisco “corrispondenti di guerra”, reportage negativi e drammatici. Secondo loro i Giochi non si dovevano fare, con il rischio di una depressione totale. Lo stesso era capitato prima di Atene 2004 e di Londra 2012, causa il terrorismo ed anche prima di Rio 2016.
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