I sentieri di Cimbricus / La demenza, ultima meta del rugby
Venerdì 12 Novembre 2021
Lear: “Chi mi conosce di voi? Questo qui non è Lear. Vi pare che Lear cammini così, parli così? Dove ha gli occhi? Forse è rimbecillito e i suoi sensi sono in letargo? Ah, è sveglio? Non è vero. Chi sa dirmi chi sono?” Matto: “L’ombra di Lear”. [William Shakespeare, Re Lear, atto I].
Giorgio Cimbrico
Alla schiera si è unito Carl Hayman, 41 anni, pilone, 46 test nella prima linea degli All Blacks. Soffre di demenza, di memoria sempre più annebbiata. E’ finito nella spirale della violenza domestica, dell’alcolismo. E’ uno dei tanti (oggi, intorno ai 150) che denunciano i vertici mondiali, i padroni del gioco, dello sport. Una class action promossa da una categoria che ritiene di esser stata colpita, danneggiata nei diritti, sul posto di lavoro, nell’integrità, nella salute.
Piste&Pedane / Corsa lunga? Questione di programmazione
Venerdì 12 Novembre 2021
Interessante chiacchierata con Renato Canova, tecnico torinese di grande esperienza, ormai da diversi anni “emigrato” all’estero e che in passato ha seguito molti atleti azzurri. Occasione anche per un esame del settore italiano, tra rilanci e ritardi.
Daniele Perboni
– In Italia, specialità tradizionalmente in ritardo rispetto all’Europa e al resto del mondo, quest’anno hanno trovato nuova linfa, specialmente velocità e salti. Settore a parte i lanci, dove ancora latitano risultati di rilievo, l’altro “grande assente”, ancora una volta è il mezzofondo, specialmente quello in pista. Quali, secondo lei, le cause principali di questo vuoto?
«Vi sono ragioni tecniche e ambientali. Riguardo le prime, occorre dire che negli ultimi 15 anni (quando, per ragioni diverse, gli allenatori più esperti che in passato avevano ottenuto risultati di livello mondiale con i loro atleti non sono più stati al centro di un progetto federale, maratona a parte) i giovani tecnici sono stati coinvolti, come nella maggior parte dei Paesi europei, in metodologie di allenamento considerate “moderne”, nelle quali il comune denominatore era una drastica diminuzione del volume di corsa.
Giochi Invernali / (1) Tutto quello che volevate sapere, ma ...
Giovedì 11 Novembre 2021
In attesa della edizione di Pechino del prossimo febbraio, facciamo un rapido ripasso sul tema, dalle primogeniture alle curiosità attorno ai Giochi del freddo. Diamo intanto un caloroso benvenuto a Gianluca anche per il coraggio di entrare nella nostra confraternita.
Gianluca Barca
IL PRIMO TITOLO INVERNALE
Il primo vincitore di una medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali fu l’americano Charles Jewtraw, a Chamonix nel 1924. Jewtraw, ventitre anni, si impose nella prova di pattinaggio di velocità dei 500 metri, prima gara di quella che in origine doveva essere semplicemente una «Settimana internazionale di sport». I Giochi di Chamonix, infatti, divennero «olimpici» solo nel 1926, quando, visto il successo della manifestazione, si decise di assegnare loro retroattivamente la qualifica di Olimpiadi invernali. Alle gare presero parte 258 atleti in rappresentanza di 16 nazioni (solo 11 le donne, 14 gli italiani iscritti alle competizioni).
I sentieri di Cimbricus / Per un futuro senza barriere
Giovedì 11 Novembre 2021
WA ha premiato chi ha obbedito a un ukaze sulle cui basi scientifiche nessuno scommetterebbe una cifra, anche modesta. Il rischio è di legittimare una specie di “provvedimento Semeya”.
Giorgio Cimbrico
Come considerare l‘inserimento di Christine Mboma tra le cinque stelle nascenti tra le quali, il 1* dicembre, verrà rivelata la più brillante? Prima ipotesi: la WA, la federazione mondiale, ha deciso che anche le atlete iperandrogine possano far parte della grande famiglia, premessa di una visione sempre più aperta, per un futuro senza barriere.
I sentieri di Cimbricus / "Cassius, il mio nome da schiavo"
Martedì 9 Novembre 2021
Meraviglioso e umano nei momenti della vittoria difficile, della sconfitta, della punizione, della presa di coscienza: anche lui non avrebbe potuto aspirare all’assoluto per sempre.
Giorgio Cimbrico
Un pomeriggio ben speso: due documentari sui tempi buoni e sui tempi grami di Muhammad Alì, con la sua voce recitante e quelle di chi gli è stato vicino e intorno, amici, allenatori, avversari, medici, giornalisti, mogli, biografi. Una montagna e una galleria di parole, volti, sensazioni, commozione anche “Certo che ho scommesso. Ho scommesso su di lui perché è l’uomo che mi ha dato la dignità”, dice un anonimo prima del combattimento contro Larry Holmes. Alì non aveva speranze ma chi era in debito non poteva abbandonarlo. La resa era vicina. Quella finale venne poco più di cinque anni fa.
More Articles...
Page 198 of 719