Fatti&Misfatti / Le magie di Azzurra gioiosa
Lunedì 14 Novembre 2022 (notte)
Centrato in anticipo il bersaglio mondiale, adesso può godersi una giusta popolarità come il suo capitano Melli tenuto a riposo, fuori come quattro quinti del quintetto base degli Europei dove già mancava Gallinari.
Oscar Eleni
Felice di vedere gli squali makò azzurri di Pozzecco saltare sulla barca della Georgia per tornare al mondiale. Con Pozzecco non ti annoi mai. Qualche volta gli va male per due tiri liberi sbagliati come all’Europeo in Germania, per aver perso l’appiglio nella parete scivolosa dei supplementari come contro la Spagna in questa parentesi di novembre dove chi comanda litiga mentre i giocatori fanno i vasi di coccio in mezzo a calendari stordenti facendosi spesso anche male, ma poi arrivano pomeriggi indimenticabili come in Georgia.
I sentieri di Cimbricus / "Il Qatar e' troppo piccolo per il Mondiale"
Lunedì 14 Novembre 2022
"Tutto era stato pianificato: la Coppa del Mondo 2018 in Russia e quella 2022 negli Stati Uniti, per porre fine a vecchie rivalità, alla politica dei due blocchi (in realtà le cose sono andate e stanno andando in tutt’altra direzione, …)".
Giorgio Cimbrico
Torna in scena il colonnello Sepp Blatter, molto a lungo padre, padrone e pontefice massimo del calcio mondiale, lanciando granate, come capita quando i riservisti elvetici vengono richiamati per i loro periodi di servizio. “Il Qatar è troppo piccolo per un evento così grande. Ma quel che più conta è stato avergli dato il Mondiale. E’ stato un errore”.
Bordo campo / Mai dire mai, battuti (finalmente) gli Aussie
Domenica 13 Novembre 2022
La rincorsa alle prime posizioni, iniziata contro le Samoa, è proseguita a Firenze con una storica affermazione sull’Australia, sia pure per un solo punto (e un loro errore). Una Nazionale con una nuova identità?
Daniele Perboni
I sogni muoiono all’alba, scriveva Montanelli in una sua pièce teatrale, poi trasformata in film e diretta dallo stesso Indro. In questo caso i sogni dei “canguri” gialli australiani sono morti a metà di un pomeriggio da cani sul prato dello stadio Franchi di Firenze. Dalla parte opposta, sulla sponda azzurra, continua la favola di una squadra giovane, reduce dal sovrabbondante bottino contro Samoa di sette giorni prima, che ha saputo affrontare l'incubo dell’emisfero sud con concretezza come non accadeva da tempo.
I sentieri di Cimbricus / Quando c'era ancora il Rastrello
Sabato 12 Novembre 2022
La vicenda di Elena Vallortigara – cui una maleducata burocrazia impedisce di allenarsi – ci fa tornare alla mente quando la città del Palio era al centro dell’universo atletico, unendo l’Est e l’Ovest sulla stessa pista.
Giorgio Cimbrico
Il comunista Renzo Corsi ci mandò a dormire dalle monache: le stanze, imbiancate a calce, del vecchio convento dai soffitti a vele, erano belle e luminose, le sorelle gentilissime. Pagammo 500 lire a testa: anche a metà degli anni Settanta era un prezzo assai modesto, vicino alla gratuità. Quando, molti anni dopo, sono tornato al Rastrello – magnifica visione del profilo della città (mi rifiuto dire skyline) – per un Siena-Genoa ho intravvisto i resti della pista, una delle tante sparite: Bologna, Firenze, Torino sia Comunale sia Delle Alpi direi che sono le ferite più significative. (una vecchia foto dello Stadio del Rastrello, ora scomparso).
Italian Graffiti / Permettete che vi racconti una storia
Giovedì 10 Novembre 2022
Riemersa dal giardino della memoria –, per chi c’era e l’ha dimenticato e per chi non c’era o forse non era ancora nato –, una storia di più di quarant’anni fa. Che narra di un giornale di atletica, o meglio, “Il Giornale dell’Atletica”. Dunque, …
Gianfranco Colasante
Eravamo all’inizio degli anni Ottanta, quelli che a fine decennio canterà a San Remo un ispirerato Raf. La data esatta è il 15 Marzo 1981, come dire più di quarant’anni fa, quando tutto era ancora diverso e genuino: quel giorno apparve in edicola “Il Giornale dell’Atletica”. Sì, proprio in edicola: anche quella una prima volta. Con una premessa: tra le centinaia di pubblicazioni sulle quali (indegnamente) ho lasciato la firma, quel giornale è quello che più m’è rimasto nel cuore. Forse perché è proprio da lì che arrivava. Ma cominciamo dal principio.
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