Block Notes / Calcio ed atletica: la grande confusione
Sabato 15 Novembre 2014(gfc) La "marcia indietro" eletta a sistema. Stiamo ai fatti. Il presidente del CONI Giovanni Malagò, secondo quanto annunciato in campagna elettorale (non avrebbe voluto in Giunta il rappresentante del calcio, lui supertifoso della Roma), propone ed opera dei "tagli" consistenti alla FIGC, quantificabili in un buon 40%. Così, per il 2015, Carlo Tavecchio ha dovuto far viso a cattivo gioco e disporre risparmi per 25 milioni di euro, visto che il contributo pubblico scendeva da 62 a 37 milioni. Esultanza generale, dal momento che quei soldi andranno (andrebbero?) per lo più alle federazioni olimpiche. Tutto vero? Neanche per idea. Bastano poche ore e tutto (o quasi) torna nella norma. Si viene così a sapere che i due si sono trovati faccia a faccio (con testimoni, non si sa mai) e hanno trovato modo di "temperare" i tagli con nuove risorse e molta fantasia.
Atletica / Nuova struttura tecnica per il prossimo bienno
Mercoledì 12 Novembre 2014Chiusa la stagione agonistica, la federazione presieduta da Alfio Giomi ha impostato i suoi programmi per il biennio 2015-2016, Mondiali di Pechino e Olimpiadi di Rio. Anche se i riscontri dell'anno non incoraggiano nel coltivare molte speranze per l'immediato futuro, sono state indicate le linee d'intervento. In un certo senso innovative. Anche alla luce del buon aumento delle risorse per il prossimo anno, intervenute a seguito dei "tagli" del CONI al calcio, che per la FIDAL si sono concretizzate in un +19,35% (in soldoni, la disponibilità di cassa passa da 5,125 milioni a 6,117). Una iniezione economica che dovrebbe tradursi in un maggior fermento tecnico. Le prime indicazioni (in attesa dell'ufficializzazione da parte del C.F. della prossima settimana) le ha fornite Giomi in occasione di un convegno tenuto domenica scorsa ad Abano Terme.
Giochi 2024 / Roma: una candidatura tutta da chiarire
Lunedì 10 Novembre 2014
Nelle ultime ore si sono di nuovo levate le voci su una candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Cerchiamo di capire. Dopo le recenti defezioni per le edizioni invernali (Oslo, Monaco di Baviera, Polonia), il vero problema sul tavolo del CIO (e del suo presidente Thomas Bach) resta l’esigenza di ricevere proposte credibili e, se possibile, multiple. Anche se tutti si rendono conto della necessità di introdurre nuove regole d’ingaggio, di una nuova filosofia, che il CIO stesso individua nell’abbattimento dei costi, in una piena informazione e condivisione pubblica e in una politica per gli impianti che guardi più alle gestioni future che alle nuove costruzioni. Il CIO affronterà la materia in dicembre, a Monte Carlo, in una sessione straordinaria dedicata all’argomento. Dopo questa premessa torniamo alla ventilata ipotesi (l’ennesima) di Roma 2024.
Impianti / Dallo Sblocca Italia via libera ai finanziamenti
Venerdì 7 Novembre 2014
Il più contento di tutti, a conti fatti, è Carlo Tavecchio che – dopo la sforbiciata gigante subita dal CONI – può gettare nel crogiuolo federale la norma che consente ai Comuni di (ri)mettere mano agli impianti. E quando si parla di impianti finanziati con denaro pubblico, in Italia è sottinteso che si sta parlando di stadi e campi di calcio. In breve sintesi, approvata in via definitiva dal Senato la legge cosiddetta Sblocca Italia, dal ferreo patto di stabilità restano esclusi gli interventi per gli impianti e per l’edilizia scolastica (hanno bisogno di una rapida manutenzione non meno del 40% delle scuole primarie e secondarie). Tavecchio si è così affrettato a ringraziare il Governo, ricordando che lo stallo degli impianti/terreni di calcio (sono oltre 16.000) era per lui la madre di tutti i problemi. Un obiettivo perseguito sin da quando era alla guida della Lega Dilettanti e studiava da presidente federale. Senza lasciarsi sfuggire l’occasione per ricordare, a chi l’avesse dimenticato, che il calcio muove oltre un milione e 300 mila tesserati, “700 mila dei quali al di sotto dei 18 anni”. Con buona pace di Giovanni Malagò che pure qualche parola l’aveva spesa con il sottosegretario Graziano Delrio, cui va la paternità del provvedimento e che resta (fino a quando?) il vero garante a Palazzo Chigi.
Opinioni / CONI-FIGC: la battaglia del grano
Venerdì 31 Ottobre 2014
LUCIANO BARRA
La “battaglia del grano” – come dice Wikipedia – fu la campagna lanciata durante il regime fascista da Benito Mussolini allo scopo di perseguire l’autosufficienza produttiva di frumento dell’Italia. Non vi ricorda questa l’attuale battaglia che si è aperta al CONI nella (ri)distribuzione delle risorse messe a disposizione dallo Stato per lo Sport nazionale? Ovviamente Giovanni Malagò non può essere paragonato a Benito Mussolini, ma se la frase di allora (1925) la leggete modificata in “autosufficienza produttiva di sport dell’Italia”, tutto il resto non fa una grinza. Io non condivido molto quanto ha scritto – a commento delle decisioni del CONI – l’amico Colasante: ma il mondo è bello perché il contrasto di idee produce solo aspetti positivi (meno che in politica). Le sue perplessità nascono dalla tempistica, dall’accelerazione, dall’opportunità. Io, a costo di essere considerato “talebano”, dico che la delibera presa dalla Giunta Esecutiva e dal Consiglio Nazionale del CONI è invece incompleta. Essa doveva avere, in chiusura, un breve codicillo che prevedeva, da parte del CONI, il recupero – quello sì dilazionato in molti anni – delle cifre impropriamente incassate dalla Federcalcio negli ultimi 10/15 anni, anche se al limite forfettizzate. E mi spiego, cercando di essere breve perché si dovrebbe trattare dei fatti storici che tutti conoscono, anche se in questi giorni non molto citati.
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