Rio 2016 / Russia: il CIO se ne lava le mani, decidano le federazioni
Lunedì 25 Luglio 2016(gfc) Alla fine hanno prevalso i contratti televisivi già firmati (e da firmare) e il CIO. come previsto, ha deciso di non decidere. Nascondesi dietro Seb Coe e la sua IAAF che ha escluso gli atleti russi, per l'intero sport della Grande Madre dovranno decidere le federazioni internazionali. Ma almeno la IAAF aveva nominato una commissione d'inchiesta che in Russia c'era andata e aveva pure ascoltato qualcuno. Tanto per controllare de visu e farsi un'idea. Thomas Bach, amico personale di Putin col quale ha molti interessi in comune, dopo essersi affidato all'avvocato "indipendente" McLaren e minacciato sfracelli, ha invece trovato conveniente fare un passo indietro e, appoggiato dall'intero Esecutivo (si dice con una sola, tremebonda, astensione), ha rilanciato la palla su altri campi. Come se ne esce?
Le decisioni del CIO sul "caso" Doping in Russia
Doping / L'offensiva CIO: altri 45 sanzionati tra Pechino e Londra
Sabato 23 Luglio 2016Continua l'offensiva retrodatata del CIO contro il doping: una maniera inusuale per focalizzare maggiore attenzione sugli imminenti Giochi di Rio come suggerirebbe la data scelta per la nuova puntata. Così, nel pomeriggio di ieri, il Comitato Olimpico Internazionale ha segnalato 45 nuovi casi - scoperti tramite ricerche di laboratorio più avanzate rispetto al passato - riguardanti i Giochi del 2008 e del 2012, 30 dei quali a Pechino e 15 a Londra. Dei 30 caduti nella rete relativamente a Pechino, per quattro discipline e otto Comitati Olimpici, 23 risultano gli atleti saliti sul podio.
Doping / Gli atleti russi esclusi dal TAS. Ora tocca al CIO ...
Venerdì 22 Luglio 2016Causa (presunto) peccato di doping, l'atletica russa non verrà ammessa ai Giochi di Rio. Questo il responso del TAS (il Tribunale Arbitrale dello Sport) che ha respinto il ricorso di 68 atleti russi contro il bando della IAAF (la federazione internazionale presieduta da Lord Seb Coe, gran capo di Londra 2012) emesso lo scorso 17 giugno. Si tratta di una decisione storica che certo farà giurisprudenza e che, se mai ce ne fosse stato bisogno, ribadisce la difficile convivenza tra giustizia sportiva e giustizia secolare. Non per nulla, la più titolata tra gli esclusi - la primatista mondiale dell'asta Yelena Isinbayeva (nella foto) che, col suo recente 4.90, si proponeva per un nuovo titolo olimpico - amareggiata, ha annunciato di volersi rivolgere a un tribunale per i diritti dell'uomo. "Io, pulita, non sarò a Rio, dove invece gareggerà gente condannata per doping a due o quattro anni". (E' il caso del nostro siepista Jemal Chatbi).
Rio 2016 / Italia: se 22 medaglie vi sembran poche, ... (2. parte)
Giovedì 21 Luglio 2016di LUCIANO BARRA
In questa seconda, e ultima puntata, su Rio guardiamo in casa nostra. Partendo dalle 25 medaglie previste dal CONI. Possibili?
I commenti ufficiali - e i cori di chi li esalta sui media - che stanno precedendo Rio sono quasi tutti focalizzati sul paragone con i risultati di Londra 2012, sia nel numero dei qualificati che nel numero delle medaglie. Trovo la cosa particolarmente bizzarra se si si considera che Londra è stata, per noi italiani, la peggiore delle ultime cinque edizioni dei Giochi. E' come se Vincenzo Montella, neo allenatore del Milan cinese, ponesse come obiettivo del prossimo campionato di calcio fare meglio del ... settimo posto ottenuto quest'anno. Ma questo è quanto passa l'attuale circo mediatico.
Doping / Caso Russia: il CIO decide di non decidere
Mercoledì 20 Luglio 2016(gfc) Si potrebbe partire dal frustro apologo del topolino e della montagna. Ma l'argomento è molto serio e presenta implicazioni enormi sul piano economico/politico più che sullo quello, per così dire, sportivo. E allora, il buon Thomas Bach, presidente del CIO - un personaggio che avrebbe fatto felice Pirandello -, dopo aver minacciato sfracelli all'uscita del rapporto (che tanto "indipendente" non è) dell'avvocato canadese McLaren, redatto per conto della WADA sui misfatti dello sport russo (verrebbe da dire: ex-sovietico), ha preso la salomonica decisione di rinviare ogni decisione. O meglio, di porre la Russia e i suoi leader - politici e sportivi, ma qui è la stessa cosa - sul banco degli imputati per peccato di doping di Stato. Genericamente e senza distinguo apprezzabili. Salvo la condanna senza appello per il potente ministro dello sport, nonché presidente della federazione calcio, Vitaly Mutko, definito "persona non grata" e a cui verrà rifiutato (se mai lo chiederà) l'accredito olimpico per Rio. Il chè, in buona sostanza, si traduce in uno schiaffo a Putin che lo sostiene apertamente.
Le (non) decisioni dell'Esecutivo CIO sul caso Russia
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