Osservatorio / Omaggio a Carlo Vittori (e alla sua epoca)
Lunedì 9 Maggio 2022
A cura dell’Associazione dei suoi Amici, si è tenuta ad Ascoli Piceno una rievocazione sulla figura e le molte anime del professor Carlo Vittori, ferrigno e polemico allenatore di Pietro Mennea. Con la dedica della Cittadella dello Sport.
Luciano Barra
Ho fatto volentieri la doppia scavalcata dell’Appennino Centrale pur di andare ad omaggiare la figura di Carlo Vittori, nel convegno organizzato ad Ascoli da Armando De Vincentis e Giovanni Bongiorni, dove è stata anche “unvealed” il bronzo lui dedicato, opera di Nazareno Rocchetti, e finanziato dai contributi di molti di noi. L’ho fatto perché Vittori meritava essere onorato e perché negli ultimi mesi della sua vita avevo avuto con lui uno scontro molto forte, causa soprattutto il doc-film su Pietro Mennea dove lui, forse inconsciamente, era stato consulente.
Fatti&Misfatti / La confusione dei numeri zero
Lunedì 9 Maggior 2022
Ci piace lo sport che trova sollievo nella sofferenza, dove prima di abbandonare barchette piene di buchi e di bulli, si canta ed urla insieme. Magari riuscissimo a capire che se chiudiamo le porte a tutti gli errori anche la verità ne rimarrà fuori.
Oscar Eleni
Fra le alghe del lago Balaton dopo aver meditato sotto il tiglio di Tagore per capire se fra il male e il bene, nella vita, nello sport, in tutto, prevale l’idea del poeta bengalese sul “potere che considera ingratitudine il dimenarsi delle sue vittime”. Affascinati da Cavendish, leone da volata a 36 anni, stregati dal fenomeno Alcaraz che a 19 anni vince nel tennis a Madrid dopo aver eliminato i dioscuri Djokovic e Nadal. Amareggiati per quello che è accaduto a Jacobs sotto il cielo di Nairobi, perché non ci aveva mai convinto questa puntata al casinò keniano.
Piste&Pedane / "Voce dal sen fuggita, poi richiamar non vale"
Lunedì 9 Maggio 2022
Scuserete se ricorriamo all’incolpevole Metastasio per cercare di seguire un filo logico, e comprensibile, di quanto sta accadendo (o non accadendo) dalle parti di via Flaminia. Com’è noto alle voci non diamo credito, ma …
Daniele Perboni
Dapprima flebili voci, seguite da un fastidioso chiacchiericcio. Poi ecco che il brusio si fa sempre più insistente. Si alza, supera i soffitti delle stanze, non più tanto segrete, si espande come l’elio liberato improvvisamente dai palloncini. Non puoi più trattenerlo. Ad ogni uscita, incontro, abboccamento qualcuno ti ferma per esporti rimostranze, lamentele, proteste, scontento. Perplessità. Tutto è rivolto ad un solo obiettivo, una sola persona: il Presidente in carica. In una stagione particolarmente delicata e zeppa di appuntamenti istituzionali, per quanto riguarda gli impegni della nazionale e quelli organizzativi, tutto tace.
Piste&Pedane / Jacobs-Tortu, una sfida solo rimandata
Sabato 7 Maggio 2022
L’atteso esordio di Marcell Jacobs sui 100 – che doveva segnare il suo rientro all’aperto dopo gli ori di Tokyo – è stato cancellato da un improvviso malanno. Rinviando anche la nona sfida tra i due ultimi detentori del primato nazionale.
Gianfranco Colasante
C’erano diversi motivi di interesse per i 100 dell'odierno "KK Classic" di Nairobi: condizioni ambientali quasi uniche, altitudine oltre i 1700 metri e vento non di rado spirante, e sostenuto, nella direzione giusta. Senza dimenticare che ai possibili valori cronometrici, andavano ad aggiungersi la rivincita di Tokyo 2021 – 1. Jacobs 9”80, 2. Kerley 9”84 – e, in casa nostra, un nuovo confronto tra il campione olimpico e Filippo Tortu. Tutto rimasto confinato alle intenzioni con Jacobs costretto a dare forfait e ricorrere alle cure dei sanitari per una infezione gastro-enterica.
I sentieri di Cimbricus / La sostenibile leggerezza dell'altitudine
Venerdì 6 Maggio 2022
Come aperitivo per il “K.K. Classic” di Nairobi, una breve rievocazione delle meraviglie dell’altura. Tutto ebbe inizio ai Panamericani del 1955, quando un certo Adhemar Ferreira da Silva inventò un prodigio e riscrisse la storia.
Giorgio Cimbrico
Adhemar sentiva che c’era qualcosa di diverso ma non riusciva a capire sino in fondo. Il vento? Ma no, era poco, nullo. La sensazione era che tutto fosse più facile, più leggero: la rincorsa, il momento del primo stacco, il rimbalzo, il passo, l’ultima traiettoria verso la buca. Ecco cos’era: l’aria. Poca, facile da penetrare, diversa da quella umida, densa di San Paolo, di Rio. Un’esperienza nuova, esilarante, e una condizione che, quello sì, lo capì al volo, andava sfruttata, ma non era facile quando non sei abituato a stare così in alto e per lui andare in alto era quando andava a Campinas Grande. Rispetto a Ciudad de Mexico, una collina.
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