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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Italian Graffiti / Quella serata romana del 17 ottobre 1968 ...

Martedì 16 Ottobre 2018


messico-68 


di Gianfranco Colasante

 

Domani - mercoledì 17 ottobre - verranno celebrati a Formia i cinquant'anni dalla giornata magica di Ottoz e Gentile ai Giochi del Messico. Non conosco il programma ma sono certo che sarà all'altezza dello spessore dei festeggiati. Per mio conto non ci sarò, e me ne spiace, ma voglio egualmente abbracciare - sia pure da lontano - Eddy e Peppe, dedicando loro un ricordo un po' sfocato ma ancora ben vivido (almeno per me). Lo faccio cominciando col recupero di due "ritratti" su di loro, autori due mostri sacri del giornalismo italiano: Gianni Brera per Peppe e Luigi Gianoli per Eddy. Veri "pezzi" da antologia che si collocano negli scaffali più alti della pubblicistica dedicata all'atletica. Quella nobile e di sapore antico. Per chi volesse, si trovano riprodotti qui di seguito: Brera / Gianoli. Ve li consiglio.

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Fatti&Misfatti / Nel bosco degli alberi parlanti

Lunedì 15 Ottobre 2018

 

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"Non ci sono più squadre di nazioni, ma legioni straniere, qualche lanzichenecco, molti mercenari".


di Oscar Eleni


Sdraiato sotto gli alberi parlanti del bosco di Piegaro, fra Città della Pieve, Perugia e il lago Trasimeno. Meglio loro dei cocoricò televisivi, radiofonici, della scrittura su carta oleata e pagata dai padroni. L’albero maestro ci dice che abbiamo fatto bene a non andare al Brianteo dove tornava Berlusconi per vedere il Monza di Galliani: sapevamo che avrebbe parlato male di Gattuso e ci avrebbe irritato. La foresta sussurra e spiega che l’unica mossa giusta di Cassano, da molti anni a questa parte, è stata di darci l’annuncio del ritiro. Peccato che abbia voluto mettere il carico delle zozzerie, tipo il sesso in ritiro, alla faccia del professionismo, dei compagni, della verità su certa gente che non cambierà mai, anche se è nata ben dotata, almeno nei piedi e forse un po’ più su, ma non tanto più in su dello scroto.

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Osservatorio / La Torre: il buon samaritano senza un'Armada

Lunedì 15 Ottobre 2018


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Non diamo mai per scontato che le decisioni che sembrano più logiche siano anche quelle più giuste.

 

di Luciano Barra


Sono salpato per una sana vacanza andalusa appena Antonio La Torre è stato “appointed” al soglio tecnico della FIDAL. Ho fatto appena in tempo a fargli i miei auguri di buon lavoro e mi sono ritrovato a rivisitare, dopo gli oscuri anni Settanta, un Paese che ha fatto dei progressi inimmaginabili (aeroporti, treni, autostrade, viabilità cittadine, pulizia, ordine, ospitalità, costi della vita oltre alla qualità di vini e cibo) che mi creano, ogni volta che mi confronto con loro, urticarie di invidia. Gli spagnoli, a differenza di noi, avranno fatto più debiti ma le cose le hanno realizzate. Noi di debiti ne facciamo tanti, ma di realizzazioni pochine. (Nella foto: lo stadio di Doha, sede del Mondiali 2019).

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Saro' greve / L'8.90 di Beamon? Una pura combinazione!

Lunedì 15 Ottobre 2018

 

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La settimana che sconvolse le categorie conosciute e aprì una porta sul futuro, a cominciare da quel salto infinito.


di Vanni Lòriga

Da vecchio e modesto marciatore ho sempre invidiato gli sprinter e gli uomini agili e scattanti. Siamo categorie umane del tutto differenti. Il marciatore non deve mai essere staccato dal terreno, il tempo di volo gli è vietato. Volano invece il velocista ed il saltatore. Ed in questi giorni molto si parla degli uomini veloci, anche perchè proprio a metà ottobre di cinquanta anni fa si registrava in Messico una vera rivoluzione.

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I sentieri di Cimbricus / I giorni che cambiarono il nostro mondo

Sabato 13 Ottobre 2018


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Dal 13 ottobre di mezzo secolo fa, il giorno di Temu, l'atletica si ritrovò sgomenta nel futuro. Nessuno l'aveva previsto.


di Giorgio Cimbrico

Cinquant’anni fa, tondi e spaccati, presero il via i giorni che sconvolsero l’atletica, quelli dei 24 record mondiali, di un improvviso che più che a Schubert assomigliava a una turbinosa sonata di Prokofev, forse al lacerante e rivoluzionario free jazz di John Coltrane, un altro manifesto di nuove libertà. Ma non fu un record del mondo a dettare, a imporre questo nuovo ritmo, ma una corsa che diventò un’alba africana, luminosa, inaspettata, subitanea. Messico ’68 iniziò con il giorno di Temu. Portava il nome del sesto figlio di Giacobbe, che si coprì di gloria combattendo contro i Cananei: in ebraico, Naftali significa l’uomo che lotta.
 

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