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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Dopo le discese ardite ...

Sabato 20 Ottobre 2018

 

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Europa eccoci: dopo otto anni un'italiana (Armani) potrebbe tornare nelle finali di Eurolega.

di Oscar Eleni


Dal tavolo traballante di quello che fu il ristorante del vero Duranbeis al Pireo, la culla del sano basket ateniese, vista protetta sul palazzo della Pace e dell'Amicizia, anche se non risulta che dentro quell'arena ci sia mai stata pace ed amicizia. Nostalgia canaglia dei tempi in cui il vecchio Duranbeis scopriva con entusiasmo che Arnaldo Mussolini, inviato del Gazzettino, era il nipote di Benito, notti senza fine inseguendo tartufi di mare anche se non con la voracità di Claudio Pi che adesso, per chi lo segue sul suo splendido blog, ama andare a funghi animando un mondo che sembra quello dei Kingsman di Colin Firth dove le specie sono ben protette e rispettate.

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I sentieri di Cimbricus / Una non recensione per un libro da red carpet

Sabato 20 Ottobre 2018

 

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"... l'atletica veramente leggera, vissuta dall'adolescenza con lucidità e passione, quasi scelta confessionale".

 

di Giorgio Cimbrico

Chiedo scusa a Raymond Queneau e provo con un abbozzo di Esercizi di Stile. Cap. 1: uso dell’idioma corrente. Italiano? Bah. “Nella splendida location di Formia Augusto Frasca ha dato alla luce un libro che è biopic ed è anche zeppo di heritage, di legacy, di memory, tempestato di una vecchia mission. Un vero e proprio riassunto di esperienze, letteralmente una gallery di personaggi. Purtroppo non è disponibile per e-book ma data l’ormai tarda età dell’autore è comprensibile. Alcune pagine non sono di facile comprensione ma i motori di ricerca possono venire in aiuto del lettore più giovane. Peccato non sia stato messo in vendita, magari per e-commerce. Ne sarebbe venuto fuori un sold-out. Insomma, è un libro da red carpet, eccome”.

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Saro' greve / Due ulivi per ripartire (da Formia)

Sabato 20 Ottobre 2018

 

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“Dobbiamo buttare l’acqua sporca salvando la bambina atletica …”.


di Vanni Lòriga


A Formia, nello splendido giardino che fu della Regina Elena, svettano ora (“fra gli aranci e la menta”, avrebbe detto Federico Garcia Lorca) due solidi ulivi intitolati a Eddy Ottoz e a Giuseppe Gentile. Sorgono a pochi metri delle due statue dedicate ad Ugo Frigerio ed a Luigi Beccali, le prime medaglie d’oro dell’atletica leggera italiana. Gentile ed Ottoz sono stati festeggiati a distanza esatta di mezzo secolo da quel 17 ottobre 1968 quando, nel corso dei Giochi della XIX Olimpiade, salirono sul podio, entrambi al terzo posto con tanto rammarico perché meglio avrebbero meritato.


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Italian Graffiti / Messico e sangue: guanti neri e guanti bianchi

Venerdì 19 Ottobre 2018

 

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Piazza Tre Culture: i massacratori del Battaglione Olimpia per non spararsi addosso indossavano un guanto bianco.

 

di Gianfranco Colasante

 

Questa è la foto più nota di Oriana Fallaci. Fu scattata dal fotoreporter Gianfranco Moroldo nel 1968, a Phu Bai, Vietnam del sud, e contribuì ad alimentare il mito della giornalista fiorentina e a farne l'italiana più conosciuta al mondo. Non spetta certo a me ricordare chi è stata la Fallaci, i suoi reportage o le sue interviste ai potenti della terra. Tutto resta affidato agli articoli pubblicati su L'Europeo o sul Corriere della Sera e ai suoi tanti libri, continuamente ristampati. Questa foto appartiene all'inizio della guerra del Vietnam, dove Oriana si recò ad intervalli fino al 1975, anno della caduta di Saigon (si recò anche al nord, sola occidentale, invitata da Ho Chi Minh). Quella esperienza è narrata in uno dei suoi libri di maggior successo - "Niente e così sia" - dedicato al primo anno del conflitto e si conclude con la strage di Città del Messico, nell'imminenza dei Giochi del 1968.


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Fatti&Misfatti / Messico 68, fratelli campioni

Mercoledì 17 Ottobre 2018

 

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"Furono insultati, spintonati, ma restarono fratelli in arme nella notte più bella della loro esistenza sportiva".

 

di Oscar Eleni


Cercavamo un lavoro da abusivi nella Gazzetta di Gualtiero Zanetti e trovammo tre fratelli sul podio delle Olimpiadi di Città del Messico. Cinquant’anni fa. Una vita. Un ricordo che non svanisce. Notti di eccitazione, ribattute all’alba, buttando all’aria un tavolo per il record mondiale di Giuseppe Gentile (17.10) nelle qualificazioni del triplo, piangendo, il giorno dopo per il nostro Giasone, pronipote del grande filosofo, che poi rifece il record, 17.22, ma non prese l’oro vinto da Viktor Saneyev (17.39) sul canguro brasiliano Nelson Prudêncio (17.27), agitati per una olimpiade messicana nata nel sangue di Tlatelolco, ma ancora scossi per quella notte del 16 ottobre che sconvolse la storia dell’atletica, ma anche dello sport.

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