Giochi 2016 / Pericolo crolli: chiude lo stadio Havelange
Giovedì 11 aprile 2013
Per rischi di crollo alla copertura, nei giorni scorsi le autorità di Rio de Janeiro hanno apposto i sigilli, sine die, allo stadio João Havelange. L’impianto che doveva ospitare la prossima Confederation Cup (e gli allenamenti della nazionale di Prandelli), ma, soprattutto, destinato ad accogliere le gare di atletica dei Giochi 2016. Un fiero colpo ai faraonici progetti allestiti da Rio sia per i Mondiali 2014 che per le Olimpiadi. A nessuna altra città era stato prima richiesto un tale sforzo per ospitare, nel giro di un biennio, i due maggiori eventi planetari. Un impegno più che importante. Tanto più che, proprio in vista dei Giochi (i primi accolti nel sub-continente americano), la città delle favelas aveva impostato un piano di grande respiro, con l’ambizione di ridisegnare l’intero agglomerato urbano per rilanciarlo nel futuro.
Il progetto allestito per i Giochi è molto complesso, e costoso. Reso più arduo dai ritardi accumulati per i Mondiali 2014 sui quali più volte è intervenuta, preoccupata, la stessa FIFA. Ora la chiusura dello stadio Havelange è una nemesi che finisce per aggiunge sale sulle ferite. Ma vediamolo più da presso il piano per i Giochi. Il centro nevralgico è stato individuato nella zona di Barra, a nord della città, dove sorgerà l’Olympic Park, con annesso villaggio olimpico, e nella zona di Deodoro con l’X Park. Qui si terrà la maggior parte del programma olimpico. Dalla parte opposta, sempre all’interno, si trovano il celebre Maracanã (ora in ristrutturazione), lo Havelange e il villaggio dei giornalisti. Sulla costa, scavalcati il parco montano di Tijuca e le favelas più estese che sorgono alla sua base, ci sono gli impianti di Copacabana, tra la spiaggia di Ipanema e il Pan di Zucchero. Le distanze tra i quattro poli sono tutt’altro che trascurabili, ma il piano prevede corsie preferenziali per gli autobus. Per ora, di tutti gli impianti, il solo disponibile è il Sambodromo che ospiterà le gare di tiro con l’arco. Il resto si vedrà.
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