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Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Piste&Pedane / Il 20"11 di Tortu, sugello di una grande annata

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Domenica 19 Settembre 2021


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Qualche valutazione a margine del risultato ottenuto nell’altura di Nairobi e che ha riacceso i riflettori sul nostro sprint, protagonista assoluto a Tokyo, e un po’ scomparso dai radar subito dopo. Intanto il mondo va sempre più di corsa.

Gianfranco Colasante

Con il 20”11 che Filippo Tortu, terzo a Nairobi in uno stadio deserto, si può ritenere chiusa, salvo qualche spicciolo, la stagione internazionale della nostra atletica. Un sigillo di qualità ad un’annata da ricordare. Si è trattato indubbiamente di un risultato di rilievo che conferma la disponibilità di Tortu ad affrontare con successo anche la distanza doppia. Ma anche questa volta, come accadde con il 9”99 di Madrid, i commenti hanno largamente travalicato i recinti della realtà. Qualche quotidiano della grande informazione si è addirittura allineato al classico “due colonne in prima”. Esagerato? Non so, ma sarebbe bene valutare i risultati dei nostri atleti nel quadro più generale del panorama internazionale.

Il dopo Tokyo dello sprint mondiale (vedi riepilogo in calce) è stato molto attivo e, in assenza dei nostri, tra 100 e 200 ha scritto pagine molto interessanti con diversi protagonisti dei Giochi. A cominciare da Fred Kerley – vincitore a Nairobi nel “personale” di 19”76 alla settima volata post-olimpica – rimessosi subito in gioco dopo il secondo posto alle spalle di Marcell Jacobs. Ora si può convenire con Tortu, e con il suo entourage, che il responso di Nairobi apra nuove prospettive al ragazzo sardo/lombardo, ma un dato resta: il vertice della specialità veleggia da anni ben sotto i 20”.

Quindi prendiamo tutto con prudenza, e soprattutto  lasciamo da parte i confronti con Mennea che – come ho tentato di spiegare col mio recente studio sui 200 – era e resta di un altro (lontano) pianeta. Non tanto per i suoi record, quanto per la sua continuità decennale ai primi posti dello sprint mondiale: i suoi indimenticabili 53 giorni dell’estate 1980 restano impresa inarrivabile. Prendiamone atto e per Tortu e la sua generazione fissiamo un traguardo possibile nell’abbattimento di quel 19”96 con cui Pietro da Barletta detiene “anche” il record nazionale al livello del mare. Da oltre quarant'anni.

Infatti, più nel dettaglio, c’è chi ha fatto notare che il 20”11 è stato ottenuto a quasi 1800 metri di quota, con un vento favorevole misurato a un tondo 2 m/sec (anche se Tortu sostiene di esserselo trovato contro). Più o meno nelle condizioni ambientali (e non solo quelle) che favorirono il 19”72 di Pietro Mennea del settembre 1979. Allora l’altitudine era oltre 2200 e il vento a +1,8. Ma dal momento che queste valutazioni sono solo d’ordine statistico e nulla influiscono sulla validità dei risultati, tanto meno dei record, prendiamoci questo 20”11 con la soddisfazione che merita ma non enfatizziamolo troppo. Anche perché, a ben vedere, il suo valore “in quota” non si discosta troppo dal 20”34 "in piano" che il ragazzo ottenne quattro anni fa, prima di dedicarsi solo ai 100. Ora potrebbe aprirsi un nuovo capitolo.

La stagione di Tortu è stata un po’ altalenante, anche se poi la sua frazione nella staffetta di Tokyo va incorniciata e consegnata alla storia dell’atletica. Personalmente quella volata, dove la frequenza dello sforzo nulla toglieva all’eleganza della corsa, per me resta il momento più entusiasmante dei Giochi italiani. Saltate a pie' pari le Indoor – che hanno di contro certificato la crescita esponenziale del suo “rivale” Jacobs – si è visto poco in pista: sette volte sui 100, compresi quattro turni eliminatori, con uno stagionale di 10”10 in una batteria di Tokyo, e un solo 200 al rientro dai Giochi chiuso in 20”40 alle spalle del campione olimpico de Grasse. E proprio i 200 sembrano la distanza più consona alle sue aspirazioni, dal momento che sui 100 appare decisamente “chiuso” dal nuovo Jacobs che (chiusa la parentesi mondana) rivedremo però soltanto il prossimo anno.

Una considerazione al riguardo va fatta. E’ un dato che i nostri velocisti si vedono poco in giro, centellinano le occasioni di gara con prudenza e, credo, seguendo ben precise strategie dettate da valutazioni diverse. Può essere una scelta appagante se poi vai ai Giochi e vinci i 100 e la 4x100, ma se questo non accade … e non sarà comunque agevole replicare a breve. Anche perchè nei prossimi tre anni le occasioni di verifica non mancheranno, con due Mondiali (Eugene ’22 e Budapest ’23, sempre che il parlamento ungherese non si metta di traverso), succosi antipasti ai Giochi del ’24, quelli del centenario di Chariots of fire.

Ultima osservazione di carattere generale. L’affollamento dei risultati cronometrici di qualità nello sprint, dovrebbe suggerire la possibilità di introdurre – almeno per 100 e 200 (e 110H) – il cronometraggio al millesimo che i sistemi oggi in uso sono in grado di apprezzare con facilità. Una proposta del genere – se non ricordo male da parte di Gianni Merlo – era stata avanzata all’epoca dei ripetuti record mondiali sui 100 di Asafa Powell nel 2005/2007: in un caso il differenziale risultò di 1 millesimo! Certo, poi arrivò Bolt, con i suoi distacchi abissali, e mise tutti d’accordo. Ora se ne potrebbe riparlare.


Lo sprint mondiale dopo Tokyo


• Memphis, 15 Ago – 100 (-0,4) – 1. Marvin Bracy (USA) 9”85, 2. Jerome Blake (CAN) 10”06
• Eugene, 21 Ago (DL) – 100 (w2,9) – 1. Andre de Grasse (CAN) 9”74w, 2. Fred Kerley (USA) 9”78w, 3. Robbie Baker (USA) 9”82w, 4. Trayvon Bromell (USA) 9”86, 5. Michael Norman (USA) 9”90w
• Losanna, 26 Ago (DL) – 200 (w3,2) – 1. Kenneth Bednarek (USA) 19”65w, 2. Kerley 19”77w
• Parigi, 28 Ago (DL) – 200 (1,6) – 1. Kerley 19”79, 2. Bednarek 19”79, … 5. Isaac Makwala (BOT) 20”26
• Rovereto, 31 Ago – 100 (0,2) – 1. Bracy 9”98, 2. Blake 10”15
• Bruxelles, 3 Set (DL) – 100 (0,1): 1. Kerley 9”94, 2. Bromell 9”97, 3. Norman 9”98
• Padova, 5 Set – 100 (-0,5): 1. Norman 9”97, 2. Bracy 9”96, 3. Baker 10”10
• Chorzow, 5 Set – 200 (0,2): 1. de Grasse 20”21, 2. Blake 20”32, 3. Filippo Tortu 20”40, 4. Eseosa F. Desalu 20”52
• Zurigo, 9 Set (DL) – 100 (-0,4): 1. Kerley 9”87, 2. de Grasse 9”89, 3. Baker 9”91, 4. Bromell 9”96
• Bellinzona, 14 Set – 100 (-0,1): 1. de Grasse 10”06, 2. Kerley 10”11
• Berlino, 12 Set – 100 (0,0): 1. Bracy 9”95
• Zagabria, 14 Set – 100 (0,8): 1. Bracy 9”86, 2. Baker 9”97, 3. Bromell 10”03  
• Nairobi, 18 Set – 200 (2,0): 1. Kerley 19”76, 2. Makwala 20”06, 3. Tortu 20”11
• Nairobi, 18 Set – 100 (1,2): 1. Bromell 9”76 [WL], 2. Ferdinand Omanyala (KEN) 9”77
 

 

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