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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Tokyo 2020+1 / (15) Un esame superato a pieni voti

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Sabato 7 Agosto 2021

 

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Con un nuovo Bronzo nella Lotta salgono a 39 i podi olimpici che lo sport italiano ha raccolto a Tokyo. Tra (tante) luci e (poche) ombre resta la migliore Olimpiade di sempre. Ma ora la dirigenza dovrà essere all’altezza degli atleti.


MEDAGLIE ITALIA - 39 (10 ORO - 10 ARG - 19 BRO)
CLASSIFICA A PUNTI (10-8-6-5-4-3-2-1) - 326 GARE SU 339 (96%)

1. Stati Uniti 1241
2. R.P. Cina 922,7
3. C.O. Russo 747
4. Gran Bretagna 693,5
5. Giappone 679,5
6. Australia 529,5
7. Germania 493,5
8. Italia 486
9. Francia 443
10. Olanda 415,5

RED.

I podi di Tokyo e i risultati degli azzurri

Siamo alle battute finali e a Tokyo si comincia a preparare i pacchi. Si sta per chiudere quella che – parole del presidente Malagò – è da considerare per l’Italia la più grande Olimpiade di sempre. C’è stato ancora il tempo per un’altra medaglia – la n. 39 –, un bronzo che va ad un lottatore cubano naturalizzato per “meriti sportivi” nel dicembre 2019, Abraham de Jesus Conyedo Ruano, categoria 97 chili. “Abramo”, come è conosciuto nell’ambiente, non è nome nuovo: per Cuba aveva già gareggiato alle Olimpiadi Giovanili del 2010.

Con questi numeri la soddisfazione dei maggiorenti del CONI è più che comprensibile, anzi è alle stelle ed oltre, e giustifica ampiamente i festeggiamenti con Magnum spruzzata tipo Formula 1. Nessuna altra rassegna a cinque cerchi aveva avuto, come questa, nel nostro Paese un seguito mediatico così rilevante e sollevato un interesse popolare tanto diffuso e concorde. Semmai il successo collettivo riscosso in Giappone dalla rappresentativa italiana – per circa un quarto formata da atleti provenienti dall’estero o nati in Italia da famiglie di immigrati – sta sconfinando nel sociologico e con una certa approssimazione. Inevitabile, visti i tempi, e un po’ provinciale. “Il nostro sport è cambiato, perché è cambiato il Paese che rappresenta”, ha scritto il maggior quotidiano italiano. Per concludere, semplificando, che “non è questione di quando e di come saremo una società nuova. Lo siamo già”.

Tesi ardita ma anche difficile da confutare se non per ricordare che qualunque cambiamento ha bisogno di regole chiare. A maggior ragione nello sport che "solo" di regole dovrebbe vivere. A Tokyo è diventato ancora più evidente come sia in atto in tutto il mondo una campagna acquisti di atleti in cambio di ricche prebende e nuove cittadinanze. Con un solo obiettivi: intestarsi nuove medaglie. Si pensi alle nazioni del petrolio, ma non solo. Il tema dell'immigrazione nello sport va guardato con realismo dal momento che si muove in una sola direzione. Siamo ancora in attesa di vedere un atleta europeo (non diciamo italiano) chiedere la cittadinanza "per meriti sportivi" a Cuba o a qualche nazione del Corno d'Africa. Su questo versante, il CIO e le Federazioni Internazionali hanno molto da farsi perdonare e avrebbero l'obbligo di fare chiarezza. Altrimenti, meglio sarebbe abolire gli inni (si è fatto per la Russia) per contrastare quel diffuso e un po' becero nazionalismo che si avverte nella compilazione dei medaglieri.

Ma spento il braciere – domani alle 13 italiane la cerimonia di chiusura con Marcell Jacobs portabandiera – comincia un’altra partita. Da giocare su campi diversi e con arbitri di parte. Malgrado tutti gli annunci, resta infatti ancora da definire il recinto nel quale il CONI del futuro potrà muoversi e, soprattutto, con quale “reale” autonomia e su quali risorse potrà contare. La certezza del finanziamento resta uno dei tanti nodi da sciogliere sui tavoli della politica, oggi compatta nei complimenti e molto attiva e disponibile sui social, ma che dovrebbe al più presto tradurre congratulazioni e condivisioni in atti concreti. Davanti, la strada è già tracciata, con Malagò al Foro Italico da Pechino 2022 fino a Parigi 2024, poi con chi lo sostituirà da Milano-Cortina (2026) a Los Angeles (2028) e fino Brisbane (2032). Quanti governi si succederanno fino ad allora?

Chiudiamo riproponendo il tabellino delle 39 medaglie (24 maschili, 14 femminili, 1 mista) divise per Federazioni:

• Nuoto 7 (0/2/5)
• Atletica 5 (5/0/0)
• Scherma 5 (0/3/2)
• Judo/Lotta/Karate 5 (1/0/4)
• Canottaggio 3 (1/0/2)
• Ciclismo 3 (1/0/2)
• Pesistica 3 (0/1/2)
• Tiro con l’arco 2 (0/1/1)
• Taekwondo 1 (1/0/0)
• Vela 1 (1/0/0)
• Canoa 1 (0/1/0)
• Ginnastica 1 (0/1/0)
• Tiro a volo 1 (0/1/0)
• Pugilato 1 (0/0/1)

 

 

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