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Duribanchi / Federica ovvero mai vista una come lei

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Martedì 27 Luglio 2021

 

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Per la sua quinta finale olimpica la spingerà un intero paese. Ma anche la gelosia del mondo. Perché la Divina è come Cr7. Battere Federica Pellegrini è come parare un rigore a Cristiano Ronaldo. Federica non gareggia solo contro le avversarie. Gareggia contro il tempo.

Andrea Bosco

Parliamo di donne. E parliamo di rispetto. Qui non si tratta di provvedimento Zan. Qui si tratta di “follia”. Di fanatismo e di sfrontata manipolazione. Circe, spiega Madeline Miller (diventata popolare, mecojoni, su Tik Tok ) dopo aver avuto un figlio da Ulisse (ma forse anche più di uno) vuole diventare una mortale. Lo dice del resto Omero che la maga aveva “voce umana”. Ma faceva parte della magia, benedetta Madeline, dell'inganno: altrimenti col cavolo che avrebbe potuto trasformare i compagni di Ulisse in animali. Ulisse no. Perché come sosteneva un mio compagno al ginnasio, Ulisse aveva qualche cosa di speciale.

E visto che da Circe a Calipso, da Nausica a Penelope (che piuttosto che cedere ai Proci per dieci anni si ingegnò con una tela) tutte si invaghivano del grande bugiardo, è facile ipotizzare di che cosa si trattasse. Ma in fondo Miller si è presa solo una licenza. Emma Dante (chapeau come regista) propone una rilettura di molti personaggi femminili della letteratura: Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Cenerentola. Tutte non hanno bisogno di principi, cacciatori o nani: se la sanno cavare da sole.

Quella di riscrivere le favole in chiave femminista è diventata una ossessione. Cenerentola? E' grassa e non è bionda: parola di Emerald Fennell. Il principe proprio non se lo fuma. Non vuole sposarsi. Ha una “fetta” numero 42 e la scena della “scarpona” diventa un casino. Quanto al principe preferisce spassarsela con gli amici: in senso biblico, visto che il giovanotto (nella fiaba aggiornata), è dichiaratamente gay. Andersen, Fratelli Grimm, Perrault: fatevi in là che sono arrivate “loro”. Biancaneve apprende che la Regina vuole ucciderla da un sms inviato dai nani. Il Principe poi è un hacker, quindi l'insana trama viene sventata.

Cappucetto Rosso vive in un “alveare popolare”, la nonna abita in una roulotte ai margini di una marginale periferia e per andarla a trovare Cappuccetto Rosso deve attraversare un centro commerciale dove scorrazza un lupo-motociclista. Amelie Nothomb belga che si è impossessata di Barbablu il suo mostro lo fa vivere innamorato (spagnolo di origine) in un mega appartamento del VII arrondissement parigino dove Barba per sgravarsi delle tasse di Macron affitta ad una giovane (a 500 euro al mese) un vano: 40 metri quadrati, più l'uso dell'intera casa. Salvo una stanza: il resto è immaginabile.

Ma se volete davvero incazzarvi leggete Angela Carter: la vittima di Barbablù vive secondo Carter felicemente ricca. La Bella trionfa sulla Bestia, anzi proprio se la tromba (la Bestia). Cappuccetto Rosso rende il Lupo un agnellino. Facile immaginare “come”. E visto che capovolgere i miti, editorialmente “tira”, ecco Michael Cunningham andare oltre le pur fantasiose colleghe: Hans e Gretel sono teppisti che spingono una vecchia ninfomane a cuocere in un forno. Biancaneve risorge ogni giorno perché il principe che ha inclinazioni necrofile è uno smodato feticista. Quanto alla Bella, in questa versione, non senza inquietudini, al bell'imbusto che la tampina preferisce una Bestia buona e delicata. Chiedo sommessamente: perché non farvi una fiaba vostra, evitando di fare a pezzi quelle altrui? Perché non permettere ai bambini di questo sciagurato secolo di poter sognare? Le vostre storie sono barbarie: frustrazioni non sanabili.

Ma ci sono anche altre donne. Come Vanessa Ferrari, ormai trentenne che vola in pedana nella perfezione. Oltre gli infortuni, oltre il dolore, oltre il destino. Merita tanto. E chissà che gli dei, dopo averla tanto torturata, non la assistano. E poi c'è lei: la Divina. Che il 5 di agosto compirà 33 anni e che è alla sua quinta olimpiade. Si è qualificata per le semifinali dei 200 stile libero con il penultimo tempo, sfiorando il disastro. Ma poi è risorta, ha conquistato la sua quinta finale ed è ancora in gara. La spingerà un intero paese. Ma anche la gelosia del mondo. Perché la Divina è come Cr7. Battere Federica Pellegrini è come parare un rigore a Cristiano Ronaldo. Federica non gareggia solo contro le avversarie. Gareggia contro il tempo. Non quello dei cronometri. Quello della sua carta d'identità. Phelps il più grande di tutti ha detto “Mai vista una come lei”.

Federica gareggia soprattutto contro se stessa. Contro la sua indistruttibile capacità di competere. E' la vecchia leonessa alla quale le giovani femmine stanno contendendo il territorio. Lo faranno: a loro rischio. Perché, mi hanno spiegato quelli che ne sanno, se Federica imbrocca la gara giusta ai 170 metri dopo la virata è ancora lì con le prime, scatta nella sua testa qualche cosa che la fa volare. Non è che vada più veloce: semplicemente va più forte. E l'acqua della sua corsia “urla” fino a stordire le avversarie. Federica va più forte non solo perché i suoi piedi sono eliche. Federica va più forte perché le avversarie ne prendono atto. Federica va più forte perché negli ultimi venti metri diventa un siluro. Non sono i piedi, le gambe, le braccia a fare la differenza: è la testa. Questo mi hanno spiegato quelli che “sanno”.

Probabilmente non basterà. Non solo per la vittoria: neppure per un podio. Ha avuto il covid e riprendere per una atleta è dura. Ma dopo aver sfiorato il disastro, la Divina, uscita dall'acqua ha detto: “Ho fatto fatica: dovrò fare un altro tipo di gara”. Le Divine difficilmente commettono lo stesso errore. Non l'ho mai intervistata e mi piacerebbe tanto. Non per una di quelle interviste sulla sua carriera, sulla vita privata, sulle sue passioni, ma solo su una cosa: com'è essere sempre in gara contro se stessi? Come sarà quando la competizione finirà? Magari qualcuno glielo dirà e la Divina mi farà un regalo. Intanto da questa tastiera (quando Duribanchi andrà in rete Fede dovrà ancora disputare la finale) dico quello che in tanti diremo: forza Federica.

 

Foto Mezzelani GTM / CONI 

 

 

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