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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / C'era una volta il Giardino del Re

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Giovedì 20 Settembre 2018

 

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Se Formia è ormai un ricordo, si legge ora che l’Atletica (ri)costruirà il suo futuro presso l’Acquacetosa. Sarà vero?

di Vanni Lòriga

Era il 17 maggio 1953 ed esattamente alle ore 18,00 settantamila spettatori, che avevano seguito l’incontro di calcio Italia-Ungheria (0-3), uscivano ammutoliti dallo Stadio Olimpico inaugurato proprio con quella umiliante sconfitta, sovrastati sul piano tecnico e fisico. Ci chiedevamo tutti (c’ero anch’io, biglietto lire 1000, posto nella Curva Nord) se non ci fosse passato addosso un rullo compressore. Per 90 minuti gli azzurri non erano riusciti a fare un passaggio utile, imbrigliati nella rete di gioco degli uomini del DT Guszatav Sebes. In campo, fra gli altri, Puskas, che segnò due volte in 7 minuti, Hideguti, Kosic, in quella che era definita “aranycsapa”, la squadra d’oro).


Nella foto, tratta dal sito Fidal, la posa della prima pietra "virtuale" del campo dell'Acquacetosa. All'interno, l'impianto del Governatorato all'epoca della sua inaugurazione (28 ottobre 1938).


Nello stesso momento Bruno Zauli, Segretario Generale del CONI e Presidente della FIDAL, convocava l’architetto Annibale Vitellozzi e con lui progettava di dare una decisa svolta al nostro sport, creando una Scuola di Atletica. Non ci volle molto tempo: il 23 novembre del 1955 venne inaugurata a Formia la SNAL (Scuola Nazionale di Atletica Leggera), alla sua morte intitolata proprio a Zauli. Il Giardino del Re, perchè costruita su una vecchia villa reale.

Il più colto uomo di sport

Chi voglia sapere tutto di lui deve assolutamente consultare il libro che gli ha dedicato il nostro direttore, una storia il cui il titolo già dice tutto: “Il più colto uomo di sport” come lo aveva definito Gianni Brera.

 

acquacetosa-1938

  

Il vero segreto del dottor Zauli fu quello di avere compreso che la “cultura” di un uomo si forma studiando. E dove si studia? Nella Scuola che, vale sempre ricordarlo, si articola in quelle docente e discente. Ci vogliono Maestri ed Allievi. Ed esiste anche la scuola obbligatoria di primo grado ed è lì che si trova il tesoro di gioventù che dobbiamo preparare e reclutare.

In questo processo formativo a completo giro di orizzonte la SNAL di Formia costituiva il perno centrale. Fu chiamato a dirigerla Elio Buldrini, un irreprensibile funzionario delle Ferrovie secondarie. Ricoprì l’incarico per circa venti anni, con rigore nei confronti di tutti e, soprattutto, di se stesso. Intorno a lui via via si creò una invidiabile struttura in cui nulla mancava, dalla gestione del College all’organizzazione sanitaria e scientifica (Antonio Fava, Anna Rogacien ed il fisioterapista Viscusi). Il bilancio è ricco di nomi di grandi campioni (Sara Simeoni, Berruti, Mennea, Fiasconaro, Ottoz, Gentile, Crosa, …); di storici allenatori (da Vittori nella velocità a Belardinelli nel tennis); di dirigenti lì formati (Gola, Carabelli, Candeloro, …); di iniziative inimitabili quali la preparazione di “Azzurra” (Dal Monte e ancora Candeloro). E da quelle parti ebbe origine la illuminante Atletica Studi. Non posso qui stilare una sorta di elenco telefonico ma con Internet sarà facile trovare chi in esso e come operò.

Tutto questo a Formia non esiste più e si legge che ora l’Atletica non avrà più la sua base a Formia, ma presso l’Acquacetosa. Con l’auspicio che non si debba rimpiangere un passato che ci fece famosi e invidiati nel mondo.

Giochi senza Frontiere

Proprio oggi, sul nostro giornale, valorosi colleghi hanno scrutato il futuro (Perboni) o parlato di candidature olimpiche (Cimbrico). Poco da aggiungere, ma il fatto che si parli di Calgary mi fa tornare in mente che la città canadese era già in lizza per i XV Giochi Invernali del 1988, che poi le furono assegnati. Alla vigilia della proclamazione giunse nelle redazioni un lancio di agenzia che annunciava che erano in corsa le città di Falun, Cortina d’Ampezzo (e dai!) e … Cagliari!

Fu automatico correggere l’errore di stampa, ma ci cascò un noto giornale del Nord. Contattò il Comune di Cagliari che rispose, ovviamente, di non saperne nulla. “Negano pure – scrisse l’astuto intervistatore – ma cosa pensano in Sardegna? Che le Olimpiadi siano Giochi senza Frontiere?”

Ho l’impressione che si tratti di un equivoco  che si perpetui e in cui molti, ancora, incorrono.

 

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