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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / Quando Onesti somigliava a se stesso

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Venerdì 13 Luglio 2018


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Nella serata dello scorso lunedì, un recital all'Acquacetosa ha rievocato il mito del Presidentissimo. Con qualche perplessità.

 

di Vanni Lòriga

Come testimonia questa foto, Giulio Onesti, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, dedica un intenso e riconoscente ricordo a Bruno Zauli. Siamo a Formia, è il 13 dicembre 1964 e il mitico super-dirigente dello Sport Italiano è venuto a mancare da circa un anno, il 7 dicembre 1963 mentre si trovava a Grosseto per l’ inaugurazione del Campo Scuola, uno dei sessantaquattro di una rete che avrebbe dovuto coprire tutte le Provincie italiane.

Si inaugura un busto dedicata a Zauli. sicuramente il più alto ed ispirato servitore della società sportiva italiana. Chi volesse documentarsi sulla sua storia completa dovrà necessariamente affidarsi a quanto ha scritto il nostro Direttore nel suo fondamentale “Bruno Zauli – Il più colto uomo di sport”. Troverà tutte le cose che non sono state dette nel corso di una recente rievocazione della personalità di Giulio Onesti, portata sul palco improvvisato della Scuola dello Sport all’Acqua Acetosa.

In questa rappresentazione l’autore, regista, attore (Massimiliano Finazzer Flory) ha raccontato il “Mito di Onesti”. E lo ha fatto tramutandosi egli stesso nell’Avvocato. Per rendersi più verosimile ha indossato un doppio petto blu-gessato (???!!!) stringendo fra le dita la immancabile sigaretta. Ha ripetuto tante delle frasi taglienti, ironiche, severe che nel terzo di secolo di presidenza CONI Giulio Onesti profuse senza economia. A parte alcune discutibili interpretazioni sui rapporti CONI - Regime Fascista e sull’apartheid sudafricana, nulla è stato dimenticato: dai “ricchi scemi” agli “sfasciacarrozze” comunisti.

A parte, come già accennato, l’ aver dimenticato tutti i grandi uomini che venivano da un non lontano passato (Saini, Garroni, Fabian, Tommasi) che affiancarono appunto Bruno Zauli, mi permetto di segnalare al signor Finazzer Flory un altro piccolo ma non trascurabile particolare.

Me lo consente il fatto che (sono forse il veterano …) conobbi Giulio Onesti esattamente 73 anni fa, quando dette il via alla gara di marcia del Giro di Roma del 1945. Era il 27 maggio e l’avvocato era stato appena nominato Reggente del Comitato Nazionale Olimpico.

Era allora praticamente uno sconosciuto (il via della prova di corsa fu dell’allora maggiore Gaetano Simoni, molto più noto), ma suscitò in tutti buona impressione per il suo radioso sorriso. “Assomiglia a Fernandel!” disse uno dei concorrenti ed era vero. Ma quel sorriso era la sua forza. Lo sfoderava in ogni occasione: e così addolciva le sentenze più taglienti mentre intingeva nel curaro quelle apparentemente elogiative.

Questo sorriso è mancato al nostro attore-regista.

È chiaro che se non ce l’hai non te lo puoi regalare, ma nessuno allora ti obbliga a parlare in prima persona. Le parole perdono il loro significato originale, diventano un’altra cosa. Le puoi citare, ma non in prima persona. Concludo dicendo che il Giulio Onesti che ho conosciuto non aveva nulla a che vedere con quello che ho visto sul prato della Scuola che Lui fondò.

P.S. – Aggiungo una postilla fuori tema. L’amico Oscar Eleni ha ricordato con entusiasmo i tempi dei campioni Liquori e Arese. Nel corso del simposio milanese è emerso che il suo vero cognome (origini nel salernitano) è Liguori. Ormai è troppo tardi per cambiarlo. Il bello è che il mio capo di quei tempi Giorgio Tosatti sosteneva sin da allora che il cognome di Marty fosse proprio Liguori … a conferma che i Direttori hanno sempre ragione.

 

 

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