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Osservatorio / Le gare di PyeongChang in TV: dove vederle?

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Venerdì 26 Gennaio 2018

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di Luciano Barra

Ci siamo: meno di due settimane e i Giochi Invernali avranno inizio! Fino ad oggi – al di là di alcune buone prestazioni dei nostri atleti – i Giochi di PyeongChang hanno fatto notizia soprattutto per le vicende relative al doping russo e, soprattutto, per l’inattesa partecipazione "combinata" tra le due Coree. Almeno ciò è servito a risollevare la credibilità del CIO (sospensione della Russia ed esclusione di almeno 111 atleti) e dello Sport in genere quale possibile strumento di conciliazione fra i popoli (con l’apertura verso la Corea del Nord del dittatore Kim). L’occasione mi permette di riassumere, per chi non abbia dimestichezza con gli Sport Invernali, che cosa accadrà dal 9 al 25 Febbraio. Mi pare opportuno perché, al di là di quelle discipline più popolari per noi italiani, per molte altre c’è bisogno di un prontuario specifico. Per questo merita ricordare che i Giochi Invernali includono 7 Sports (gestiti da 7 Federazioni Internazionali) e 15 discipline. Riassumiamo il tutto in questa Tabella. Considerando che il fuso di PyeongChang è otto ore avanti al nostro, l’ultima colonna potrà fornire indicazioni su “quando” sarà possibile seguire in TV l’assegnazione delle medaglie.

Più difficile è spiegare “dove” sarà possibile vedere le gare. Vediamo. Eurosport, titolare dei diritti completi, dovrebbe essere in grado di mostrare tutte le gare e tutte le medaglie su uno dei suoi canali: Eurosport 1, Eurosport 2 ed Eurosport Player. Per quanto riguarda la RAI è più difficile fare delle previsioni. Nonostante la sbandierata e trionfalistica acquisizione dei diritti da parte di RAI e CONI, quanto avverrà è difficilmente prevedibile. La RAI ha acquisito i diritti per 100 ore. Se si considera che dalla Corea saranno prodotte circa tremila ore di gare dal vivo è facile comprendere che quanto vedremo sarà estremamente selezionato.

Aggiungete poi che, come avevo a suo tempo previsto, e scritto, la RAI non ha in Corea alcuna postazione cronaca e quindi nessun giornalista commentatore sul posto. Solo quattro intervistatori che ad oggi non sanno neanche se avranno diritto ad un posto nelle varie mixed-zone. La produzione televisiva della RAI avverrà da Roma Nord (Saxa Rubra). Forse una forma di solidarietà con la Corea del Nord?

Cosa quindi verrà trasmesso in chiaro sulla nostra Televisione Pubblica non è ancora noto. Chi non ha il satellite, e quindi l’accesso ai canali di Eurosport, dovrà aggiornarsi quotidianamente sui programmi. Va aggiunto che in molti casi i commentatori della RAI saranno alle prese con telecronache per loro completamente nuove. Infatti la RAI, in questi ultimi anni, ha seguito assiduamente lo Sci alpino e lo Sci di fondo, mentre è stata assente nella maggioranza delle altre discipline olimpiche invernali.

È vero che Sky, da Sochi, aveva prodotto tutte le trasmissioni da Milano e che la stessa Eurosport trasmette la maggioranza delle discipline invernali “via tubo” e non dalle sedi gara, ma questa è stata una loro scelta editoriale e sono stati bravi a saperlo fare al meglio. In più Eurosport permette di sentire i commenti in lingua originale (per lo più in inglese). Nel caso della RAI non è una scelta editoriale, ma una costrizione. Non ci dovrebbe aiutare neanche Televideo la cui compilazione (per la parte sportiva) è, se permettete, tragicomica. Non aggiungiamo altri commenti perché parlare male dello sport in RAI è come sparare sulla Croce Rossa.

L'equazione tra Mondiali e Pronostici

Non meno agevole è fare dei pronostici, ammesso che si sia in grado. Attendiamo di leggere quelli prodotti da Sport Illustrated e se, necessario, faremo i dovuti commenti. I pronostici sulle gare sulla neve (ma anche su ghiaccio) offrono delle variabili superiori a quelli possibili su piste, piscine o palestre. Se fossimo rimasti ai risultati dello scorso anno (quando si sono svolti la maggioranza dei Campionati del Mondo) a noi sarebbe rimaste le briciole ed avremmo rischiato di battere gli score ultra negativi di Sochi e di Vancouver (il nostro giornale ha pubblicato più volte risultati e tabelle di riepilogo). Invece la prima parte della stagione 2017/2018 ha offerto da parte degli azzurri un ribaltamento delle proiezioni. C’è veramente il rischio, come auspica il presidente del CONI, di andare in doppia cifra. Auguriamocelo.

Tra l’altro va considerato che esistono almeno due elementi capaci di influenzare notevolmente i nostri risultati, come quelli degli altri Paesi. Il primo riguarda la limitazione di partecipazione da parte di ogni nazione. Ciò dovrebbe essere un fattore positivo per i nostri in quanto in molte gare, soprattutto quelle sulla neve, austriaci, norvegesi e tedeschi vedranno la loro presenza limitata a 4 atleti/gara.

Esiste poi l’incognita neve, inteso come elemento. PyeongChang è un po’ come il nostro Appennino. Vicino al mare e quindi con neve umida. Se dovesse fare caldo saranno dolori per gli atleti dei Paesi dell’arco alpino. Per fortuna al momento le temperature sono piuttosto basse, con punte anche di -18 gradi. Certo è che in nessuna disciplina sportiva le condizioni climatiche possono condizionare e mortificare i risultati di atleti dopo quattro anni di sacrifici. Vedremo.

A livello assoluto, messi i russi dietro la lavagna, la battaglia sarà fra Stati Uniti e Germania, con il Canada terzo incomodo, ma merita attenzione la Norvegia che in questi ultimi mesi ha vinto medaglie in molte discipline e che potrebbe ancora una volta mettere in fila le grandi potenze. Certo che i risultati degli atleti norvegesi, non solo negli sport invernali, meriterebbero un’analisi più approfondita. Ci torneremo, soprattutto rispetto ai costi sostenuti.

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