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Saro' greve / Nel ricordo di Marta Russo, un omaggio alla Scherma

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Domenica 26 Novembre 2017

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di Vanni Lòriga

Lo splendido scenario delle Terme di Diocleziano ha ospitato ieri pomeriggio un affettuoso e incancellabile ricordo a Marta Russo, la ragazza uccisa venti anni fa da mano omicida in un viale dell’Università La Sapienza, presso cui frequentava la facoltà di Giurisprudenza. Ne hanno parlato e testimoniato in tanti, autorità, campioni, studenti (quelli del "Talete", mobilitati da Valerio Piccioni), giovani praticanti della scherma. Ne accenneremo più avanti e segnaliamo che i giornali, anche per il solerte impegno dei colleghi Franz Lajacona e Federico Pasquali, hanno dato esemplare rilievo a questo incontro basato sullo sport e sulla solidarietà. (In apertura, il campione del mondo di spada Paolo Pizzo contro il giovane iridato Davide Di Veroli).

Ma i momenti di maggiore emozione si vivono per le testimonianze di Mamma Aureliana (che il giorno prima, sul Corriere della Sera, aveva ricordato con mano ferma valori ed eredità della figlia), della sorella Patrizia e di Donato, suo padre e suo maestro in pedana.

Il Maestro Russo, con voce rotta dal dolore, ricorda i primi passi della carriera agonistica della figlia, partendo dalla vittoria quando undicenne si affermò nel Gran Premio Giovanissimi nella stessa edizione in cui prevalse, in altra categoria, Valentina Vezzali. Poi Donato non riesce a proseguire, viene affettuosamente congedato da Stefano Pantano, anche lui suo allievo in sala d’armi, ed ora commentatore ad ogni livello di tante vicende schermistiche.

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In gruppo con Aureliana e Donato Russo nel ricordo di Marta.

Mentre sulla pedana si avvicendano bambini e campioni non posso evitare di tuffarmi nei ricordi personali legati alla scherma. Stiamo parlando dello sport che vede l’Italia in vetta alle classifiche assolute sia come numero di medaglie olimpiche (135 di cui 49 d’oro) e mondiali (294 di cui 98 d’oro). È noto che qualcuno insinua che sia facile affermarsi in uno sport che sembra riservato ad una ristretta èlite di Paesi ma è facile dimostrare il contrario.

Risalendo con la memoria ai primi Giochi che mi videro spettatore, faccio un alto indietro di 61 anni e mi ritrovo a Melbourne proprio nei giorni di fine settembre. Dominiamo nel fioretto a squadre in cui la Francia di Chistian d’Oriola viene domata dagli azzurri con la finale irruenza di Antonio Spallino che ci ha lasciato da poco; il torneo di spada parla solo italiano con uno spareggio a tre per assegnare le medaglie che vanno nell’ordine al trio Pavesi, Delfino, Edo Mangiarotti ed ovviamente con il trionfo a squadre. Dominio che nell’arma da terreno viene replicato a Roma 1960.

Ma lì si chiude un glorioso ciclo e per tornare sul gradino più alto del podio bisognerà attendere dodici anni, con i successi a Monaco di Baviera 1972   di Antonella Ragno e degli sciabolati capeggiati da Maffei e dai Montano.

Come sé risalita la china? Gli ingredienti per ogni guarigione sono noti ma spesso dimenticati. Sono racchiusi in due parole: Scuola e Reclutamento. Il Maestro Donato Russo ha ricordato il Gran Premio Giovanissimi che coinvolse migliaia e migliaia di ragazzi che con il tempo sono diventati i Campioni che ora tutti conosciamo.

Ma i giovani vanno educati e per questo ci vuole una Scuola e per scuola ci riferiamo a quelle di alto livello che formano i Maestri.

Nel 1960, con l’avvento di Renzo Nostini alla Presidenza, vengono rilanciati presso la Scuola Militare di Educazione Fisica i corsi per Istruttori Militari, poi abilitati all’Accademia di Napoli. Il corpo docenti è di alto e collaudato livello: Ballocchi, Pietrolati, Rovatti, Arena, Cucchiara e Cataldi sotto l’ala dell’inimitabile generale Simone Sanicola. Fra i più noti diplomati Galante, Lamastra, Crisci, Gnisci, Palmiero e Giorgio Scarso, attuale Presidente federale.

Nel 1962 viene poi ricostituita, d’accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, l’ACCADEMIA DI SCHERMA, erede delle Scuole che avevano fatto grande l’Italia non solo sportiva. Sono ammessi, per concorso, aspiranti diplomati in Educazione Fisica presso gli ISEF. I corsi durano tre anni sotto la guida del Direttore Pessina e le lezioni dei Maestri Di Paola, Maselli, Minuzzi, Camera, De Santis. Vengono diplomati 107 Maestri di Scherma, fra cui proprio il nostro Donato Russo, da Lacedonia e ISEF di Torino.

Ritengo che quanto operato dalla scherma per uscire dagli anni bui (in quel decennio anche i Campionati mondiali ci vedono in sofferenza; a Torino 1961 per la prima volta nessuna medaglia per noi) indichi una via virtuosa per uscire dal famoso tunnel.

Per concludere, la “Stella per Marta” è stata assegnata alle due contendenti Elisa Di Francisca e Carolina Erba, entrambe meritevoli anche se la prima si afferma con il minimo scarto. Presenti le campionesse del recente passato Diana Bianchedi e Margherita Grambassi si sono esibiti schermidori del valore di Paolo Pizzo, Valerio Aspromonte. Luigi Samele, Enrico Berrè, Davide Di Veroli, Arianna Errigo e Camilla Mancini-

Tante le autorità istituzionali. Nicola Zingaretti, Daniele Frongia e Francesco Rutelli, Era sindaco di Roma e fu molto vicino alla famiglia Russo nel momento del grande dolore. Ha ricordato che Marta fu anche donatrice di organi, dando nuova vita a cinque persone. Ha omesso di ricordare che anche lui tirò di scherma, allievo di Dario Mangiarotti. Abbiamo apprezzato la sua modestia ed ancora di più per aver ricordato come Aureliana e Donato Russo siano riusciti a tramutare una tragica vicenda in una iniziativa che dona immortalità alla indimenticabile Marta.

 

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