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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Osservatorio / Stati Generali: qualche riflessione dalla platea

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Giovedì 23 Novembre 2017

malago-severino

di Luciano Barra

Ho assistito con interesse agli Stati Generali che il CONI ha organizzato nei giorni scorsi al Foro Italico. È stato soprattutto utile ascoltare gli interventi di una serie di personaggi non strettamente legati al mondo dello sport. Il sito del CONI, con una sintesi accurata, ha pubblicato “abstract” fedeli ed interessanti. Per questo non mi soffermo sugli stessi perché sono visibili, e scaricabili, su www.coni.it. Non va però passato sotto silenzio l’assenza della Scuola dagli Stati Generali. Qualcuno ha saggiamente detto che dovrebbe essere al Scuola a cercare il CONI e non viceversa. Ma, dal momento che si pensa alla costituzione di una Federazione dello Sport Universitario, non sarebbe stata l’occasione buona per lanciare il seme della Federazione dello Sport Scolastico, unica medicina per provar a risolvere il problema?

Quindi, ciò detto, propongo solo alcune riflessioni. La prima, forse la più importante, è quella fatta da Giovanni Malagò (nella foto CONI assieme a Paola Severino e Gianni Letta) quando ha più volte sottolineato che il CONI al momento può contare su risorse dallo Stato che sono pari a circa un quartodi quanto riceveva 20 anni fa (400 e rotti milioni di euro di oggi rispetto ai 1600 dell'epoca). Dettaglio su cui SportOlimpico si è intrattenuto già da tempo e su cui tornerà presto.

Forse il rapporto fatto dal Presidente del CONI è un po’ pessimistico e non tiene conto di altri interventi che lo Stato fa a favore dello Sport come i recenti contributi (a pioggia) sulla impiantistica sportiva, sulla organizzazione di importanti manifestazioni internazionali (alcuni imbarazzanti come nel caso della Ryder Cup) e sullo Sport Militare (che sono stati “quantizzati” da un attento giornalista in almeno 100 milioni l’anno).

Ciò nonostante è fuor di dubbio che questa carenza di risorse sta limitando in maniera molto più drammatica di quanto si pensi l’attività sportiva in Italia. A partire dall’attività delle Federazioni, alla promozione sportiva/sport nella scuola che anche per mancanza di risorse ha visto scomparire i Giochi della Gioventù, l’organizzazione periferica del CONI e tanto altro. Sulle Federazioni meriterebbe fare un approfondimento nel rapporto delle spese fisse amministrative (personale etc.) e gli investimenti sull’attività sportiva agonistica. Ci torneremo.

Quello che non capisco è perché il CONI, avendo avuto per tre anni un Governo (quello di Renzi) mai così amico, non ha trovato delle soluzioni intelligenti per cambiare questa situazione. Sicuramente il momento per battere cassa non era il migliore, ma non erano certo qualche centinaio di milioni in più che avrebbero fatto fallire le finanze nazionali. E qui c’è da domandarsi: ma allora valeva la pena infilarsi per due volte nel tunnel tremendo di improbabili Candidature Olimpiche del 2020 e del 2024? Non sarebbe stato meglio lasciare questi “sogni”, che poi di fatto sono diventati degli incubi, e puntare a solidificare il proprio patrimonio?

Il momento di battere cassa

E le motivazioni per battere cassa ci sono ancora tutte. Non va dimenticato che venti anni fa il meccanismo di autofinanziamento inventato e adottato da Onesti, “complice” Giulio Andreotti, è stato fatto saltare sempre “complice” lo Stato, quando l’Enalotto ha eroso le entrate del Totocalcio e il Calcio, “complice” il famoso WM (Visco, Veltroni, Melandri) ha assecondato l’ingordigia dei “ricchi scemi” (definizione di Onesti) uccidendo il Totocalcio stesso. E pensate che per 10 anni il Calcio ha continuato a percepire gli stessi contributi massimi nonostante il gioco 1 X 2 non fosse più nelle mani del CONI. Se pensate alla situazione in cui oggi si trova lo sport più popolare del nostro Paese capirete che, oltre che mazziati, possiamo dirci anche cornuti.

Non è che il futuro sia roseo. Chissà cosa accadrà dopo le elezioni politiche. Di certo non avremo un governo così favorevole come quello di questi ultimi anni, anzi c’è il rischio che se qualche forza politica “populista” entrerà nella stanza dei bottoni, per il CONI le acque potrebbero farsi più agitate. Aggiungiamo che a febbraio si svolgono i Giochi Olimpici Invernali in Corea. Nelle due ultime edizioni di Vancouver e Sochi ne siamo usciti con una sola medaglia d’oro. Se l’astinenza al primo posto dovesse continuare chi è pronto a scommettere che in piena campagna elettorale il nostro modello non verrà messo in discussione, con il solo scopo di occuparlo? E questa volta potrebbe esserci anche del fuoco amico, scatenato dai “Tavecchio-boys” che, al grido di “Qui gladio ferit, gladio perit”, farebbero non pochi danni.

Politicamente, il rischio di flop organizzativo, ammesso che si arrivi ad organizzarle, delle Universiadi di Napoli potranno fare un ulteriore danno d’immagine. La FISU ci sta già dando i giorni contati ed è in moto per trovare una sede alternativa. Giovanni Malagò ha le relazioni ed anche la capacità per prevenire questi rischi, ma servono i giusti anticorpi e le giuste decisioni, soprattutto ora.

Come detto alcuni degli interventi della due giorni romana sono stati molto interessanti, soprattutto quelli di personaggi non del nostro mondo. Io credo che su ognuno di questi interventi, oltre che fare il sommario di quanto hanno detto, sarebbe (stato) bene elencare delle proposte a cui il mondo dello sport si dovrebbe adattare. Altrimenti perché averli invitati? Non ho visto nulla di ciò anche perché non c’è stato un documento finale, a parte la usuale precisa requisitoria di Gianni Letta. Aggiungo che sono stato negativamente impressionato dalla rappresentazione veramente minoritaria di presidenti e membri del Consiglio Nazionale, così come di segretari di federazioni. E come mai non c’erano gli organismi rappresentativi dei Maestri di Sport che di recente hanno pubblicato interessanti documenti propositivi?

Siccome sono un “muscolare”, non certo nel senso fisico, mi hanno interessato gli interventi attinenti alla Preparazione Olimpica ed alla attività agonistica di alto livello. Mi ha fatto piacere leggere e sentire da molti dei presenti che gli interventi più incisivi sono stati quelli di Mauro Berruto e di Niccolò Campriani. Le cose che hanno detto, e qui non le ripeto perché i giornali hanno giustamente spaziato al riguardo, meritano delle riflessioni da parte dei vertici del CONI. Mi ha fatto piacere che anche loro, sia pure in diversa maniera, hanno esaltato l’importanza delle motivazioni nello sport di alto livello.

Negli anticorpi che il CONI deve costruire intorno a se per difendersi da futuri terremoti, quanto detto da Berruto e Campriani va tradotto in pratica con urgenza. Lo Sport Italiano, non solo il Calcio, ha bisogno di facce nuove, credibili, illuminate, possibilmente di ex campioni. Sia chiaro, l’equazione ex Campioni eguale ottimi Dirigenti non esiste, ma quando ce ne sono non vanno persi. Lasciando fuori dalla porta gelosie e provincialismi. Se qualche cosa in tal senso avverrà, l’ammucchiata degli Stati Generali sarà servita a qualcosa, altrimenti il tutto potrà essere archiviato come area fritta.

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