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Londra '17 / L'addio di Bolt e le novita' Sud Africa

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Giovedì 3 Agosto 2017

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di Carlo Santi

Londra si appresta ad ospitare i Campionati Mondiali di atletica al via venerdì mattina. L’evento la City avrebbe voluto organizzarlo già nel 2005 quando, invece, fu costretta a rinunciare: non c’era lo stadio pronto e mancavano anche i soldi. Londra ha così lasciato il posto, che è stato preso da Helsinki: la capitale finlandese ha battuto Roma (un solo volo a favore, ...) nell’assegnazione bis che si era svolta a Nairobi. Cinque anni dopo i Giochi Olimpici, che sono stati davvero entusiasmanti, a Londra non sembra esserci una grande attenzione. Non sono molti i riferimenti al Mondiale se non i cartelloni pubblicitari con Bolt, anche se lo stadio si appresta ad essere tutto esaurito. Per la giornata di sabato, quella della finale dei 100 metri, sembra non esserci più neppure un tagliando disponibile. Acquistare un biglietto per quella sera, così come per il giorno precedente, quello della finale dei 10 mila con Mo Farah, è quasi impossibile.

Lo stadio nel 2012 è stato il cuore dei Giochi e del Parco olimpico a Stratford. Oggi i segni dei fasti di allora sono cancellati: c’è molto cantiere intorno e dell’evento a cinque cerchi rimane, con lo stadio, l’Aquatics Centre e poco altro.

Londra 2017 sarà ricordata perché qui Usain Bolt ha annunciato che chiuderà la sua carriera correndo solo i 100 metri e la 4x100. Ieri il "Fulmine" ha detto che è pronto per vincere e non tornerà indietro nella decisione di fermarsi, neppure dovesse perdere e avere voglia di rivincita. «Non perdo, sto bene. Dopo l’atletica per me non ci sarà golf o tennis – ha detto Bolt che il 21 agosto compirà 31 anni – ma solo calcio, calcio giocato».

ATLETICA AL BIVIO - Che Mondiale sarà, questo? L’atletica soffre la mancanza di personaggi. Bolt era l’unico e il futuro senza di lui appare incerto, almeno per quanto riguarda le attenzioni per un’atletica che è in affanno. Annaspa nel mondo così come nel giardino di casa nostra dove facciamo fatica a trovare un personaggio. Figuriamoci un campione. In Italia abbiamo giovani di belle speranze e i recenti Europei Under 20 e Under 23 lo hanno evidenziato. Adesso, però, facciamoli crescere: in passato abbiamo avuto tante meteoriti.

Il lavoro dei dirigenti internazionali, adesso rivolto a questioni non sempre vicine allo stadio, dovrà essere focalizzato per riportare attenzioni ed entusiamo invece di rincorrere finto interesse con competizioni che somigliano di più al circo. Parliamo di Nitro Athletics, l’evento varato a febbraio a Melbourne con gare strane e somigliante ai «Giochi senza Frontiere» di lontana memoria. Per non dire delle gare in piazza, un altro baraccone che ha poco a che vedere con la vera atletica.

Sul piano sportivo, quello delle competizioni, pensiamo che Londra 2017, Bolt a parte, manderà in orbita la squadra sudafricana. Due anni fa, a Pechino, abbiamo assistito al terzo posto di Anaso Jobodwana nei 200 (19“87) e al successo di Wayde van Niekerk nei 400, successo questo bissato nel 2016 alle Olimpiadi con il fantastico record mondiale di 43“03. Luvo Manyonga, in Brasile, si è aggiudicato l’argento nel lungo mentre la sempre chiacchierata Caster Semenya l’oro negli 800.


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Il sudafricano d'origini italiane Orazio Cremona


SUD AFRICA - Il Sud Africa è un Paese in crescita nello sport. Basta dare un’occhiata ai recenti risultati dei Mondiali Under 18 di Nairobi per capire che la voglia di sport è molta. In Kenya, Tehenolo Lemao ha vinto i 100 ed è finito secondo nei 200, Retshidisitswe è stato secondo nella distanza breve e si è imposto nei 200. L’elenco di questi allievi è nutrito: Sokwakhana Zazini si è imposto nei 400 ostacoli, Bryton Poole nell’alto, Zeney Van der Walt nei 400 ostacoli femminili. Numerosi sono i piazzamenti, segno che l’atletica sta tornando in pole position.

A Londra Van Niekerk è pronto per la doppietta 200-400: solo Michael Jonhson è stato capace di realizzare una simile impresa; Luvo Manyonga è il favorito nel lungo, Caster Semenya se vuole non ha rivali negli 800 e poi ha chiesto di correre i 1500 metri dove è una mina vagante, soprattutto se la gara non sarà velocissima. Il pesista Orazio Cremona non è tra i favoriti, ma può essere un uomo da podio, in virtù del suo 21.12 realizzato lo scorso aprile.

Cremona, che è nato a Johnnesburg, ha origini italianissime: il padre è mantovano e la madre toscana e si sono trasferiti a Johannesburg all’età di 15 anni. Una medaglia la ambisce anche il lunghista Ruswahl Samaai, quest’anno a 8.49, secondo alle spalle del connazionale Manyonga. L’elenco dei campioni del Sud Africa comprende poi Akani Simbine, velocista da 9”92 quest’anno (è terzo nella lista 2017), l’ostacolista dei 110 Antonio Alkana.

 

 

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