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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Piste&Pedane / Chi prima di Jacobs? Un secolo per un secondo e mezzo

Giovedì 9 Settembre 2021

 

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Se la vicenda di Lamont Marcell Jacobs è entrata di slancio nel nostro quotidiano, non so quanti sanno chi e cosa c’era stato prima. Questo breve studio dedicato ai record italiani della gara regina, ha la presunzione di voler riscoprire il nostro passato sui 100.

Gianfranco Colasante

Cronologia dei 100 metri italiani 

In un recente post, Giorgio (Cimbrico) mette sull’avviso la confraternita circa l’uso smodato, se non improprio, che si fa oggi delle parole “storia” o “storico” applicati allo sport. Condivido, dal momento che in genere, di “storico”, si finisce poi col trovare solo qualcosa di sentito dire male o di orecchiato peggio. Tanto più che la Storia, quella con l’iniziale maiuscola (penso a Montanelli, tanto per fare un nome a caso), in Italia pare essere stata abolita per decreto. Così convintamente aderisco e, ripromettendomi di non utilizzare il termine “storia” per una vicenda che pure si sviluppa per oltre 110 anni, ricorro a un meno impegnativo “cronologia” per rileggere le pagine un po’ ingiallite della velocità breve in Italia.

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I sentieri di Cimbricus / Quella palla da sedici libbre

Mercoledì 8 Settembre 2021

 

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Quasi tutti gli esercizi dell’Atletica derivano dagli antichi giochi popolareschi delle isole britanniche. Tra questi il getto del peso, come dire la palla di cannone da 16 libbre (7 chili e 257) che aveva scandito la storia dell’Impero.

Giorgio Cimbrico

Le carogne dei cavalli puzzavano perché sarà anche stato ottobre inoltrato ma su quella penisola il sole batteva ancora forte. E ora a Jim e agli altri del reparto toccava districarsi in quel macello, accatastare quel che rimaneva dei cavalli e dar loro fuoco, seppellire i morti e recuperare quei maledetti cannoni che erano costati la Brigata Leggera. Alla fine, i russi li avevano mollati scappando oltre quelle colline basse, affacciate sulla piana di Balaklava.

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Intervista / Ricci Bitti: difendere la vitalita' dello sport

Martedì 7 Settembre 2021

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Le Olimpiadi (e il loro futuro) viste dal di dentro: una chiacchierata a largo raggio con il presidente dell’ASOIF, Francesco Ricci Bitti, a qualche settimana dalla conclusione dei Giochi Tokyo. Un insolito e felice punto di arrivo per il Movimento Olimpico, messo a dura prova dal Covid-19, ma soprattutto una ripartenza densa di interrogativi a fronte di uno scenario internazionale alla ricerca affannosa di sostenibilità e nuovi equilibri. Ricci Bitti spiega come lo sport – un comparto sempre più centrale del dialogo tra i popoli ad economie variabili – possa e debba avere molto da dire e ancora più da fare, a partire dai programmi. Occasione anche per aprire una finestra sul versante dello sport italiano che – per paradosso – si trova ad essere il più vincente di sempre proprio quando gli sono stati ridotti finanziamenti ed autonomia. Con una proposta innovativa per provare ad uscire dagli equivoci causati dalla pasticciata riforma imposta dalla “politica”.

Gianfranco Colasante

– Presidente, considerato il ruolo che riveste al vertice dello sport mondiale e, soprattutto, all’interno del CIO, quindi da una posizione di privilegio come poche, può esprimere un parere sui Giochi di Tokyo, sul loro svolgimento, azzardando un bilancio conclusivo? 

“Far parte del Comitato dei Giochi rappresenta certamente un privilegio, ma specie nel caso di Tokyo 2020 ha comportato anche un impegno totale. Il rispetto dei piani di attività richiesto ad ogni persona accreditata ha comportato per il sottoscritto cinquantadue presenze sui campi di gara, per un totale di trentun sport, a cui vanno aggiunte le mattutine riunioni con il Comitato Organizzatore per le problematiche operative urgenti.

Il bilancio finale va considerato assolutamente positivo per Giochi Olimpici veramente speciali dal punto di vista ambientale come l’atmosfera distaccata della città di Tokyo e l’assenza di pubblico negli stadi. Averli portati a termine con soddisfazione di tutte le componenti: atleti, organizzatori, sponsor, media, Federazioni Internazionali e Comitati Olimpici Nazionali, dopo le ansie e le incertezze della vigilia, mi pare sia stato quasi un miracolo”.

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Duribanchi / Storie assurde (o meno) della settimana

Martedì 7 Settembre 2021

 

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E in più, una sommessa proposta: fare ministri o sottosegretari alcuni degli atleti para-olimpici che hanno gareggiato e vinto a Tokyo. Incredibili per sacrificio e volontà. In breve, gente seria, lontanissima dai teatrini.


Andrea Bosco

 

Nello sport, come nella vita, si vince e si perde. Abusata banalità di pensiero: di meglio, in questo momento, non riesco a tirar fuori. Bryan Dodien aveva 17 anni e sognava di diventare un calciatore. Paul Pogba quando vestiva la maglia della Juventus gli dedicò, dopo un gol, una maglietta. Bryan per cinque anni ha lottato contro la malattia, “quella” malattia. Alla fine è stato battuto. Nella realtà, raramente la conclusione della storia è hollywoodiana. Il cordoglio grande, di chi ha seguito la sua vicenda, nel perimetro di un destino vigliacco che gli ha impedito di diventare adulto.


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Fatti&Misfatti / Il bel paese del pesce porco

Lunedì 6 Settembre 2021


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Credere che lo sport non è solo gioco: è molto di più perché fa fiorire storie grandi in quel mondo così trascurato, nelle isole del volontariato, dove ci si batte davvero, soprattutto contro l’ignoranza e l’indifferenza.

Oscar Eleni

Fra i pescatori di Porto Ferraio nella darsena Medicea dove hanno trovato uno squalo morto, era un pesce porco che di solito sta nel Mar Nero. Nessuno stupore, se ti guardi intorno ne vedi tanti di pesci porco. Nella vita e quindi nello sport. Per fortuna siamo reduci dalle due settimane purificatrici delle ParaOlimpiadi. Se i Giochi di Tokyo ci dovevano insegnare qualcosa questo è avvenuto davvero, certo è costato tanto, di sicuro non tutti saranno stati felici proprio in Giappone, ma se i Giochi rinviati e poi messi inscena nell’estate ci hanno detto che si poteva rinascere, tornare a vivere, quelli della tribù Zanardi, i campioni paraolimpici ci hanno insegnato il modo di combattere davvero.

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