Fatti&Misfatti / Non temete, vi conosco bene mascherine
Lunedì 11 Maggio 2020
“Nel consiglio federale del basket hanno parlato di soldi da distribuire, la gola va alimentata, hanno invitato gente che c’entrava come i cavoli a merenda, passando la patata bollente a Leghe che non sanno davvero cosa cercare.”
Oscar Eleni
Sul treno a vapore della memoria leggendo una poesia di Vittorio Lingiardi, milanese, classe ‘60, psicologo che insegna alla Sapienza di Roma. Il tipo giusto per aiutarci a capire cosa può aver ispirato il consiglio federale del basket quando ci ha fatto sapere che sta studiando mascherine per favorire la ripresa agonistica. Ci aspettavamo coraggio, ma, si sa, don Abbondio gira sempre per le antiche scale, volevamo sentire un messaggio come quello di Velasco alla pallavolo sui giovani da portare in locande dove lavorare, lavarsi la roba, ma intanto crescere come uomini e giocatori o giocatrici. Niente.
I sentieri di Cimbricus / Il ragazzo che volle farsi emerodromo
Domenica 10 Maggio 2020
Su come è andata a Maratona e su quel che è successo dopo, hanno sempre raccontato un sacco di balle. Oggi, dopo lunghe ricerche – in Grecia, al British Museum, al Pergamum e all’Alte Museum di Berlino, alla Gliptoteca di Copenhagen –, siamo finalmente in grado di far cadere i veli del mito e raccontare tutta la verità, nient’altro che la verità. E se sarà meno eroica di quel che avete sempre masticato e digerito, pazienza.
Giorgio Cimbrico
“Mamma, voglio fare l’emerodromo”. “Ma caro, ci vogliono buone gambe e tu a volte non vuoi neanche andare al tempio per portare l’offerto ad Atena, nostra protettrice e patrona. E dire che è lì, a quattro stadi da casa nostra”.
“Hai ragione, sono un pigraccio, ma da quando ho parlato con Eucle, ho capito che fare l’emerodromo fa al caso mio: fichi del Peloponneso, miele di Tessaglia, formaggio di Chio, è quello che tocca. Mamma, ho diciotto anni, devo pensare al mio futuro. E poi, ci sarebbe anche qualcos’altro, … Per gli emerodromi le ragazze stravedono. E quando l’ho accennato a Ictina, quella ha cominciato a farmi gli occhi dolci”.
Duribanchi / La bellezza e' nella mente di chi la contempla
Domenica 10 Maggio 2020
Quel modo di lavorare che lo portava ad indagare, oltre all'aspetto, l'anima di chi fotografava. Ogni protagonista della sua galleria, sedotto dall’obiettivo di Bob Krieger, era in grado di sedurre. Seduzione fatta di dettagli e di luce.
Andrea Bosco
Era un uomo schivo ma di rara cordialità. Era un maestro. Raccontava con disincanto la sua vita simile ad un romanzo. Nato ad Alessandria d’Egitto aveva ereditato il rigore patrizio del padre prussiano e la vena artistica della madre siciliana, erede di una famiglia di pittori. Era un “cittadino del mondo”: disponibile a “concedersi” ad ogni forma di bellezza. E’ morto ad 84 anni, improvvisamente, mentre si trovava a Santo Domingo ospite di amici e in procinto di tornare in Italia dopo la “quarantena” Covid-19. Bob Krieger è stato un grande fotografo. Sarebbe limitativo definirlo “di moda” o semplicemente un “ritrattista”. Bob Krieger immortalava con la sua macchina fotografica donne e uomini, nella loro più nascosta bellezza.
Fatti&Misfatti / A chi tocca tocca, al tempo della pandemia
Giovedì 7 Maggio 2020
Le verità nascoste sui mali dello sport di squadra svenduto per fare spettacolo, dimenticando il resto, partendo dalla mente, dal cuore, dai sentimenti, pur scoprendo il lato oscuro dei giocatori che sperperano tutto e annusano di tutto.
Oscar Eleni
Davanti alla colonna infame che ai milanesi dovrebbe ricordare la peste, una tragedia, ma anche un monito. manzonaniamente si va in giro pensando a chi tocca tocca, però, come dice Natalia Aspesi, la paura non è tanto per il virus ma per noi mentre veniamo schivati dalle moto urlanti, per quelli che tanto tocca ad altri. Con questa idea in testa, valutando l’isterismo della cagnetta, aspettando il consiglio federale del basket, due o tre considerazioni. Ratko Rudic ha chiuso come allenatore di pallanuoto, farà soltanto il consulente. Un grandissimo, uno che ha lasciato davvero un grande insegnamento, come Velasco, come Tanjevic, come i cirenei del rugby chiamati da terre lontane e mai aiutati dal sistema a cambiare davvero le cose anche se preferiamo cento volte le sconfitte del Sei Nazioni all’ipocrisia di chi governa danzando e lo sport nella scuola lo lascia sotto i banchi, così come è stato fatto rinunciando alla Scuola dello Sport che era davvero una cosa seria, bella, utile. Appunto.
Piste&Pedane / Schwazer-story, “nessun fatto nuovo”
Mercoledì 6 Maggio 2020
Il tribunale federale di Losanna ha respinto la richiesta di annullamento avanzata dal marciatore che rimane fissata in scadenza all’estate 2024. Proprio tutto concluso?
Daniele Perboni
Giorno e notte, bianco e nero, sopra e sotto. Lo yin e lo yang. Destra e sinistra. Coppi contro Bartali. Tesi e antitesi. Capitalisti e proletari. Sistema eliocentrico e sistema geocentrico. Categorie che ci incasellano, ci legano. Da sempre. Ma piacciono anche. Confortano. Calmano i nervi, come direbbe qualcuno. Lasciano libertà di scelta in quale campo combattere, credere, rispecchiarsi. È così anche per la vicenda di Alex Schwazer. Innocente o colpevole? L’ingenuo che si è fatto trascinare nell’ingorgo del doping (estate 2012, positivo all’Epo) e dopo la confessione colpito alle spalle, lui e il suo mentore Sandro Donati, altro cavaliere (oscuro o Sir Lancillotto, fate voi), oppure il freddo calcolatore che per scalare la montagna non si è fatto scrupolo alcuno?
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