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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Fatti&Misfatti / Notti magiche e albe tragiche

Lunedì 21 Giugno 2021

 

sacchetti 


“Il basket e la sua nazionale non amata dai campioni che preferiscono un’estate al mare piuttosto che i tormenti nel preolimpico a Belgrado. L’ex capitano Datome e Belinelli, hanno costretto Petrucci a mostrare la piega amara. Alzata di spalle, tanto abbiamo i sostituti.”

Oscar Eleni

Fra i ballerini al mulino de la Galette, sulla collina di Montmartre, chiedendo alla fantasia di Renoir di lasciarci ad un tavolo con amici che non ci sono più e urlerebbero con noi se l’oste, il politico, il dirigente, l’allenatore, il giocatore facessero scena muta davanti a chi domanda perché. Una sconfitta. Una brutta figura, i prezzi esagerati, cominciando dagli ombrelloni, il grande attore che seduce la novizia in clausura, quelli delle cene eleganti convinti di meritare il paradiso nel paese confuso dai vaccini, per i vaccini, in mondo dove il diritto al lavoro viene disprezzato.

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Osservatorio / Un grande atleta e' sempre un buon dirigente?

Lunedì 21 Giugno 2021

 

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Chiamali, se vuoi, errori di strategia o semplici infortuni di gestione. Ma ad appena cinque mesi dall’incoronazione del nuovo presidente, l’atletica pare avere qualche problema in più. Esageriamo?

Luciano Barra

Non ricordo se a Firenze, o alle esequie di Paola Pigni, mi è stata posta brutalmente la domanda “Ma perché tu ce l’hai così tanto con Stefano Mei”. La mia risposta è stata: “Io con Stefano Mei non ce l’ho proprio. Perché dovrei avercela. È stato un grande atleta quando ero Segretario Generale della FIDAL e con lui ho sempre avuto, e tuttora ho, buoni rapporti. Scherziamo via WhatsApp o quando ci incontriamo parlando di un comune amore, l’atletica. Io ce l’ho con il Presidente della FIDAL perché lo ritengo inadeguato e questa è un’altra cosa”.

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I sentieri di Cimbricus / Ryan Crouser, una favola di giganti

Domenica 20 Giugno 2021

 

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Spara che ti spara, alla fine Ryan ce l’ha fatta e con il 23.37 di Eugene (Trials USA) è diventato il primo esponente di una famiglia di lanciatori a centrare un record del mondo. Quanto alle Olimpiadi, vedremo.

Giorgio Cimbrico

Ryan Crouser è circondato da una così fitta genealogia da costringere a impugnare una matita e disegnare una robusta pianta, una quercia: ramo per ramo, i nomi dei parenti e le loro misure. Un’altra immagine: i Crouser come un famiglia di allegri e irsuti boscaioli dell’Oregon. Ryan non assomiglia a un vecchio eroe dei fumetti, Li’l Abner? Prima delle misure dei parenti, le misure di Ryan: le varie schede rintracciate concordano nel darlo alto 2,01 e divergono sul peso, indicato tra i 130 e i 145. Di più pesante, in circolazione, c’è il discobolo svedese Daniel Stahl, 2,02 per 150. Giganti non troppo definiti: un po’ di ciccia è umana.

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Io non c'ero (12) / Quelle notti gelide col Rosso Volante

Domenica 20 Giugno 2021


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“Nessuno di noi inviati sin troppo speciali ebbe rimorsi per i tanti “io c’ero” bugiardi ammollati ai lettori. Ma quella volta a guardare Eugenio Monti finalmente vincere, io c’ero”.

Gian Paolo Ormezzano


Grenoble, Francia, anno 1968, Giochi invernali, noi italiani a priori con poco da dire. Sci alpino dominato da austriaci, svizzeri e soprattutto francesi, con Jean Claude Killy superidolo candidato a tre ori (pronostico rispettato), noi avremmo dovuto aspettare il 1970, i Mondiali in Val Gardena, per scoprire un certo Gustav Thoeni da Trafoi, più loquace parlatore in tedesco che in italiano. Sci nordico nelle mani storiche di scandinavi e sovietici, con primi arrivi dalla Germania Est. Sport del ghiaccio per noi neanche da parlarne. C’era il bob, sì, il bob a due e a quattro, pilota sempre Eugenio Monti da Dobbiaco, il fuoco nei capelli rossi e dentro il cuore.

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I sentieri di Combricus / The “Flying Sikh”, gemma venuta dall'India

Sabato 19 Giugno 2021

 

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Storia di Milkha Singh, sopravvissuto alla sanguinosa Partizione del ’47, l’atletica scelta per necessità, a Roma ’60 per una manciata di centesimi perse il podio dei 400 quando ancora le finali erano a sei corsie.

Giorgio Cimbrico

In pochi giorni il male che ha assalito il mondo ha rapito una donna e un uomo che molti anni or sono avevano unito vita, destino e futuro: prima, Nirmal Kaur, già capitana della nazionale di pallavolo; ora, avviato verso i 92 anni, il marito, Milkha Singh, the “Flying Sikh”, l’atleta simbolo della grande India, il campione che corse uno dei giri di pista più appassionanti nella storia dei Giochi. Oceania a parte, tutti i continenti erano rappresentati all’Olimpico di Roma il 6 settembre 1960: gli americani Otis Davis e Earl Young, i tedeschi Carl Kaufmann (nato a Brooklyn e di professione cantante) e Manfred Kinder, il sudafricano Malcolm Spence e, per l’Asia, Singh.

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