Politica sportiva / A chi tocca ora la vigilanza sullo Sport?
Martedì 7 Aprile 2015![del rio](/Joomla15/images/stories/del%20rio.jpg)
A ben guardare, la vigilanza sullo Sport pare infatti non portare bene. Ricordate il ministro Piero Gnudi, il commercialista bolognese amico di Prodi, ministro del Turismo e dello Sport del governo Monti? Incarico lasciato presto, dopo iniziali dichiarazioni di fuoco, a seguito della caduta di Monti, ma subito rientrato in gioco quando il nuovo premier Renzi gli ha affidato l'Ilva di Taranto come commissario straordinario, ... Si vede proprio che lo Sport non era la sua vocazione principale.
Ancora più breve è stato l'interregno della canoista Iosef Idem, prurimedagliata campionessa prima per la Repubblica Federale di Germania e poi per l'Italia. Entrata in parlamento con il governo Letta (Enrico) assunse l'incarico di ministro dello Sport, ma lo devette lasciare di gran corsa, costretta a dimettersi per aver dimenticato di pagare l'ICI dovuta. Scusandosi col dir, ... "mi son fidata!". E' stata poi la volta del buon Del Rio, che sognava di fare il calciatore, ma che ha rinunciato al Milan di Berlusconi per entrare in politica con i DS. Come nuovo ministro delle Infrastutture ha subito dichiarato: "Gli italiani hanno bisogno di tante opere fatte bene e discusse con la massima trasparenza, ...". Auguri, ministro.
Lo Sport, con tutte le sue magagne, può attendere. Come anche la famosa legge-quadro, che ormai è come la sora Pia, ... che tutti la vonno, ma nessuno se la pija.
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