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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / Il mondo nuovo e' di "Mondo"

Giovedì 10 Marzo 2022

 

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Il bambinello che saltava 2.33 a otto anni, spazzato il record di famiglia (5.80 di papà Greg), è campione olimpico, europeo, europeo indoor, vicecampione mondiale, padrone di quattro delle sei migliori misure nella storia dagli acrobati dell’atletica.

Giorgio Cimbrico

Dopo l’abbattimento del dittatore, il nuovo, barbuto leader annunciò: “Da oggi la lingua ufficiale di Bananas sarà lo svedese”. Nel salto con l’asta lo è da quando Armand Duplantis è entrato in scena e lo è a maggior ragione ora che il giovanotto, su fermo invito di mamma Helena – consigliera e all’occorrenza autotrasportatrice – si è messo a parlare e a scrivere in quell’idioma, ad avere un legame amoroso con una ragazza svedese e a gareggiare per l’IF Uppsala, la bella città universitaria appena a nord di Stoccolma, paradiso per bibiofili e per bibliomani.

“E’ stata dura: in questi due anni devo averla provata cinquanta volte e finalmente è arrivata”: Armand detto “Mondo” parla della quota che ha superato, 6.19. Dove è nato e cresciuto, Lafayette, Louisiana, dicono 20 piedi e 4 pollici. Asticella toccata con un ginocchio: è rimasta su. Alla stessa prova, la terza, a Birmingham, era venuta giù e lui si era un po’ arrabbiato. Prossimo obiettivo, finalmente “tondo”: 6.20. Esperti e veterani lo vedono anche a 6.30. Oggi tocca a lui il ruolo di stella crescente dell’atletica.

A poco più di 22 anni, terzo record del mondo assoluto – 6.17 e 6.18 in pochi giorni di distanza, due anni fa, a Torun e a Glasgow e, per dimostrare di non essere solo un “saltatore da sala”, 6.15 al Golden Gala 2020. Anche all’aperto nessuno in alto come lui.

Gara singolare (a 5.46 i suoi modestissimi avversari erano tutti fuori gioco), risolta con sei salti (5.61 per sgranchirsi, 5.85, 6.00, le tre prove a 6.19), la 30ª che lo svedese volante chiude a 6.00 o più. Sergei Bubka lo ha fatto in 44 occasioni. L’età di Armand induce a pensare che anche nella “profondità” l’ucraino, nato e cresciuto nel Donbass (Lugansk e Donetsk), verrà superato.

Duplantis, il bambinello che saltava 2.33 a 8 anni, capace di spazzar via il record di famiglia (5.80 di papà Greg), è campione olimpico, campione europeo, campione europeo indoor, vicecampione mondiale, padrone di quattro delle sei migliori misure sorvolate nella storia dagli acrobati dell’atletica.

In caccia di un’altra corona, sulla stessa pedana belgradese e tra poco più di una settimana, non sarà più protagonista di un’esibizione. L’avversario ha un nome danese quanto non è svedese quello di Armand: Chris Nilsen, originario del Missouri, un sorridente gigante, appena al di sotto dei due metri e qualche chilo sotto il quintale. La Francia gli è stata favorevole: 6.02 a Tourcoing e 6.05, record americano indoor, a Rouen.

Scorrendo le liste di stagione, appare evidente che sarà una gara-fiume, con almeno sette uomini in grado di attaccar misure sopra i 5.80. Uno è il filippino Ernest Hobiena, ennesimo record nazionale a 5.91, e un altro è Thiago Braz, stessa quota superata sempre nella generosa serata normanna. Hobiena e Braz, campione olimpico a Rio, fanno parte dell’illustre scuderia di purosangue allenati e affinati da Vitaly Petrov: i fratelli Bubka, Yelena Isinbayeva, Beppe Gibilisco. Nato sovietico, ora ucraino, nativo di Donetsk, Petrov, 77 anni, è entrato nella galleria dei grandi tecnici, accanto a Frank Stampfl, Arthur Lydiard, Percy Cerutty, Bud Winter.

Cinquant’anni fa Kjell Isaksson, svedese ai 100%, diede vita a una magnifica rivalità con Bob Seagren che sfociò in un serie di record che portarono il vertice mondiale da 5.51 a 5.63. Fu anche l’estate dei Giochi di Monaco di Baviera, del bando della IAAF “fulminato” sulle nuove Cata-Poles e della prima vittoria olimpica non americana. A rompere il monopolio, il DDR Wolfgang Nordwig, record olimpico portato a 5.50.

Quelle misure parlano di un passato lontano e di uno sviluppo crescente, dell’allenamento e degli attrezzi. Il mondo nuovo è di “Mondo”. E anche il futuro.

 

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