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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Pechino 2022 / Verso la conclusione tra medaglie e veleni

Giovedì 17 Febbraio 2022


1brignone


Le ultime ore, con la squadra scesa in tredicesima posizione in quanto agli Ori, sono state caratterizzate da due altre medaglie (che sono ora 16) e soprattutto da un alto tasso di nervosismo. Sarebbe opportuno spegnere i toni.

Gianfranco Colasante

“Incredibili successi”, chiosa il presidente del CONI riponendo nel cassetto la medaglia n. 16 e tentando con questo di spegnere le baruffe che avvelenano il clima della squadra olimpica, peraltro impermeabile ai richiami presidenziali. Fatto si è che nel giro di ventiquattro ore, il doppio successo delle due ragazze terribili – guarda caso, le più medagliate della spedizione –, con il secondo argento di Arianna Fontana nei 1000 e con il bronzo che Federica Brignone ha conquistato nella Combinata, le polveri si sono riaccese e la temperatura è salita al calor bianco. Fino a coinvolgere nelle polemiche anche le famiglie, come non s’era mai visto prima.


GINECEO – Aveva cominciato Arianna Fontana – fresca primatista di medaglie “invernali” con i suoi 11 podi (anche se Stefi Belmondo, appena scalzata, le ha ricordato che nello Short è un po’ … più facile) – rinfocolando ad alta voce l’immusonita polemica contro la Federazione ghiaccio che non vede di buon occhio l’intromissione del suo allenatore e marito, l’americano Anthony Lobello. Facendo filtrare l’intenzione di lasciare: e in vista di quel 2026 da giocarsi in casa, questa più che una brutta notizia pare una minaccia da valutare. Tanto più che a quell’epoca la guerriera Arianna avrà 35 anni.

Dal ghiaccio alla neve, dalle nostre parti fa sempre caldo. Ed ecco scendere in campo Maria Rosa Quario, la mamma di Federica Brignone, che arriva a mettere in dubbio l’infortunio di Sofia Goggia – peraltro già rientrata in Italia ed omaggiata a Malpensa con l'ennesimo Tapiro –, definendo la bergamasca “egocentrica” e protagonista ad ogni costo. Spiegando che le due non vanno proprio d’accordo, anche perché “non sono mai state amiche”. Condizione non richiesta, ma sarebbe bene non doverlo ricordare ad ogni passo. Soprattutto per la tranquillità dell’ambiente. In questo gineceo, tra dispetti e veleni, Malagò è costretto ad improvvisarsi pompiere e paciere. Da scommettere che preferirebbe un colloquio con Sport&Salute.

Con un'appendice tutta da chiarire. Quel pasticciaccio brutto nello Sci, con il c.t. che chiede a Matteo Marsaglia di "darsi malato" per poter far scendere in Super-G Mattia Casse, prima escluso dalla squadra e poi fatto appositamente arrivare dall'Italia. Alla faccia del ventilato spirito olimpico, più che una bandiera ormai uno straccio lacero. Andrebbero chiarite le motivazioni e cosa c'è realmente dietro questa storia: sponsor, materiali, amicizie, altro? Tanto più che è difficile invocare motivazioni tecniche, visto che Marsaglia ha in ogni caso degnamente onorato la sua partecipazione.
   
MEDAGLIE – Quando lo stesso presidente pro-tempore del CONI, in sede di previsione, aveva posto l’asticella a 20 medaglie, in molti avevano storto la bocca. A ben vedere, ha avuto ragione lui, o almeno quasi, tanto più che i giochi (minuscolo) non sono ancora conclusi. Certo, vero è che quando si dice che il bilancio di Pechino è inferiore solo a quello di Lillehammer 1994, e superiore a tutte le altre edizioni del passato, si commette una imprecisione, perché volutamente non si vuole tener conto della variabile più importante: il numero delle medaglie poste in palio.

Così, stimolati da queste affermazioni un po’ avventate, siamo andati a rileggere i dati e ve li proponiamo per una riflessione comune. Ecco quanto esce mettendo a confronto le ultime edizioni (ad eccezione di Sochi, dove Malagò, appena eletto, pagò pegno tornando a casa senza neppure un oro, come non accadeva dal … 1980) con la percentuale delle medaglie italiane rispetto a quelle disponibili. Questo è il quadro:

 

Gare

Med.

Italia

%

Lillehammer 1994       

61

183

20

10,9%

Albertville 1992

57

171

14

8,2%

Salt Lake City 2002

78

234

13

5,5%

Nagano 1998

68

204

10

4,9%

Pechino 2022

109

327

16

4,9%

Torino 2006

84

252

11

4,4%

PyeongChang 2018

102

306

10

3,3%













Ciò premesso, due piccole considerazioni a margine. La prima riguarda l’età media della squadra portata a Pechino. Salvo poche e lodevoli eccezioni, i migliori sono più vicino ai trenta che ai venti, e se pensiamo che nel 2026 tutti avranno quattro anni in più, ci sarà molto da lavorare e da … inventare. Tanto più che il reclutamento, ridotto alle sole regioni del Nord, ai nostri giorni appare abbastanza problematico. Per di più con più d’un settore da ricostruire da zero.

La seconda riguarda l’eccessivo attivismo di Malagò sui media, il ché in assoluto non guasta, ma che finisce col mettere costantemente in ombra gli apparati federali. Andrebbe tenuto conto che ai Giochi Olimpici – come a tutte le altre manifestazioni internazionali – nel bene e nel male protagoniste sono solo le Federazioni (nel nostro caso, contrariamente a quello internazionale, le sole due previste dal nostro ordinamento): la FISI di Flavio Roda e la FISG di Andrea Gios (cui va il merito delle due medaglie d’oro). Il CONI non dispone di alcuna struttura tecnica e – spiace doverlo rammentare – nello specifico ha un ruolo secondario limitato agli aspetti organizzativi.

Certo, anche in questa occasione va dato atto al presidente del CONI di aver risollevato il morale dello sport italiano (se facciamo eccezione per quel comparto, non proprio commendevole, che resta il Calcio dove aveva provato a mettere mano facendo anche peggio), un po’ depresso dopo la lunga epoca della P3 (Pescante, Pagnozzi, Petrucci). Ma il vero problema è che in questa operazione si mostra sempre più solo, senza che l’apparato – sia politico che organizzativo – appaia pronto a sostituirlo. Quando lascerà (se lascerà: e sono in molti a non volerlo credere) chi prenderà il suo posto? E il CONI del 2025 sarà migliore o diverso da quello che ha trovato nel 2013? Chi avrà la fortuna di vivere fino ad allora, avrà modo di verificarlo.
 

XXIV Giochi Olimpici
17 Febbraio / 14ª Giornata
 
COMBINATA NORDICA
• Uomini
Gundersen LH+4x5 Km
1. NOR (Espen Bjoernstad, Espen Andersen, Jens Luraas Oftebro, Joergen Graabak) 469,4
2. GER (Manuel Faisst, Julian Schmid, Eric Frenzel, Vinzenz Geiger) 467,0
3. JPN (Yoshito Watabe, Hideaki Nagai, Akito Watabe, Ryota Yamamoto) 466,6

9. ITA (Iacopo Bortolas, Samuel Costa, Raffaele Buzzi, Alessandro Pittin) 320,1.
 
FREESTYLE
• Donne
Ski Cross
1. Sandra Naeslung (SWE)
2. Marielle Thompson (CAN)
3. Daniela Maier (GER)

10. (Qt.) Jole Galli; 17. (Ott.) Lucrezia Fantelli.

HOCKEY
• Donne
1. CAN 3-2
2. USA
3. FIN 4-1
 
PATTINAGGIO FIGURA
• Donne
Singolo
1. Anna Shcherbakova (ROC) 255,96
2. Alexandra Trusova (ROC) 251.73
3. Kaori Sakamoto (JPN) 233,13
 
PATTINAGGIO VELOCITÀ
• Donne
1000 M
1. Miho Takagi (JPN) 1’13”19
2. Jutta Leerdam (NED) 1’13”83
3. Brittany Bowe (USA) 1’14”61
 
SCI ALPINO
• Donne
Combinata
1. Michelle Gisin (SUI) 2’25”67
2. Wendy Holdener (SUI) 2’26”72
3. Federica Brignone (ITA) 2’27”52

rit. Nicol Delago (2ª prova); Marta Bassino (2ª prova); Elena Curtoni (1ª prova).
 

XXIV Giochi Olimpici
16 Febbraio / 13ª Giornata

BIATHLON
• Donne
Staffetta 4x6 Km
1. SWE (Linn Persson, Mona Brorsson, Hanna Oeberg, Elvira Oeberg) 1h11’03”9 (+6)
2. ROC (Irina Kazakevich, Kristina Reztsova, Svetlana Mironova, Uliana Nigmatullina) 1h11’15”9 (+8)
3. GER (Vanessa Voigt, Vanessa Hinz, Franziska Preuss, Denise Herrmann) 1h11’41”3 (+6)

5. ITA (Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Samuela Comola, Federica Sanfilippo) 1h12’37”0 (+5)
 
FREESTYLE
• Uomini
Slopestyle
1. Aleksander Hall (USA) 90,01
2. Nicholas Goepper (USA) 86.48
3. Jesper Tjader (SWE) 85,35

18. Leonardo Donaggio (Qlf.) 63,48.
 
Aerials
1. Qi Guangpu (CHN) 129,00
2. Oleksandr Abramenko (UKR) 116,50
3. Ilia Burov (ROC) 114,93
 
SCI ALPINO
• Uomini
1. Clement Noel (FRA) 1’44”09
2. Johannes Strolz (AUT) 1’44”70
3. Sebastian Foss-Solevaag (NOR) 1’44”79

8. Giuliano Razzoli 1’45”05; 11. Tommaso Sala 1’45”37; rit. Alex Vinatzer (2ª manche).
 
SCI DI FONDO
• Uomini
Sprint a coppie
1. Erik Valnes/Johannes H. Klaebo (NOR) 19’22”99
2. Livo Niskanen/Joni Maki (FIN) 19’25”45
3. Alexander Bolshunov/Aleksander Terentev (ROC) 19’27”28

5. Francesco De Fabiani/Federico Pellegrino 19’48”42
 
• Donne
Sprint a coppie
1. Katharina Hennig/Victoria Carl (GER) 22’09”85
2. Maja Dahlqvist/Jonna Sundling (DWE) 22’10”02
3. Yulia Stupak/Natalia Nepryaeva (ROC) 22’10”56

13. Caterina Ganz/Lucia Scardoni 23’47”06

SHORT TRACK
• Uomini
Staffetta 5000 M
1. CAN (Charles Hamelin, Steven Dubois, Jordan Pierre-Gilles, Pascal Dion) 6’41”257
2. KOR (Lee Juneseo, Hwang Daeheon, Kwak Yoongy, Park Janghyuk) 6’41”679
3. ITA (Pietro Sighel, Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Andrea Cassinelli) 6’43”431

• Donne
1500 M
1. Choi Minjeong (KOR) 2’16”831
2. Arianna Fontana (ITA) 2’17”862
3. Suzanne Schulting (NED) 2’17”865

12. (5.-Fin.B) Cynthia Mascitto 2’20”268; 28. (5.-Qt.) Arianna Sighel 2’22”318.

 

 

 

 

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