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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Pechino 2022 / C'e' sempre tempo per fare meglio

Venerdì 11 Febbraio 2022

 

malago-pechino


Con le due nuove medaglie di Bronzo toccata quota 10 ed eguagliato il responso di PyeongChang quando mancano ancora nove giornate di gare. Ma il vertice resta lontano, ancorato agli anni Novanta.

Gianfranco Colasante

“Rispettata la tabella di marcia: stiamo onorando il nostro Paese”, questo con malcelato sollievo il sigillo apposto dal redivivo presidente del CONI alla giornata che – tra le sette gare in programma oggi – ha portato in cascina altre due medaglie di bronzo: con Davide Ghiotto nella 10 chilometri su pista lunga e con la risorta Dorothea Wierer nella sprint del Biathlon, tornata l’implacabile Calamity Jane dopo la delusione della 15 km. Il che, a metà percorso, porta il totale ai dieci podi che eguagliano PyeongChang, sebbene con un oro in meno.

Certo, c’è ancora tempo per fare meglio (occhio ai quattro ragazzi della staffetta dello Short track), ma intanto qualche considerazione si può già azzardare.

Come andrà a Milano-Cortina nel 2026 non è certo ipotizzabile oggi. Quando ancora resta quasi tutto da fare, tra liti tra enti locali e ricorsi amministrativi, Pechino più che una prova generale è solo una tappa di avvicinamento. Ma il vero obiettivo – al di là della consegna della bandiera olimpica – è cercare di far diventare quella rassegna una manifestazione “nazionale”, non solo una vetrina illuminata a giorno sui territori governati dalla Lega. Qui il gioco sarà molto più duro anche perché difficilmente calabresi o sardi, tanto per fare un esempio, si sentiranno coinvolti ed esulteranno perché sulle due più ricche regioni del paese pioveranno finanziamenti a pioggia per strade, ferrovie, infrastrutture e nuovi impianti (quanto ai Giochi “a costo zero”, chiedere per competenza al ministro Giovannini).

Tutto ciò premesso, basta questo a disegnare il limite di questa candidatura strappata alla Svezia, troppo legata agli umori e ai malumori della nostra politica, ma (questo va ricordato) fortemente voluta da Giovanni “il temporeggiatore”. A dirla tutta, è lo sport invernale nel suo complesso che da noi non ha mai raggiunto quella diffusione, o sollevato quell’interesse, che sarebbe logico attendersi – considerata l’organizzazione di tre edizioni olimpiche –, concentrato com’è sempre in Alto Adige e in poche vallate dell’arco alpino. Di sforzi in questa direzione – se pure ci sono stati o ci sono – non se ne sono avveduti in molti. Questa sarebbe una occasione imperdibile per cambiare qualcosa. E questo già disegna il programma che attende Malagò, che nel febbraio 2026 (che governo ci sarà in quei giorni?) non disporrà più dell’usbergo protettore da capo del CONI.

MEDAGLIE – La seconda riflessione riguarda proprio le medaglie di Pechino. Al termine dell’ottava giornata, in testa figurano con 14 podi la Norvegia (6/3/5) e l’Austria (4/6/4), davanti ai 12 del Comitato Olimpico Russo (2/4/6) e del Canada (1/4/7) e agli 11 della Germania (7/4/0) che pure ha il record degli Ori. Subito dopo seguono gli azzurri, per il totale di 10 alla pari con Olanda e Stati Uniti. Posizione di tutto rilievo, comunque la si giri, e soprattutto entro la Top Ten (con una classifica a punti che vede gli azzurri in ottava posizione con 117 punti per una classifica guidata dalla coppia Norvegia/Austria con 177/176).

Anche se il record assoluto per noi restano le 20 vinte nel 1994 a Lillehammer, quando per la prima volta gli “Invernali” si distaccarono dalla cadenza “Estiva”. Ma va anche ricordato che a quel tempo le gare da medaglia erano 68 rispetto alle … 109 di Pechino, che con il 37,6% in più costituiscono un nuovo record (a cui nel 2026 si aggiungerà almeno lo … Sci alpinismo, fortemente voluto dagli amministratori locali).

Prima di esultare, quindi parrebbe opportuno provare a mettere le cose a posto in chiave storica, riordinando i successi azzurri in base al rapporto medaglie/gare. Questo è il responso che ne risulta, prendendo in esame le sole edizioni con almeno 10 medaglie vinte:

• 32,8% - Lillehammer ’94 (20 medaglie, 61 gare)
• 24,6% - Albertville ’92 (14 medaglie, 57 gare)
• 16,7% - Salt Lake City ’02 (13 medaglie, 78 gare)
• 14,7% - Nagano ’98 (10 medaglie, 68 gare)
• 13,1% - Torino ’06 (11 medaglie, 84 gare)
• 9,8% - PyeongChang ’18 (10 medaglie, 102 gare)
• 9,2% - Pechino ’22 (10 medaglie, 109 gare)

Rapporto forse un po' grossolano, ma esplicativo. Se poi pensiamo che a Pechino verrano distribuite 318 medaglie. il nostro bottino si riduce ad un misero 3,2%. Chissà se i noti coriferi se ne saranno accorti.



XXIV Giochi Olimpici
11 Febbraio / 8ª Giornata

BIATHLON
• Donne
7,5 Km Sprint
1. Marte Olsbu Roeiseland (NOR) 20’44”3 (0)
2. Elvira Oeberg (SWE) +30”9 (0)
3. Dorothea Wierer (ITA) +37”2 (0)

36. Lisa Vittozzi +2’24”8 (-4); 57. Samuela Comola +2’46”4 (-1); 82. Federica Sanfilippo +4’12”8 (-5).

PATTINAGGIO DI VELOCITÀ
• Uomini
10.000 M
1. Nils van der Poel (SWE) 12’30”74 [WR]
2. Patrick Roest (NED) 12’54”59
3. Davide Ghiotto (ITA) 12’45”98

9. Michele Malfatti 13’01”42

SCI ALPINO
• Donne
Super-G
1. Lara Gut-Behrami (SUI) 1’13”51
2. Mirjam Puchner (AUT) 1’13”73
3. Michelle Gisin (SUI) 1’13”81

7. Federica Brignone 1’14”17; 10. Elena Curtoni 1’14”34; 17. Marta Bassino 1’15”08, 22. Francesca Marsaglia 1’15”61.
 
SCI DI FONDO
• Uomini
15 Km TC
1. Livo Niskanen (FIN) 37’54”8
2. Alexander Bolshunov (ROC) 38’18”0
3. Johannes Haesflot Klaebo (NOR) 38’32”3

18. Francesco De Fabiani 40’16”4; 22. Giandomenico Salvadori 40’33”2; 34. Paolo Ventura 41’12”2: 52. Maicol Rastelli 42’25”4.
 
SHORT TRACK
• Donne
1000 M
1. Suzanne Schulting (NED) 1’28”391
2. Choi Minjeong (KOR) 1’28”443
3. Hanne Desmet (BEL) 1’28”928

(10.) Arianna Fontana, caduta Fin-A; 21. Cynthia Mascitto (Bt.) 1’28”471.
 
SKELETON
• Uomini
1. Christopher Grotheer (GER) 4’01”01
2. Axel Jungk (GER) 4’01”67
3. Yan Wengang (CHN) 4’01”77

11. Amedeo Bagnis 4’04”08; 14. Mattia Gaspari 4’05”03.

SNOWBOARD
• Uomini
Halfpipe
1. Ayumu Hirano (JPN) 96,00
2. Scotty James (AUS) 92,50
3. Jan Scherrer (SUI) 87,25

13. Louis Philip Vito III (Qlf.) 60,25; 19. Lorenzo Gennero (Qlf.) 34,75
 
Foto CONI.  


 

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