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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / In memoria del marine "Rex" Cawley

Venerdì 11 Febbraio 2022

 

frinolli-tokyo


Primatista del mondo dei 4H (49”1), record tolto a Tito Morale, e campione olimpico a Tokyo – davanti a Cooper e allo stesso Morale – se ne è andato ad 81 anni chiudendo una delle pagine più eccitanti della specialità.

Giorgio Cimbrico

“Al sesto ostacolo ero davanti”, ricorda Roberto Frinolli in un dialogo telefonico che si trasforma in elogio funebre – o, brutalmente, “coccodrillo” – in memoria di Warren Cawley, più conosciuto come Rex, a 81 anni partito per quello che il Bardo definì il viaggio da cui nessuno ha più fatto ritorno. Parole semplici e perfette, come capitava molto di sovente a Shakespeare.

L’ombra cechoviana che Alfredo Berra appuntò addosso a Frinolli divenne anche più robusta quattro anni dopo, a Mexico City, ma non è il caso di riesumare ancora una volta quella gara e quel titolo: “Frinolli ultimo”. Meglio rifugiarsi nella dimensione del sogno: “Mi capita di vedermi in una terza finale olimpica e mi domando come sono riuscito a finirci perché quello che vedo è il me stesso di oggi, non quello di quasi sessant’anni fa”. La dimensione onirica può regalare dimensioni inaspettate, viaggi nel passato, distorsioni spazio-temporali.

Frinolli era davanti al sesto e teneva ancora un margine che i sacri testi definiscono di tre yards all’ottavo quando l’americano con i capelli a spazzola portò l’attacco finale. Quel vantaggio svanì, per diventare uno svantaggio di un secondo e un decimo. Cawley vinse in 49”6, senza record olimpico; John Cooper e Tito Morale si disputarono e a parità di tempo manuale, 50”1, la medaglia d’argento e il britannico ebbe la meglio. Meno di dieci anni dopo Cooper era nella lista dei 346 passeggeri del volo 981 delle Turkish Airlines che il 3 marzo 1974 si schiantò vicino a Parigi. Il giorno prima era al Parco dei Principi per Francia-Inghilterra del 5 Nazioni. Aveva 33 anni.

Cawley era originario del Michigan, si era messo in luce da adolescente come velocista sulle 100 yards e nel 1963 aveva vinto il titolo NCAA sul quarto di miglio con dieci barriere. Il 13 settembre 1964 impedì a Morale di festeggiare il secondo anniversario del record del mondo, 49”2, con cui il 14 settembre 1962, a Belgrado, aveva conquistato il titolo europeo con schiacciante margine sul tedesco Joerg Neumann, 50”3, e uguagliato il record di Glenn Davis, oro olimpico a Melbourne e a Roma.

Per l’exploit Rex scelse l’occasione preferita da un americano, la finale del Trials, in scena al Coliseum di Los Angeles. Tutti e tre i cronometristi registrarono 49”1. William Hardin finì a sette decimi e Jay Luck a un secondo e tre decimi. Nella finale di Tokyo – cui si riferisce la foto che lo vede subito dietro Frinolli, ancora primo – Luck avrebbe preceduto lo stesso Frinolli, sesto in 50”7.

 

 

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