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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Vecchie foto / "Ci eravamo tanto amati"

Domenica 6 Febbraio 2022

 

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Scritto come lunga didascalia alla foto che ci ha mandato Arrigoni e che Papetti metterà nel museo milanese di basket. Incompleta perché la memoria tradisce, comunque la teniamo ricordando un momento che ci ha liberato dalla tristezza.

Oscar Eleni

Quello che scrive è accosciato in basso, digrignando i denti, alla fine di un clinic tecnico che ci portò la rivelazione della uno tre uno pressing. Come nel capolavoro di Scola del 1974 un gruppo di amici cercò di capire cosa era stato il loro passato e come avremmo vissuto il futuro. Magari tradendo, come il cestista Gassman, i molti ideali che ci avevano portato in quel viaggio romano meraviglioso ed indimenticabile.

Il gruppo lombardo aveva scelto come tana la casa della vedova Alice Feller. Sales, con cui avevamo concluso il corso da allievi allenatori ispirato dagli insegnamenti del professor Guerrieri, spaventato dai troppi profumi nel bagno di chi vi scrive, Paolo Viganò vero maestro, Bianchini, Innocenti, Santinoli.

Un bel gruppo dove la bestemmia era proibita, anche se si faceva fatica a sopportare tutta la rigidità del gruppo Lamber, la grande fantasia del vate Bianchini. Lezioni fra i grandi, Primo, Cerioni, ma, soprattutto Rubini e Garbosi, avendo scoperto la semplicità coinvolgente di un grande come Lou Carnesecca che sconvolse qualche nostra futura stella chiedendo sempre che un giocatore ringraziasse il compagno per un assist, per una copertura, per una fatica che doveva essere di gruppo.


L’elaborazione di quelle lezioni magistrali nelle carbonare sul lago di Bracciano. Le nostre vite denudate da bei ricordi nel giorno in cui, come dice Bianchini, il basket italiano è stato aiutato ad uscire dalla sua piccola provincia. Amici per sempre, anche se su strade diverse. Sales e Bianchini i grandi, gli altri portantini come Manfredi per trovare la loro strada, Viganò il guru che serviva in quelle giornate elettrizzanti. Come succede nelle grandi scuole non tutti sono diventati importanti come Gassman, molti sono rimasti come Satta Flores, nel sogno, altri hanno continuato a combattere, anche se spesso non capiti.

Una foto meravigliosa, che ci ricorda come eravamo e quanto ci siamo amati, anche se poi, nel viaggio, ci siamo pure scontrati perché l’accosciato in basso a sinistra ha scelto isole e mari diversi –, come il giornalismo –, certo nel rimpianto di non aver combattuto contro tutte le odiose difese a zone che molti utilizzavano anche nelle giovanili pur di vincere le partite.

La didascalia è incompleta perché la memoria tradisce, comunque ci teniamo questa foto ricordando un momento della nostra vita che ci ha liberato dalla tristezza. Comunque, proviamoci: da sinistra (in alto) Paolo Viganò il grande guru del Lamber, X e ci dispiace; il professor Fassi che nella leva Simmenthal ci fece capire tante cose, ad esempio che senza fisico non potevi diventare neppure come i favolosi gemelli Brega o il nipote del Principe; Rubini e Guerrieri, giganti; un presumibile Sales che diventerà barone per Dido e per se stesso; Juanito Santinoli; il Dell'Acqua della Candy Brugherio dove andò a giocare anche Pedrazzi, poi allenatore e giornalista.

Accosciati (sempre da sinistra): lo scrivente che facendo marcare a tutto campo il Papetti da un coraggioso nano della Canottieri forse chiuse la sua carriera, un altro amico dimenticato, Carnesecca e Garbosi, il caro Innocenti che ci ha lasciato, il caro Bianchini che, fortunatamente, indica ancora la strada, la sua, certo, ma comunque una strada.

 

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