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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

Tokyo 2020+1 / (10) Finalmente Vanessa va sul podio

Lunedì 2 Agosto 2021

 

ferrari-tokyo


A sei giorni dalla conclusione dei Giochi la squadra italiana "pareggia" i risultati di Londra e di Rio e pazienza se a Tokyo le gare sono aumentate. Quel che conta è la compattezza dimostrata finora e le possibilà di accrescere il medagliere.

MEDAGLIE ITALIA - 28 (4 ORO - 9 ARG - 15 BRO)
CLASSIFICA A PUNTI (10-8-6-5-4-3-2-1) - 209 GARE SU 339

1. Stati Uniti 784
2. R.P. Cina 657
3. C.O. Russo 529,5
4. Gran Bretagna 428,5
5. Giappone 425,5
6. Australia 353,5
7. Italia 340,5
8. Francia 315
9. Germania 285,5
10. Olanda 257,5

RED.

I podi di Tokyo e i risultati degli azzurri 
 

Mentre non si placa la tempesta mediatica attorno alle due straordinarie vittorie di Tamberi e Jacobs, arrivate fino alle massime autorità della Repubblica, con la standing ovation del Parlamento, la decima giornata posta la medaglia n. 28, il podio più atteso che pareggia sia Londra che Rio. Come era nelle speranze più che nelle certezze del CONI. Secondo le attese, la porta nel corpo libero Vanessa Ferrari che a trent’anni, quarta presenza ai Giochi – prima e unica ginnasta italiana –, si prende una rivincita sulla sfortuna, gli infortuni a catena e sulle ingiustizie che l’avevano colpita sia a Londra che a Rio quando venne punita con due scandalosi quarti posti.

Vanessa coglie così un prezioso argento alle spalle della ventunenne americana Jade Carey, ma supera due delle più giovani favorite, la giapponese Mai Murakami e la russa Angelina Melinkova. In qualificazione, l’azzurra si era classificata al primo posto precedendo l’altra americana Simone Biles che poi aveva deciso di non proseguire. “Puntavo all’oro, volevo ascoltare l’inno – dirà dopo la gara. – L’americana è partita con un punteggio più alto, io ho puntato soprattutto sull’esecuzione, ma ho avuto diversi problemi ai piedi. Si chiude stasera un ciclo, un ciclo di cinque anni cominciato a Rio. Per il futuro, ne riparleremo.

“Dire che questa medaglia è meritata è dire poco. La storia di Vanessa Ferrari è incredibile” – le parole di Giovanni Malagò. – “Ha subito una sequenza di infortuni che avrebbero fermato tutti, senza contare la lunga rincorsa alla qualificazione acciuffata all’ultima possibilità. In ogni caso, a sei giorni dalla conclusione e con un 40% di medaglie ancora da assegnare, Malagò può finalmente rilassarsi: la sua previsione è stata centrata e tra poche ore – nella notte – arriverà dalla Vela, con l’equipaggio del catamarano Nacra-17, largamente in testa all’inizio della Medal race – la medaglia n. 29 che certificherà il sorpasso. Ancora in bilico il colore, ma probabilmente sarà d’oro. In quel caso i primi posti salirebbero a cinque. Non sono le dieci medaglie d’oro sognate, ma …

Cresce intanto il numero delle federazioni che hanno contribuito alla fiera delle medaglie, ora salite a 12:

• Nuoto 6 (0/2/4)
• Scherma 5 (0/3/2)
• Canottaggio 3 (1/0/2)
• Pesistica 3 (0/1/2)
• Atletica 2 (2/0/0)
• Tiro con l’arco 2 (0/1/1)
• Judo 2 (0/0/2)
• Taekwondo 1 (1/0/0)
• Ginnastica 1 (0/1/0)
• Tiro a volo 1 (0/1/0)
• Ciclismo 1 (0/0/1)
• Pugilato 1 (0/0/1)

A sei giorni dalla conclusione, quindi, le tensioni paiono essersi stemperate e il clima s’è fatto di certo più sereno. Questa di Tokyo, pur con tutti i problemi e le difficoltà create dalla pandemia sempre in agguato, per i colori azzurri è stata una grande olimpiade, sia per i risultati che per i tanti episodi che l’hanno illuminata. Semmai – e questo Malagò lo sa bene – i problemi nasceranno dopo, al ritorno a casa, quando – digeriti entusiasmo e soddisfazione – bisognerà mettere le mani ai diversi problemi federali esplosi proprio a Tokyo.

Sarà necessario mettere la sordina alla conflittuale sotterranea con il Nuoto, seguire non tanto da lontano i problemi tecnici di chi sarà tornato in Italia con l’amaro – leggi Scherma e Ciclismo – e dare un’occhiata da vicino all’Atletica che, malgrado lo straordinario successo ascrivibile al C.T. Antonio La Torre, sembra agitarsi in acque tempestose. A tre anni dai Giochi di Parigi e, soprattutto, all’inizio dell’ultimo mandato, Malagò ha il dovere di rimboccarsi le maniche e lasciare una vera eredità. Auguriamoci che ne abbia voglia.

 

 

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