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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Un disco d'oro per l'estate

Venerdì 3 Maggio 2024

 

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A far sensazione è la media di 71.80 sia pure con l'aiuto del vento. Ma non solo. Dalle sue possenti mani, a Ramona, è partito un disco volante di nuova concezione, dai bordi molto affilati che pare concedano un vantaggio appena sotto il 10%.

Giorgio Cimbrico

Denflysky non costa molto, 199 dollari e 95 centesimi, e fende l’aria, la taglia. In Danimarca conoscono bene il vento che viene dal mare del Nord, sanno come affrontarlo e sanno anche come costruire attrezzi che lo sappiano cavalcare. La casa madre si chiama VS Athletics e produce anche il modello femminile, venti dollari in meno, un po' caro per un chilo in meno.

alekna-discusIl nuovo disco "veleggiatore" danese arrivato a 74.35


E così, dopo le scarpe magiche – ministivali delle sette leghe che hanno reso la maratona più corta di un chilometro – è arrivato in scena anche il disco volante dai bordi molto sottili e Mykolas Alekna, figlio di Virgilius, ha scelto questo modello per abbattere, con 74.35, il vecchio Golem del primato di Jürgen Schult, 74.08 vecchio quasi 37 anni, ottenuto in uno dei luoghi amati dai seguaci di Mirone, Neubrandenburg: due anni dopo, la valchiria Gabriele Reinsch spinse quell’anacronistico “piattello” da un chilo a 76.90.

Dopo aver scelto il disco, Alekna junior ha puntato anche sul posto giusto: la nuova Mecca non è più Antelope Valley o Walnut, o Modesto, ma Ramona, Oklahoma, dove spira la brezza contraria giusta perchè venga tenuta la quota. A veder bene il lancio del disco è simile al salto con gli sci: il vento contrario fa veleggiare, quello favorevole affossa. L’anno scorso il samoano Alex Rose aveva portato all’attenzione il nome della cittadina: un improvviso e sorprendente 70.39. Pochi giorni prima del gran botto di Alekna junior, uno dei tanti giamaicani di gran stazza, Ranford Mullings, aveva mancato la fettuccia dei 70 per pochi centimetri e di lì a poco la cubana Yaime Perez era riuscita a far veleggiare il suo dischetto a 73.09: da 35 anni non si registrava una misura del genere.

Il disco come un affare di famiglia, la famiglia Alekna: dopo Virgilius, gigante lituano, due vittorie olimpiche nel 2000 e nel 2004 e quel record mondiale mancato per un palmo, 73.88 dalle sue parti, battute dalle correnti che arrivano dal Baltico, è venuta l’ora di Mykolas, 21 anni, nato tra un successo e l’altro del padre ai Giochi.

C’erano tutte le premesse e sono state mantenute. Alekna junior ha cominciato con 72.21, record personale, un ufficioso record mondiale under 23 e l’ingresso tra i primi dieci di sempre. Dopo un 70.32 che si sarebbe rivelato come il … peggior lancio del suo giorno dei giorni, ha allungato a 72.89, scalando sino al quarto posto della All-time. A seguire, 70.51 e la botta decisiva, misurata a 74.41 e dopo secondo controllo, con rotella metrica, a 74.35: come dire 27 centimetri oltre il 74.08 di Schult, rimasto nel “ramo”: anche lui fabbrica dischi, ma i danesi lo hanno fregato.

Alekna junior ha chiuso con 70.50, un record nel record: nessuno aveva mai sfruttato i sei lanci a diposizione con sei prove oltre i 70 metri. Per una media monstre di 71.80 che lo proietta nella storia. Le condizioni erano perfette e invitanti: necessario spingersi tra 69.08 e 68.10 per un piazzamento tra il secondo e il quinto posto. Il più grande risultato d’assieme di sempre.

Mykolas è un biondone senza la possanza di papà Virgilius, 2,00 per 130, ex-guardia del corpo del presidente della repubblica di Lituania, che si avvicinò al record di Schult a Kaunas, nel 2000, due anni prima della venuta al mondo del figlio: 73,88, venti centimetri da quel primato che continuava a resistere agli assalti dei lanciatori nati sul Medirraneo del Nord: anche l’estone Gerd Kanter è andato molto lontano, ben oltre i 73 metri.

Il piccolo Alekna è leggermente più basso (1,94) e più leggero (109 chili) del padre e fa della velocità d’esecuzione più che della potenza la sua arma. Si aggirava attorno ai 70 metri già quand’era junior, collocando il record mondiale under 20 a 69,81 con il disco da un chilo e tre quarti. Ora, scorrendo le graduatorie storiche, Alekna junior è primo, Alekna senior terzo. Mai capitata una cosa del genere. L’altro figlio, Martynas, è la “pecora nera”, appena oltre i 60 metri. Terzo e staccatissimo nella graduatoria di famiglia.

Il nuovo primatista vive a Los Angeles, studia alla University of California e proprio a Berkeley l’anno scorso si era spinto sino a 71.00. Sta bruciando le tappe: a meno di 22 anni è salito due volte sul podio dei Mondiali – secondo e terzo –, è campione europeo e ha forti chances di metter le mani sul titolo olimpico in palio tra meno di cento giorni a Parigi, in piena estate. Gli avversari sono il gigantesco svedese Daniel Stahl e lo sloveno Kristjan Ceh, che ha una sorprendente somiglianza con Clark Kent prima che si trasformi in Superman.   

A questo punto, dopo l’exploit di Mykolas, il più vecchio record maschile è la martellata di quel buonanima di Yuri Sedykh, 86,74 agli Europei di Stoccarda, 30 agosto 1986. Il più vecchio record in assoluto è l’1’53”28 sugli 800 di Jarmila Kratochvilova, avviato ai 41 anni di durata. A meno che uno scontro acceso tra l’americana-sudanese Ating Mu, la kenyana Mary Moraa e la britannica Keely Hodgkinson non ponga fine a quell’interminabile regno.


Alekna Jr. in pedana a Pomona (Foto: T&FN).

 

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