Atletica / Il ranking 2011 di T&FN: italiani allanno zero
Mercoledì 3 Gennaio 2012
Com’era prevedibile, il Ranking annuale dell’autorevole Track & Field News – giunto alla 65.a edizione e reso noto nell’ultimo giorno dell’anno – ha confermato il plateale regresso in atto per l’atletica italiana sul piano internazionale, proseguito anche nella stagione 2011. Con solo due uomini inseriti tra i “primi 10” dell’anno (un 9° posto per Nicola Vizzoni e un 10° per Fabrizio Donato, due coraggiosi veterani), il confronto è retto in maniera appena più dignitosa dalle tre ragazze presenti, ma collocate in posizioni più elevate. Vediamo nel dettaglio: ad Antonietta Di Martino – unica azzurra salita sul podio ai mondiali – è stato confermato il terzo posto colto a Daegu, così come ad Elisa Rigaudo è stata assegnata la quarta posizione colta in gara. New entry il settimo posto di Simona La Mantia, la cui stagione all’aperto non ha però retto il confronto con quanto la triplista siciliana ha saputo fare al chiuso. Null’altro: non era mai andata tanto male. Un regresso ancora più vistoso se si consideri la classifica a punti che vede i maschi scendere al 46° posto (assieme ad Antigua e Tajikistan …), mentre la caduta delle donne si ferma al 12° posto.
Hockey prato / In India per una (difficile) qualificazione
Lunedì 27 Dicembre 2011
Un sottile spiraglio per Londra si apre le due Nazionali azzurre, ammesse entrambe al torneo di qualificazione di Nuova Delhi (18/26 febbraio 2012). Un tentativo quasi impossibile: si tratterà di vincere il concentramento, visto che solo la prima verrà ammessa ai Giochi. Impresa più disperata per la squadra maschile di Roberto Da Gai (n° 28 del ranking FIH), ripescata all’ultimo momento per la rinuncia dell’Egitto, che se la dovrà vedere almeno con l’India (n° 10) e con il Canada (n° 11). Per le ragazze di Fernando Ferrara (n° 19 del ranking internazionale) le avversarie più temibili saranno il Sud Africa (n° 12) e ancora l’India (n° 13).
Scherma / La scomparsa di Luigi Carpaneda
Sabato 17 Dicembre 2011
Se ne è andato a 86 anni travolto sulle strisce mentre rientrava a casa dopo una sosta all’edicola, come ogni mattina. Principe dell’esistenza, nelle sue mille vite Luigi Arturo Carpaneda era stato alpino per obbligo, poi schermidore per scelta, ingegnere per predisposizione, e infine velista per scelta. Proprio sul mare aveva vissuto gli anni più intensi. Il suo primo amore era stato la scherma alla quale s’era avvicinato a 24 anni, nel 1949, con ancora addosso i segni della guerra che per lui aveva significato una deportazione in Germania e l’invio al fronte russo. Era stato tra gli ultimi a rientrare da quell’inferno di ghiaccio dopo una lunga odissea affrontata per lo più a piedi. Strappando il tempo agli studi universitari, con quell’impasto di destrezza e di furbizia che lo sosteneva in pedana, già nel 1953 era entrato nella selezione nazionale, in tempo per far parte della squadra che vinse il titolo olimpico a Melbourne 1956. Con lui – come mostra una copertina de Lo Sport Illustrato di Emilio Di Martino – c’erano Edo Mangiarotti, Manlio Di Rosa, Giancarlo Bergamini, Vittorio Lucarelli, Antonio Spallino, destinato a metterà a segno la stoccata decisiva.
Atletica / Londra 2012: parte il “rinnovamento” di Arese
Venerdì 9 Dicembre 2011
Dopo mesi di latitanza, il grande silenzioso finalmente ha parlato. Per farlo Francesco Arese ha scelto un palco autorevole, quello della Rcs: Corriere della Sera e Gazzetta. Una soluzione eccessiva (o inutile, secondo le opinioni) per esternare un progetto che ai più è parsa una spremuta di acqua, neppure tanto fresca. Dopo il disastro annunciato di Daegu, a soli otto mesi di Londra, sarebbe stato lecito attendersi un’analisi più approfondita sullo stato dell’arte, con soluzioni drastiche ma condivisibili. Niente di tutto questo. Non bastano frasi roboanti, del tipo “è venuta l’ora di cambiare tutto”, frasi che non fanno più effetto da tempo. Quanto ci si attendeva, una rivoluzione, un cambio di rotta, si è tradotto in una imbarazzante sequela di propositi che – alla conta finale – non potranno che lasciare le cose nell’attuale immobilismo.
Politica sportiva / CONI: austerita (per le federazioni) nel 2012
Sabato 3 Dicembre 2011
Tempi di austerità. Un po’ per tutti, quindi anche per lo sport. Almeno per quello che, come il CONI, vive e prospera di denaro pubblico. Per le federazioni – olimpiche o meno – la cura dimagrante per il 2012 si tradurrà in un “taglio” di poco superiore al 20%. Una sforbiciata consistente, in qualche maniera conseguenza delle manovre dello scorso agosto volute dal ministro Giulio Tremonti. Annunciata l’ultimo giorno di novembre, poche ore prima che il governo del presidente affidato a Mario Monti rivelasse la sua ricetta “lacrime e sangue”, la manovra al ribasso per lo sport capita in un momento poco propizio, coincidente com’è con l’anno olimpico. Tutto muove dal ridotto contributo statale (comunque superiore alle attese) che, per il 2012, si attesta a 408,9 milioni di euro, mentre per il 2011 era stato di 447,8 (in linea costante con l’ultimo quadriennio, come si rileva dall’ultima relazione della Corte dei Conti sulla gestione economica del CONI). Una riduzione netta, quindi, di 38,9 milioni che, secondo i dati resi noti, andranno a pesare per oltre 16 milioni sulla sola federcalcio. Per tutte le altre federazioni il taglio sarà “lineare”, attestato cioè su una riduzione media del 20,4%, sia pure corretta per le federazioni olimpiche da altri parametri (risultati recenti, contributi olimpici, ecc.). Non subiranno riduzioni rispetto al passato quelle federazioni che disponevano già di finanziamenti inferiori al milione di euro.
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