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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Thomas E. Lawrence e lo sport dell'ardimento

Lunedì 9 Aprile 2018

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La memoria, sola ricchezza dell'anima, come antidoto contro i manichini del nostro tempo e i loro padroni e gestori.

di Giorgio Cimbrico

Se lo sport è ardimento e se siete d’accordo con questo concetto, vado avanti a proporvi pagine che amo e a cui dedico sempre maggior spazio. I manichini del nostro tempo, anabolizzati dal denaro, i loro padroni e gestori, i loro compiaciuti cantori mi piacciono sempre di meno. Anzi, non mi piacciono proprio. Così come non gradisco la proliferazione degli appuntamenti: oggi li chiamano eventi. In un tempo non lontano gli All Blacks atterravano come rondoni neri ogni morte di papa e nei 100 l’unica sfida che contava era la finale olimpica. Aveva ragione il marchese di Exeter, a lungo presidente della IAAF: “Vendetevi e sarete finiti”. Si sono venduti.     

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Saro' greve / Quei ragazzi del '68 e il mito della non violenza

Lunedì 9 Aprile 2018

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Cinquant'anni fa i Giochi del Messico, ma anche (e soprattutto) la svolta per i diritti civili nel nome di Martin Luther King.

di Vanni Lòriga

Questa volta non debbo essere “greve” e cercherò invece di essere “bravo” e soprattutto serio. Non posso infatti dimenticare che mezzo secolo fa, proprio nella prima decade di aprile, avvennero fatti e si verificarono situazioni che sono passati alla storia. Il 4 aprile 1968 a Memphis venne ucciso Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Il 7 aprile venne dichiarato giorno di lutto nazionale e due giorni dopo si celebrarono i funerali dell’Uomo che era il simbolo della “non violenza”. Parteciparono centinaia di migliaia di persone, così come era già successo il 28 agosto del 1963 a Washington nella famosa marcia che fu eternata con la storica frase: “I have a dream…”

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Italian Graffiti / Se non vi basta una candidatura, eccovene tre

Venerdì 6 Aprile 2018

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Lo scorso 31 marzo si sono chiuse le candidature ai Giochi 2026: senza imbarazzo alcuno il CONI ne ha presentate tre.
 
di Gianfranco Colasante

Martedì scorso il CIO ha reso noto l'elenco delle città candidate ad ospitare i Giochi Invernali del 2026, la sola casella rimasta ancora vuota fino al 2028. Dal punto di vista di Losanna, si tratta di un innegabile successo, in tempi di carestie e di scarso appeal olimpico è certo un raccolto copioso. Dal momento che nella rete di Thomas Bach sono imaste impigliate, volenti o meno, sette città. I cui cittadini, nella gran parte del casi, neppure lo hanno saputo o, meglio, non ne sono stati pienamente edotti. Per mettere allora un po' d'ordine, partiamo dalle località che sono state presentate dai rispettivi Comitati Olimpici: Calgary (Canada), Erzurum (Turchia), Graz (Austria), Sapporo (Giappone), Sion (Svizzera), Stoccolma (Svezia) e, sempre per distinguerci e senza senso del ridicolo, ben tre città italiane: Milano, Torino e la rediviva Cortina d'Ampezzo, un triplete come non era mai accaduto prima ad alcuna latitudine.

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I sentieri di Cimbricus / Quei primi temerari sull'Atlantico

Mercoledì 4 Aprile 2018

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Una pagina dimentica: otto anni prima di Lindberg, furono gli inglesi John Alcock e Arthur Brown a sorvolare l'Atlantico.

di Giorgio Cimbrico

“Qualcuno è ferito?”. “No”. “Ma dove venite?”. “America”. Taylor stava andando alla torbiera quando aveva sentito il rumore e aveva visto l’ombra. Aveva alzato lo sguardo, aveva visto l’aereo sopra la sua testa, a occhio a sessanta piedi d’altezza, e a quel punto non c’era più stato il tempo di pensare a un’apparizione demoniaca, magica, perché l’aereo stava toccando terra. E parlar di terra per una torbiera è un’impresa, un azzardo: peli d’erba che mimetizzano quel color caffè scuro del carbone dei poveri, l’acqua, il fango. Stridore di metallo che si piega, schiocchi dei cavi che saltano, tutto dentro un grande splash. Nel muso ammaccato, due uomini e uno gli aveva detto che venivano dall’America. Bah. Ubriachi non gli sembravano.

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Atletica / Ondina e l'assenza dei numeri primi (e degli impianti)

Martedì 3 Aprile 2018

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Il Comune di Milano intitola una via alla mitica Ondina. Si poteva fare di più o solo un'occasione sprecata?

di Fabio Monti

È andata così. Lunedì 26 marzo, il Comune di Milano ha voluto intitolare una via nella zona sud della città, a duecento metri dall’università Iulm, a Ondina Valla, nata a Bologna il 20 maggio 2016 e morta a L’Aquila il 16 ottobre 2006, prima donna dello sport italiano a vincere una medaglia d’oro olimpica. Come ben sanno i lettori di SportOlimpico, l’impresa era riuscita alla Valla ai Giochi Berlino 1936 negli 80 ostacoli, con Claudia Testoni quarta al fotofinish. Alla cerimonia era presente Luigi De Lucchi, il figlio di Ondina, 73 anni, che ha ringraziato commosso (e a ragione) l’avvocato Roberta Guaineri. Siccome non vive a Milano, il dottor De Lucchi non poteva sapere che l’avvocato Roberta Guaineri, nonostante si vanti molto di possedere la tessera del Road Runners Club, oltre a quella del Partito Democratico, ha dimostrato fin qui indubbie qualità come assessore contro lo sport del Comune di Milano.

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