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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Roma 2020 / E adesso, poveruomo?

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Venerdì 3 Febbraio 2012

“E adesso, pover’uomo?” Non c’è necessità di scomodare il realismo del vecchio Hans Fallada per fotografare lo stato d’animo del presidente pro-tempore del CONI – Giovanni Petrucci –, in questi giorni in fibrillante attesa del si governativo alla bislacca proposta di organizzare una nuova Olimpiade a Roma per il 2020. Immemori tutti – tanto per fermarsi a fatti recenti – dei guasti finanziari che la recente Olimpiade invernale di Torino ha lasciato in eredità ai nuovi amministratori cittadini e regionali (ricordate il sindaco Fassino ad un recente “Ballarò”?). Il premier Mario Monti, che sta faticosamente cercando di tirare un freno per il debito nazionale, che si trova a dover contrastare tassi di disoccupazione record in Europa, che sta cercando faticosamente di ridisegnare un futuro accettabile per i nostri giovani, avrebbe ora la colpa di non rispondere a tono alle richieste di Petrucci e del gruppo che gli ruota attorno. Che, a guardare bene (ma potrebbe essere un caso di omonimia, del quale chiediamo venia …), pare lo stesso di Italia ’90.

Come tutti sanno, alle risposte al questionario del CIO sulla proposta di organizzare i Giochi 2020, le città candidate dovranno allegare un parere vincolante del Governo ad affiancare e garantire, soprattutto, il piano finanziario. Che, se non andiamo errati, si aggirerebbe attorno ai dieci miliardi di euro, metà dei quali sarebbero a carico del pubblico erario. Povero Petrucci, si va battendo come un leone. Di questo bisogna dargli atto. Storiche, al riguardo, alcune frasi lasciate ai posteri. Una per tutte: “organizzare le Olimpiadi è nel nostro DNA!”. Ma anche altre esternazioni, del tipo: “chi è contro la candidatura, lo fa per finire sui giornali”. Che dire? E’ di ieri un’ennesima intervista a Sky, nella quale, tra stizzito e stizzoso e con una voce stranamente cavernosa, il quattro volte presidente ha ribadito i suoi punti di vista: niente ventilato slittamento al 2024, sobrietà assoluta del progetto, affidabilità totale della squadra al comando (Carraro, Pescante, Alemanno, …), concludendo con un perentorio: “resta poco tempo, ormai siamo ai titoli di coda”.

Cosa riservi il futuro per i signori del Foro Italico, lo sa solo Monti che nelle ultime ora pare aver rinunciato alla prevista consultazione collegiale con i membri del suo Governo. Sarà quindi lui solo a decidere, una decisione certamente non facile, che in queste ore si intreccia alle ben più difficili iniziative attivate sul palcoscenico internazionale, dall’imminente viaggio a Tokyo al programmato incontro (proprio a Roma, guarda caso il 15 febbraio, giorno ultimo per la consegna sul dossier al CIO) con Sarkozy e Merkel per una ulteriore verifica del piano per il rientro dall’abissale debito che strangola il Paese.

Le pressioni sul premier (ma è stato corretto attivarle?) sono, e continuano ad essere, molto forti e autorevoli. Mentre un po’ sospette appaiono le buone intenzioni a non voler ripetere gli errori del passato (i famosi “peccatucci”, come li ha definiti proprio Pescante), mondiali di Nuoto 2009 in testa i cui processi sono previsti a breve. L’occasione era importante e ciascuno ha voluto dire la propria, ultimo in ordine di tempo Montezemolo. Se non esterni, non esisti, … Poche e rade, di contro, le voci dissonanti (tra le più autorevoli quella di Italia Nostra che pretende più di un chiarimento, specie in ordine al sito previsto per il Villaggio Olimpico e al futuro del Parco del Tevere). Tanto da far ritenere che alla fine Monti si deciderà per il sospirato sì, sia pure condizionato da qualche generico impegno, e la gigantesca macchina guidata dai soliti noti potrà mettersi finalmente in moto. Tanto, poi tutto si aggiusta, come nella buona tradizione di questo dissennato e sfortunato Paese.

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