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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Corsi e ricorsi o una sfida impari?

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Venerdì 12 Luglio 2024

 

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Nel clima preolimpico ecco le candidature alla presidenza federale per i quattro anni a venire. A sbarrare la strada a Stefano Mei si propone Giacomo Leone: un ex mezzofondista opposto ad un ex maratoneta. Alle urne, alle urne, …

Daniele Perboni

Prima dell’8 settembre 1943 venne lo sbarco in Sicilia degli anglo americani, il bombardamento di Roma e la notte in cui il Gran Consiglio mise l’uomo di Pedrappio davanti alle sue, enormi, responsabilità. È cosa nota, o dovrebbe esserlo. È storia patria, da non dimenticare.

Prima dell’8 settembre 2024, dove potrebbe avere fine, o ricevere una entusiastica riconferma (previsione confermata dagli allibratori), il mandato del presidente FIDAL Stefano Mei, in carica dal gennaio del 2021, abbiamo avuto tanti e indimenticabili trionfi su piste, pedane, strade, record nazionali come piovesse, oltre a nuove medaglie olimpiche. Un’atletica azzurra come mai l’abbiamo vista e vissuta. Tutto bello, magnifico, splendente, luccicante. Atleti e dirigenti felici. Baci e abbracci ad ogni occasione importante.

Sotto la cenere, però, qualcosa pare non funzionare. Alzi il tappeto buono della sala ben arredata e mescolato alla polvere scopri rancore, acredine, mugugni, borbottii. I Campi Flegrei, insomma! Qualcuno sussurra di vero e proprio panico, paura (terrore?) scorrere negli uffici romani di via Flaminia. Manca solo il classico manifesto con il soldato in atto di origliare e la scritta “Tacete! Il nemico vi ascolta”.

È in questo ideale clima da pre rivoluzione, pare percepito dai soli addetti ai lavori, mentre fuori è tutto un brillare di luci, che ci si avvicina a grandi passi all’assemblea elettiva dell’8 settembre a Fiuggi, centro non proprio agevole da raggiungere. Fattore da non trascurare.

Pochi giorni ancora per la presentazione delle candidature a consiglieri federali e per il o i candidati alla presidenza. Chi potrà mai battere il gran capo che corre sulle ali della vittoria? Ci vuole coraggio e, forse, anche un po’ di sfrontatezza, temerarietà e molta irriverenza nell’affrontare una sconfitta quasi certa.

A Milano Giacomo Leone, a cui non mancano le qualità sopra citate, ha ufficializzato ciò che da mesi si stava mormorando. Con una squadra supportata anche da diversi consiglieri tutt’ora in minoranza si è presentato al pubblico. L’ultimo vincitore italiano alla Maratona di New York, grazie al gruppo “L'atletica 2024” ha rotto gli indugi, lanciando la sfida all’attuale inquilino di casa FIDAL che, sempre a Milano, poco più di trenta giorni addietro, aveva annunciato l’intenzione di ricandidarsi.

Netto il divario fra una presentazione e l’altra. Tanto sfarzosa, in una sede lussuosa, la prima, quanto sobria la seconda. Slide, filmati, numeri e cifre sciorinati in gran quantità dall’uscente; nessun foglio dove poter leggere, seppur brevemente, il programma “raccontato” e spiegato dallo sfidante. Un concorrente, Leone da Francavilla Fontana (Puglia), che non si sente secondo a nessuno. Due ex atleti, due competitori assatanati anche fuori dalla vita agonistica. Un tantino supponente e sicuro del successo il primo, altrettanto fiducioso di affermarsi l’altro.

Indubbiamente, facendo il verso a Cetto La Qualunque, questi ultimi anni raccontano di un presidente di grande successo, circondato da un consenso che non si ricordava dai tempi di Primo Nebiolo, senza averne la statura politica. Un uomo che punta sempre più ad essere solo al comando, senza avversari, sostenitori e oppositori a disturbarlo nella corsa verso l’Olimpo. L’Atletica italiana sono io il suo motto. A leggere i numerosi consensi circolanti sui social parrebbe che questa salita non verrà arrestata dalla semplice candidatura di un avversario, già presidente della regione Puglia per due mandati, che sportivamente e professionalmente proviene da un gruppo sportivo (Fiamme Oro di Padova, la Polizia di Stato) fra i più forti in Italia. Lotta fratricida e insolita nello scenario nostrano. 

La data di settembre, così vicina, costringe il nuovo candidato ad una corsa frenetica nella ricerca dei voti societari per la presentazione delle liste. Lavoro arduo da portare a termine nel pieno della stagione agonistica. Mossa voluta per mettere in difficoltà lo sfidante? A nostra veduta sì, oltreché poco rispettosa verso la tanto decantata attenzione nei confronti delle società di base. Il personaggio non risparmia nulla e nessuno pur di salire sullo scranno più alto per il prossimo quadriennio. Iniziativa che ha preso in contropiede gli avversari, anche se questi giurano e spergiurano di essere pronti alla sfida da un paio d’anni a questa parte, con un programma innovativo e diverso che saprà convincere.

Ma in questa atmosfera festante da Giochi Olimpici la storia, quella con la emme minuscola, pare guardare da tutt’altra parte.

 

 

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