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I sentieri di Cimbricus / Spagna e Inghilterra, rivincita su terra ferma

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Venerdì 12 Luglio 2024

 

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Appuntamento a domenica sera. Spagna-Inghilterra, la finale degli Europei, è il derby tra monarche socialiste. I termini sembrano antitetici ma è la realtà, alla luce di elezioni molto fresche e anche molto indicative.

Giorgio Cimbrico

Per la prima volta Spagna e Inghilterra si affrontano sulla terra ferma, a Berlino, e anche questo è un dato sorprendete: nel corso dei secoli gli inglesi hanno combattuto spesso e volentieri contro i francesi, contro la giovane repubblica americana, contro i tedeschi e gli spagnoli hanno affrontato francesi, olandesi, svedesi, principati tedeschi.

Uno scontro di terra era imminente, e con probabili esiti favorevoli per gli spagnoli nell’estate del 1588, se Alessandro Farnese, duca di Parma, comandante generale nei Paesi Bassi, fosse riuscito a sbarcare con il suo formidabile esercito delle Fiandre, formato da quei tercios di fanteria, irti di lunghe picche (lanzaa) che hanno avuto la loro celebrazione artistica nella “Resa di Breda” di Velazquez

Gli inglesi potevano opporre un esercito piccolo e raccogliticcio, radunato a Tilbury e preso dall’entusiasmo quando Elisabeth, in parrucca rossa e mezza corazza, comparve in groppa a un cavallo bianco. Ma anche tutto quel commosso fervore non sarebbe servito a nulla se l’Armada, che non si mostrò invincible, fosse riuscita a dar copertura al Farnese.

Gli eventi di quell’estate tormentata da tempeste sono state riassunte nella medaglia celebrativa, improntata a un sano realismo: “i venti soffiarono ed essi furono dispersi”, vi è inciso. Perché tra la poderosissima Armada e la più veloce flotta inglese non avvenne mai uno scontro determinante se si esclude la battaglia di Gravelines, quando Charles Howard (a comandare la flotta era il conte di Nottingham e non Francis Drake che si prese tutta la gloria) decise di scompaginare i vascelli spagnoli lanciando otto battelli incendiari, i brulotti.

Il duca di Medina Sidonia, il comandante spagnolo senza alcuna pratica di marineria (lo aveva fatto presente a Filippo II ma il sovrano, tra una messa e l’altra nel cupo Escorial, impose la sua volontà), decise per una lunga ritirata circumnavigando l’arcipelago britannico. Vennero perse 70 navi e quelle che tornarono erano in condizioni pietose.

Su terra il precedente è di poco più di due secoli dopo, ma in nome di un’alleanza per cacciare dalla Spagna l’occupante francese. Nel caso, Giuseppe, fratello maggiore di Napoleone, soprannominato Botella.

Quella che gli inglesi hanno chiamato guerra peninsulare ha coinciso con l’ingresso in scena e l’affermazione di Arthur Wellesley, duca di Wellington che dalla lunga campagna ebbe in sorte una lunga serie di titoli nobiliari (duca di Ciudad Rodrigo, conte di Vimiero, marchese di Torres Vedras, Duca di Vitoria) che erano il suo debole, una capacità strategica (la capacità di scegliere la miglior posizione per dar battaglia) che gli fu molto utile a Waterloo e un ritratto dipinto da Francisco Goya, esposto alla National Gallery (e rubato negli anni Cinquanta da uno stravagante e simpatico personaggio che lo utilizzò come merce di scambio per l’abolizione del canone BBC per i pensionati).

 

 

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