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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Osservatorio / Dal vostro inviato davanti alla TV

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Giovedì 11 Luglio 2024

 

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A due settimane dalla cerimonia d'apertura sulla Senna, un'analisi dettagliata sul matrimonio tra Giochi Olimpici e Televisione. Cosa vedere e dove vedere e, soprattutto, godere della possibilità di scegliere e tra le diverse offerte.


Luciano Barra

Ci siamo ed è giusto scaldare i motori. Quelli di Parigi dovrebbero essere dei Giochi speciali anche perché tornano in Europa dopo 12 anni, con l’ultima edizione a Londra 2012, e sono annunciati – nonostante i venti di guerra – sotto la egida della grandeur francese. Per chi non sarà sul suolo francese, nella Ville Lumiere, l’unica possibilità di viverli sarà attraverso la Televisione e per noi italiani – come vedremo – ce ne è in abbondanza per quantità e qualità.

Di recente il CEO di OBS, Yiannis Exarchos in un’intervista al giornale greco Ekathimerini ha svelato alcuni dati e fatti interessanti. Exarchos ha preso il posto di Manolo Romero fondatore di OBS e guro della Televisione Olimpica, scomparso nel 2022, nello stesso anno in cui è scomparsa un'altra personalità della Televisione, Alex Gilady, membro CIO e per lungo tempo Vice Presidente della NBC americana.

Nella citata intervista Exarchos dice che la copertura televisiva olimpica sarà “in Cinematic Style”. Ed essendo Parigi il luogo di nascita dei Fratelli Lumiere, questo approccio ci pare molto giusto. “Tradizionalmente TV e cinema hanno usato differenti tecniche di ripresa e soprattutto differenti lenti. È noto che le lenti usate nel cinema permettono un linguaggio molto ricco. Ora questo può essere usato nel live broadcasting e così si riescono a catturare momenti molto emozionati”, dice Exarcos.

OBS (Olympic Broadcasting Service) produrrà 11.000 ore di contenuti – pari a 450 giorni di copertura –, ma in 17 giorni. Il tutto grazie a 1000 telecamere, 5000 microfoni, 8500 persone provenienti da 100 Paesi. Fra lo staff di OBS ed i giornalisti/tecnici dei vari network proprietari dei diritti si arriverà ad un totale di 20.000 persone coinvolte nel broadcasting. Come dire due per ogni atleta partecipante!

In Italia i primi diritti sono di proprietà di Discovery. Mentre la RAI possiede i secondi diritti (360 ore di live transmission). Per chi vorrà seguire attentamente i Giochi sarà necessario munirsi dei necessari strumenti. Il consiglio è quello di usare due televisori (o un televisore ed un iPad). Spieghiamo perché. Discovery trasmetterà 3800 ore live! Infatti su Discovery+ sarà possibile vedere e rivedere individualmente ogni sport cliccando sulla icona di ogni disciplina. In più Eurosport con i suoi due canali offrirà con una ottica più giornalistica gli eventi più importanti.

Discovery ha a disposizione anche 8 canali di SKY ed in una prossima conferenza annuncerà le diverse programmazioni. Di tutto di più, si potrebbe dire. Non sono a conoscenza di chi saranno i telecronisti, un aspetto su cui Discovery ed Eurosport sono molto deboli. Ho saputo che non sarà della partita il super campione degli sport invernali Massimiliano Ambesi. Un peccato perché è molto bravo.

La RAI produrrà oltre 360 ore da Parigi. RAI 2 sarà la rete olimpica e inizierà la mattina con il suo “Buongiorno Parigi” e chiuderà la sera con “Notti Olimpiche” condotta dal direttore di RAI Sport Jacopo Volpi. Inoltre sul canale 58 del digitale terrestre – RAISPORT - vi saranno ogni giorno 8 ore di diretta. Ovviamente la RAI dovrà saltabeccare sulle gare dove gli Italiani hanno possibilità di medaglie. Jacopo Volpi ha la fortuna di avere una schiera di telecronisti esperti ed addestrati. Insomma la RAI offrirà un buon Usato sicuro.

Questa che segue è la programmazione sport per sport con le diverse informazioni. Gli sport/discipline sono elencati in base decrescente nel numero di medaglie che assegnano. In totale 28 sport ufficiali per 317 gare e quindi 317 medaglie (151 maschili, 146 femminili e 20 miste). In più 4 sport inseriti su richiesta del Comitato Organizzatore (altre 12 medaglie, 6 maschili e 6 femminili).

L’Italia alla fine dovrebbe arrivare ad oltre 400 qualificati, incluse le riserve, il massimo mai raggiunto in questa specifica graduatoria. Il numero totale non può più aumentare mentre potrà diminuire in caso di rinunce e/o infortuni.
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Più complesso il discorso di prevedere cosa accadrà a Parigi. Ci ha provato proprio in questi giorni un documento di Nielsen’s Gracenote. I loro pronostici sono da considerarsi abbastanza obiettivi, sono basati sui risultati di precedenti mondiali, e quindi soffrono del vantaggio che viene dato alle nazioni più forti.

Questa la loro proiezione riferita ai primi venti Paesi. Secondo una tradizione americana la graduatoria è determinata dalla quantità di medaglie e non – come viene fatto in Europa – sulla base delle medaglie d’oro. Come è noto il CIO non pubblica e non ufficializza classifiche per nazioni, proprio perché non ha mai voluto spingere un pericoloso nazionalismo.

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Personalmente vedo molto sopravvalutata la Francia. È vero che gareggia in casa, ma è in grande difficoltà negli sport più importanti del programma olimpico: atletica e nuoto. Questi due sport rappresentano quasi un terzo del medagliere. Invece ritengo sottovalutati Irlanda, Kenya e Giamaica. Meriterà fare un confronto post olimpico.

L’Italia può superare il bottino di 40 medaglie di Tokyo e sarebbe un successo. Le nostre carte più importanti sono nella Scherma, nel Nuoto e nell’Atletica. Tuttavia per stare con i piedi per terra merita ricordare che a Roma nel 1960 l’Italia fu terza nel medagliere con 36 medaglie. Ai quei Giochi presero parte 83 Paesi in 19 sport per 150 gare. Oggi le gare sono salite a 317 + 12, ma i Paesi sono oltre 200.

Buona fortuna Italia!

               

 

 

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