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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La ricca repubblica dei tecnici

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Giovedì 6 Giugno 2024

 

stadio-olimpico 


Si apre domattina all’Olimpico la 27ª edizione degli Europei. La centuria azzurra parte come il gruppo favorito per le medaglie e candidata a imporsi come prima forza continentale. Soprattutto grazie al decisivo apporto degli allenatori.

Giorgio Cimbrico

James Bond ebbe a che fare con una cascata di diamanti, l’atletica italiana sta per andare a raccogliere una cascata di medaglie tra il 7 e il 12 giugno quando gli Europei torneranno all’Olimpico dopo mezzo secolo, a due mesi dall’Olimpiade che, a sua volta, torna a Parigi dopo cento anni tondi.
L’Italia ha un vecchio record, 12 volte sul podio a Spalato 1990 (alla collezione partecipò anche il presidente Stefano Mei, terzo nei 10.000) che rischia di essere non superato ma annichilito.

D’accordo, quella era un’altra Europa (ultimi palpiti di URSS e DDR, l’altra Germania potente, Francia e Gran Bretagna vitali) confrontata a quella d’oggi, segnata da una supremazia azzurra, scandita l’anno scorso dalla vittoria nell’Europeo a squadre e da ondate di progressi, di record memorabili caduti. Mei ha riesumato un’etichetta elisabettiana, l’età dell’oro. Come dargli torto?


L’atletica azzurra è una repubblica dei tecnici e, spesso, di genitori assidui: Paolo Dal Soglio (Leonardo Fabbri e Zane Weir), Giorgio Frinolli (Zaynab Dosso e Lorenzo Simonelli), Khaty Seck (il figlio Mattia Furlani), Salvino Tortu (il figlio Filippo), Stefano Danzi (Pietro Arese), Gianni Ghidini (Catalin Tecuceanu), Stefano Baldini (Ludovica Cavalli), Gian Paolo Ciappa (Alessandro Sibilio), Giulio Ciotti (Gian Marco Tamberi), Giuliano Battocletti (la figlia Nadia), Gianni Iapichino (la figlia Larissa), Massimo Pegoretti (Yeman Crippa) Filippo Di Mulo (la staffetta veloce), coordinati da un DT, Antonio La Torre, che in un ruolo di campo portò Ivano Brugnetti all’oro olimpico di Atene. Dall’elenco, sparito Paolo Camossi: oggi l’allenatore di Marcell Jacobs è Rana Reider, californiano che opera in Florida e in questo periodo a Rieti.

Pronostici realisti assegnano all’Italia quindici medaglie (con sei, sette successi), altri più ottimistici si spingono a venti. L’Italia è completa, una forza d’urto di 116 atleti, 100 dei club militari, con numeri e prestazioni in contrasto con un’Europa sparita a Oriente (Russia e Bielorussia bandite, paesi mitteleuropei e balcanici in decadenza), fievole in Francia e in Germania, stabile in Gran Bretagna specie in pista, colorata a macchie di leopardo da movimenti piccoli e di grande qualità: leggi Olanda e Norvegia.

C’è un titolo già assegnato, il peso: con il 22.95 di Savona (superato il 22.91 di Alessandro Andrei dell’annata 1987) Leonardo Fabbri ha un metro abbondante sul resto della compagnia e ha costruito una stabilità che ha portato il gigante fiorentino a tredici “botte” oltre i 22 in un maggio memorabile. “L’obiettivo è il podio olimpico”: conquistarlo significa affrontare due dei quattro 23.metristi della storia, Ryan Crouser e Joe Kovacs, l’uomo-mortaio che guida con 23.13.

L’enigma legato a Marcell Jacobs si è già risolto. Infortunato il piccolo britannico Jeremiah Azu, unico europeo sotto i 10”, dopo la modesta prova di Kingston (10”09) e qualche dubbio sull’efficienza anche l’altro britannico Zharnel Hughes ha deciso di passare mano e puntare su Parigi. L’ultima apparizione dell’uomo di El Paso si è risolta con un piazzamento modesto, quarto, ma con un progresso cronometrico, 10”03, con progressi nell’assetto di corsa. Lo sfidane più pericoloso è il gigante Chituru Ali, ghanese e nigeriano per genitori, comasco per crescita. La doppietta è annunciata.

La nouvelle vague avrà un ruolo importante: Lorenzo Simonelli è il favorito dei 110H, Mattia Furlani nel lungo sullo stesso piano del “collezionista” greco Miltiades Tentoglou; Larissa Iapichino ha la miglior prestazione europea dell’anno; Catalin Tecuceanu, che presto attaccherà l’antico record di Marcello Fiasconaro, rientra nel poker dei favoriti degli 800; Antonella Palmisano ha  a disposizione un titolo che non ha ancora raggiunto; Alessandro Sibilio dovrà arrendersi solo a Karsten Warholm. Senza africane dal ritmo spezzacuore, Nadia Battocletti può giocare le sue carte sulle due distanze lunghe; Yeman Crippa punta ai 21 km per raddoppiare la distanza a Parigi.

C’è da approfittare di situazioni modeste, come nei 3000 Siepi e nell’alto (a Gimbo Tamberi sarà sufficiente esordire con un 2.30 per allungare la raccolta di titoli), e di opportunità: se Filippo Tortu avrà cancellato dalla mente il modestissimo esordio, avrà un corridoio comodo da percorrere verso un podio che lontano non è.   

 

 

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