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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Oltre la passione, il diluvio

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Lunedì 3 Giugno 2024

 

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“Certo non sarà facile avere garanzie che la finale del basket più classica non sarà intossicata da polemiche, minacce, anche se a Milano e Bologna si stanno già impegnando per avere la palla prigioniera invece della pallacanestro”.

Oscar Eleni

A rapporto sulla grande strada argentina che porta verso il Pizzo Torre per confessare al grande gufo grigio, fratello dell’allocco che domina in Lapponia, il disagio della passione. Aspettando Olimpiadi che ci vorrebbero rubare con le bombe, gli attentati, nella speranza che le notizie nascano soltanto da grandi risultati, ecco il giugno della follia.

Euroscogli di grande atletica, di calcio tormentato per la nazionale di Spalletti, in mezzo, per chi sogna canestri da metà campo, le finali del basket. Confusione televisiva, tormenti al momento di dover scegliere fra un bel lancio di Fabbri e un bel canestro fra Bologna e Milano, sognando la resurrezione di Lazzaro Jacobs non soltanto nella staffetta che dovrebbe almeno ridarci il vero Tortu, pregando che siano tutte notti magiche da vivere bene se davvero l’atletica ci darà più di 20 medaglie europee, senza litigare troppo, con la musica giusta, anche se non sarà sempre magia come quando Gianna Nannini e Bennato ci accompagnavano in una estate italiana che non faceva i conti col Maradona.

Certo non sarà facile scegliere e, soprattutto, sembra impossibile avere garanzie per non processare Jacobs e il suo guru se dovessero andar male, avere garanzie che la finale del basket più classica non sarà intossicata da polemiche, minacce, anche se a Milano e Bologna si stanno già impegnando per confondere chi arbitra più delle letterine per avere la palla prigioniera invece della pallacanestro, per dare a giocatori in scadenza, ma non lo sono sempre?, la scusa buona al momento di tradire o Messina oppure Banchi.

Aspettando Godot e la prima partita di finale giovedì sera, seguendo l’asina corp del calcio a mercato sempre aperto, ecco le prime bombe puzzolenti. Giocatori delle finaliste con valigia pronta. Allenatori delle due storiche regine, forse non le più belle, di sicuro le più ricche, messi già in graticola e misteriosamente in viaggio per altri troni. Dovrebbero spiegarci perché Banchi potrebbe lasciare la Virtus per andare a Baskonia e quali sarebbero i motivi per far cambiare idea a Messina sul fatto che Milano è davvero l’ultimo porto nella sua gloriosa carriera.

Il bue che grida cornuto all’asino sta già scatenando i dietrologi che hanno la tenda fissa davanti alla Fiera bolognese e al Forum di Assago. L’unica verità dolorosa per le due finaliste e che la regina decapitata lascerà sul patibolo della finale anche tutto il resto perché potrebbero fare la fine del Barcellona che, come accadde soltanto nel 2017, Bartzokas regnante, ha chiuso la stagione senza prendersi niente come il Villeurbanne del confuso Parker. Per la verità la Virtus e Banchi hanno fatto subito l’amore in piazza appena Scariolo se ne è andato lasciandogli l’incombenza della supercoppa, mentre Messina non ha davvero mai brindato dopo aver perso con Napoli la finale di coppa Italia, mortificato in eurolega, come il garibaldino di Grosseto che comunque gli è arrivato davanti.

Mentre il calcio brinda e si tormenta perché Como e Venezia, due neopromosse in serie A, hanno stadi non proprio da massima serie, i lariani, infatti, giocheranno a Verona, il basket aspetta di capire se Trapani è davvero più forte della Fortitudo che ha perduto gara uno e anche Aradori, indeciso se tifare per la grande tradizione di Cantù, borgo magico con tante coppe e scudetti da accarezzare, o per la storia della Trieste che al basket e allo sport italiano ha dato campioni meravigliosi. Stiamo parlando della A2 ignorata da edicole in chiusura come al Washington Post.

Con questo dilemma ci si lascia proponendo pagelle al rosolio modificato:

• 10 Al PETRUCCI che, per far dimenticare come ha trattato il Sacchetti che aveva riportato il basket italiano ad una Olimpiade, ci ha assicurato un contratto garantito per Pozzecco anche se non dovesse superare le Termopili in Portorico, unica strada per arrivare a Parigi.

• 9 A BRESCIA e VENEZIA per lo stile che hanno mostrato accettando il duro verdetto del campo. Speriamo che i loro generali trovino società pronte a rinforzare il blocco che ha reso comunque difficile la vita alle regine.

• 8 A PARIGI perché la squadra di basket che ha già vinto una coppa e farà la finale per il titolo contro Montecarlo ci garantisce che non tutto finirà con i Giochi olimpici.

• 7 A SLOUKAS per averci perdonato quando ci siamo dimenticati di lui e della sua grandezza dopo la finale di coppa vinta con il Panathinaikos di ATAMAN che non sembra intenzionato a cambiare scenario e ponte magico anche se qualcuno pensa che potrebbe essere lui il dopo Messina nel caso in cui il presidente tecnico Ettorre suggerisca a Dell’Orco e ad Armani l’uomo che ha studiato in Italia e per primo ha scoperto il tesoro ormai sepolto di Siena.

• 6 A TRENTO per la calma mostrata quando ALVITI ha chiesto di poter andare a tirare altrove. Speriamo che invece riesca a trattenere BILIGHA come ha fatto con FORRAY.

• 5 A PETRUCCI per averci ricordato che con l’età si perde la memoria perché quando lui dice di ave avuto tanti avversari nelle corse per la presidenza del basket facciamo fatica a ricordarci il nome di un vero avversario, così come quella in questa corsa da anni bisesto.

• 4 Ai GIOCATORI delle finaliste che sono anche in scadenza di contratto se non dimostreranno ai gufi della Lapponia che un vero professionista, anche se mercenario, si batte fino in fondo per la casata che lo ha ingaggiato.

• 3 A BANCHI e MESSINA se dimenticheranno chi davvero, anche fra i loro amici più cari, ha cercato di metterli in difficoltà anticipando probabili campagne acquisti, mine che in spogliatoio hanno già fatto saltare sicuramente i nervi più fragili.

• 2 Agli ARBITRI se davvero si sono spaventati per la famosa lettera dove venivano invitati a ricordare che il basket è uno sport senza contatti. Un falso direbbe il grande fondatore che si inventò il gioco per non far oziare quelli del football, un falso direbbero tutti quelli che sanno bene come l’attacco faccia vendere i biglietti, ma è la difesa che conquista la gente e le vittorie.

• 1 Al PROGRAMMATORE TELEVISIVO che in queste giornate di giugno ruberà alla passione le immagini che uno dovrà registrare maledicendo la concomitanza degli orari.

0 Alla nuova CHAMPIONS del calcio, tantissime partite, una fiera meravigliosa ma costosa, se dovesse ispirare BODIROGA e l’EUROLEGA già confusa dall’ingresso dei “campioni” di DOHA nel mondo magico del basket a Est di Bruxelles.

 

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