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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Duribanchi / A pensare male si fa peccato, ma ...

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Martedì 28 Maggio 2024


giustizia 


Authority? Potrebbe essere una svolta, specie per il mondo del calcio, incapace di governarsi e di dotarsi di regole decenti. A cominciare dalla riforma dei campionati o della giustizia sportiva. Ma tutto dipenderà dalla reale indipendenza.

Andrea Bosco

Lo sport ha regalato tante cose nel fine settimana. La vittoria (finalmente) della Ferrari a Montecarlo con lo Leclerc. La vittoria di Bagnaia in Spagna. Ha retrocesso crudelmente il Frosinone e ha escluso il Napoli, che due stagioni fa aveva vinto lo scudetto, da ogni competizione europea. E senza aver avuto un Chinè alla terga a segare la classifica a campionato in corso.

Chiné, procuratore federale, che in Senato ha voluto stravincere, spiegando che lui le inchieste può farle solo quando le “chiudono“ le procure competenti. Che quella di Torino che ha massacrato la Juventus è stata “brava o fortunata”. E che non è colpa sua se a Roma e a Napoli, a Milano e a Genova non sono stati “né bravi, né fortunati“. E visto che lui il procuratore federale lo fa per hobby e non percepisce per farlo un euro, nessuno deve dubitare della sua correttezza. Non ho mai capito quelli che invece di “giocare“ aspirano a fare gli arbitri. Esercitando un potere abnorme, senza mai rispondere del proprio operato. Sapete dove collocava De Andrè il cuore di un giudice: uno di quelli che il poeta faceva “dormire“ sulla collina?


SFORZO – Un piccolo sforzo, please. Io che stravedo per la Reyer femminile, non amo quella maschile. Non amo né l'allenatore, né i giocatori, né chi fa il mercato. E sono del parere che chi va sotto di venti punti prima di cominciare a giocare, non debba recriminare se poi perde le partite con chi, tra l'altro, è oggettivamente più forte. Ma mi chiedo: se per due volte consecutive, a dieci secondi del termine, avanti nel punteggio e con la palla in mano ti fischiano consecutivamente due falli di sfondamento che ti fanno perdere le gare, hai il diritto di pensare male alla maniera di Andreotti?

Chiedo, sommessamente: ma a squadre invertite, due falli simili gli arbitri li avrebbero fischiato contro la Virtus? E soprattutto avrebbero fischiato un fallo discutibile nell'azione successiva a favore di Cordinier, recapitandogli graziosamente due tiri liberi decisivi? Il tifo non c'entra. Io della Reyer maschile che da anni sbaglia tutto, persino il magazziniere, farei piazza pulita. Ma non credo che la mia domanda illecita. Con la Virtus avanti di un punto a dieci secondi dalla fine, i signori arbitri avrebbero fischiato due falli di sfondamento ai suoi danni? I falli di sfondamento sono la cosa più complicata da sanzionare. Perché chi li subisce non è mai “completamente“ fermo: mai.

Il basket piange Bill Walton scomparso a 71 anni per il solito male incurabile. Leggenda di UCLA del leggendario John Wooden, il sesto uomo più forte della storia del basket fece le fortune di Portland nel 1977 e di Boston nel 1986. Mi rivelò Cesare Rubini di aver tentato di portarlo in Italia quando era universitario. Non so se fosse vero. Ogni tanto al Principe piaceva stupire l'interlocutore. Ma forse per Walton ci aveva provato davvero. Walton era un grande difensore. E quello piaceva a Rubini, che come primo straniero nel 1965, alla riapertura delle frontiere, prese Thoren, un centro che sapeva anche segnare ma che soprattutto, come pochi, sapeva difendere.    

Mentre ci si arrovella sulla nuova panchina di Conte, su quella di Thiago Motta, su quella del, congedato, gentiluomo Pioli, su quella di Palladino e Italiano, su quella di De Zerbi, fenomeno in Premier, snobbato in Italia, la notizia è che Giampiero Gasperini resterà a Bergamo. E dopo quanto fatto vedere in questa stagione, personalmente gli auguro, la prossima, di vincere lo scudetto. Se lo merita lui, lo merita la squadra, lo merita la società, lo merita Bergamo.

ABODI – Infine, l'Authority (che palle queste parole inglesi) governativa si farà, così come la vuole Abodi che non ha recepito il grido di dolore di Gravina e del mondo del calcio. E neppure le indicazioni di Malagò, presidente del CONI. Ora Gravina è nelle canne. Perché FIFA e UEFA sono contrarie al fatto che sia il governo (con una autorità indipendente) a controllare i conti dei club come la Covisoc (nominata da Gravina) per anni non ha fatto. E visto che Gravina per riconoscenza (una vicepresidenza UEFA) è costretto a cambiare ogni sera il pannolone a Ceferin è in grande difficoltà. I nodi stanno venendo al pettine. Ora la Federazione non punirà più le società che hanno aderito alla Superlega (e le minacce del passato?) visto che anche il Tribunale di Madrid ha dato ragione a chi la Superlega – giusta o sbagliata sia – vuole farla. E' l'UEFA ad essere prepotente e ”dominante“ hanno affermato quei giudici.

Come sarà strutturata l'Autorità di Abodi? Avrà un presidente e sei elementi di nomina governativa (tra Ministero dello Sport e del MEF). Due componenti saranno il presidente dell'Inps e dell'Agenzia delle Entrate. Mentre le federazioni (vale anche per il basket) indicheranno due nomi. Inoltre la norma che entrerà in vigore prevede che entro il 30 aprile (quindi a campionato in corso) siano depositate le iscrizioni dei vari club.

Ancora: i presidenti federali che si candidano oltre il terzo mandato dovranno ottenere due terzi dei voti. Ma in caso di mancata elezione resteranno in carica fino a nuove votazioni, alle quali però non potranno candidarsi. Ergo non ci sarà più il “classico” commissariamento da parte del CONI. Tutto bene? Vedremo. Potrebbe essere una svolta, specie per il mondo del calcio, incapace di governarsi e di dotarsi di regole decenti. A cominciare dalla riforma dei campionati o di quella relativa alla giustizia sportiva. Ma tutto dipenderà dalla reale indipendenza dell'Authority.

FIGLIE E FIGLI – Se mai qualche politico “impasticcato“ dal tifo volesse metterci becco o qualche potente volesse imporre qualche ”figlio o nipote di ...“ sarebbe una illusione sperare in una Autorità veramente indipendente. Il problema è che “figli, figlie e nipoti di ... “ sono stati già piazzati, senza alcun pudore, nel mondo dello sport. Una volta finito il loro mandato faranno un concorso per poter lavorare? None: siamo nel paese dell'amichettismo (di sinistra come di destra) dove i rampolli di padri illustri (e potenti) li assumono in qualche società. Illustre e potente, ovviamente, illustre e potente. Spiegava quel genio di Marcello Marchesi: “ La legge è eguale per tutti: basta essere raccomandati“.

 

 

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