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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Per un po' d'aria fresca, citofonare Pogadar

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Lunedì 27 Maggio 2024

pogacar-giro24

Un giro di chiglia in mondi sportivi che inseguono la storia studiando davvero, augurandosi di avervi ingannato abbastanza per non parlare del basket in gramaglie che cerca di volare alto con nuove divise e teme l'infermeria di Azzurra.

Oscar Eleni

Nel reparto squilibrati dello Utah, davanti alla scogliera di arenaria nel parco di Capitol Hill, cercando un citofono per chiamare Tadej Pogacar, obbligandolo a spiegare cosa mangiano e cosa bevono in Slovenia. Qualche segreto devono averlo se pensiamo che una Nazione così piccola ci regala campioni in quasi tutti gli sport, come direbbe il cestista Doncic che tenta di portare Dallas nelle finali NBA, come potrebbe confermare il nuovo dolcissimo cannibale del ciclismo, come ci ha spiegato mille volte Sergio Tavcar nelle sue telecronache, con i suoi libri.

Citofonare Slovenia proprio nel giorno in cui l’Italia dei motori s’è desta applaudendo Bagnaia ma, soprattutto, la Ferrari che ha preso a calci, per una volta, il cinghiale della Red Bull, oscurando le medaglie delle farfalle tornate a volare con la Maccarani nella ritmica della regina Raffaeli? Beh, lasciateci litigare davanti alle poche edicole rimaste scoprendo che l’invasione al petrodollaro nel grande calcio, tutto questo cincischiare nella speranza che Spalletti nasconda i peccati del sistema con la sua Nazionale, non ci ruberà le probabili emozioni promesse da una giovane squadra di atletica pronta per l’Europeo romano.

Da Fabbri a Furlani, da Simonelli alla Iapichino, un plotone d’assalto che si presenta avendo battuto tanti primati nazionali come direbbe Crippa, ma che è prontissimo a difendere i capitani, nella speranza che Jacobs e Tamberi stiano bene e che Tortu ritrovi sulla curva dei 200 quello che lo ispira nella staffetta.

Un giro di chiglia in mondi sportivi che inseguono la storia studiando davvero, come direbbero nel geniale Domenicale campaniano, augurandosi di avervi ingannato abbastanza per non parlare del basket in gramaglie che cerca di volare alto con nuove divise e intanto scopre che l’infermeria di Azzurra è sempre più affollata dovendo far spazio a Fontecchio, mentre non si trova più una sedia libera nel salotto dello psicanalista-commercialista che prova a convincere veterani appesantiti dall’età a sacrificarsi per Azzurra invidiando la pallavolo che con Velasco e De Giorgi sembra pronta per una bella Olimpiade, giochi senza frontiere, con troppe frontiere chiuse per guerra, altro che pace olimpica gridano gli Stolti del momento felici di guadagnare ancora su armi e funerali.

Purtroppo il basket e la sua Nazionale sembrano lontani da Parigi senza avere il permesso di fingersi indifferenti come i calciatori o, magari, i tennisti che adesso, invece, considerano i Giochi anche più importanti di un grande Slam. Potere dei manipolatori d’immagine che sanno come vendere.

Basket dei tapini che si fingono giganti e infatti nel giorno della finale di una Eurolega che vale tanto, con 19 mila spettatori sulle tribune a Berlino, una festa che interessa davvero e si vende alla grande, in una domenica dove qualsiasi ora andrebbe bene per avere pubblico, questo lilliput basket italiano mette alla stessa ora gara due di una semifinale scudetto fra Virtus Bologna e Reyer Venezia. Daranno la colpa a DMAX che voleva quell’ora per la sua diretta, si difenderanno spiegando che i giocatori di Bologna e Venezia erano stati avvertiti: giocate sereni, ma appena potete fingete di aver dimenticato il ruolo in commedia.

Voi Virtussini, sul più 22, recitate come se aveste smarrito l’idea che si vince giocando da vera squadra secondo la legge Banchi, come quando vi siete fatti portare ai supplementari dopo il più 20 in gara uno, mentre voi reyerini, pur avendo voglia di mandare al diavolo uno come Wiltjer, provate a scavalcare la paura, dimenticando cosa costa giocare in trasferta senza il pivot che avrebbe dovuto salvarvi, riaprite i giochi così la gente si diverte.

Sono settimane che al convegno di psicologia fra i campi di lavanda in Provenza ci si domanda cosa succede in tanti sport se un Milan ai saluti dopo aver segnato tre gol si fa riprendere, se alla Juventus sembrano liberi di giocare persino a calcio, se le feste interiste hanno spalancato le porte e la porta che sembravano inespugnabili. Sono giorno in cui i maestri cantori del basket, ad esempio, non sanno spiegare perché per venti minuti una squadra, allenatore in testa, merita baci e abbracci e poi, all’improvviso, i fenomeni diventano gli altri.

A Messina e Banchi è andata comunque bene, ma non così all’allenatore del Real Madrid che cercava di replicare la vittoria dell’anno scorso, che aveva un bel vantaggio sul Panathinaikos del diabolico Ataman e stava convincendo Florentino Perez, già felice per la vittoria dei ragazzi della Real Casa nel torneo per le nuove generazioni organizzato a Berlino dall’Eurolega, illudendolo che anche questo sarà un anno Real se Ancelotti rivincerà la coppa campioni.

Cosa passerà nella testa di certi giocatori? Sarà per questo che adesso molte società oltre a svenarsi per costose “squadre” al seguito di allenatori importanti devono pagare anche chi lavora sulla mente di multi milionari, di campioni a cui bisogna ricordare pure che a tavola non tutti vincono se sgarrano come potrebbe testimoniare Manila Esposito prodigio della nostra ginnastica. Mondo dello sport che finalmente ha scoperto altri mondi anche se poi chi non osa mai, chi non lavora sul serio, davanti al Barcellona che ha preso un ragazzone di 2 metri 08 centimetri nato in Burkina Faso, sogghigna negando che Mohammed Dabong sia nato davvero nel 2011 e possa già fare la differenza in campo contro i diciassettenni.

Per fortuna non tutti la pensano così e adesso non si squittisce più se ai campionati giovanili di molti sport fra i vincitori scopriamo ragazzi che, pur nati o cresciuti in Italia, figli di gente fuggita da orrori cominciando dalla povertà, hanno avuto il passaporto dopo anni di attesa.

Lampo blu delle nostre brame dicci chi merita adesso le buone e cattive pagelle nel reame dove si sta bene anche sentendosi dimenticati, felici di non doversi dispiacere per aver scelto altri rispetto a quelli che la Lega del basket, ad esempio, ha scelto per questa stagione.

• 10 Alla REYER anche nella domenica dove la prima squadra ha mancato la rimonta da meno 22 nella seconda partita con la Virtus e gli under 17 sono stati battuti i finale dagli Orange di Bassano del Grappa, perché in settimana l’organizzazione del vulcano Brugnaro, sindaco, ma non soltanto di Venezia, aveva conquistato la semifinale del basket, lo scudetto con la femminile e due titoli giovanili fra ragazze e ragazzi. Come si dice se non basta provateci voi.

• 9 Ad Ergin ATAMAN che forse facevamo bene a tenere in Italia come giuravano quelli di Siena, un navigatore nel mondo dei canestri che dopo la doppietta con l’Efes ha dato gioia al popolo del Panathinaikos anche se restiamo sempre perplessi davanti ai tifosi ateniesi e ai loro dirigenti.

• 8 A Dejan BODIROGA grande sul campo e ora grandissimo anche come dirigente insieme a MOTIEJUNAS per una Eurolega che se davvero farà pace con la FIBA e le FEDERAZIONI verrà ricordato per il rivoluzionario più amato dal basket che già gli doveva molto come giocatore. Nella speranza di poter dire presto le stesse cose sul DATOME che PETRUCCI sta lanciando al vertice.

• 7 Ai VETERANI del REAL MADRID, RODRIGUEZ in testa, che dopo la delusione di Berlino, la rimonta subita in una finale che dopo 10’ sembrava già conquistata, hanno salutato avversari e tifosi con lo stile che dovrebbero avere sempre i campioni dello sport.

• 6 A FORTITUDO e CANTU se nelle semifinali del campionato di A2 non pretenderanno di essere trattate in maniera diversa dalla favorita TRAPANI e dalla sorprendente TRIESTE. Bel finale per un campionato che permette alla RAI di stare anche sul basket offrendo un microfono al DEPOL che fa bene il suo mestiere, guardia scelta come quando giocava.

• 5 Ai PRESIDENTI agitati che vediamo nelle semifinali del basket. State buoni se potete e prima di vedere il sesto uomo nella squadra avversaria, tipo un arbitro, guardatevi un po’ intorno e in casa vostra.

• 4 All’EUROLEGA che a Berlino ha organizzato davvero bene ma si è fatta sorprendere da quella che chiameremmo esuberanza delinquenziale dei soliti noti. Certo le polizie locali, dopo i lutti in certi stadi o palazzi, dovrebbero aiutare un po’ meglio.

• 3 Ai giocatori della VIRTUS che nelle prime due partite di semifinale contro Venezia si sono fatti rimontare 20 e 22 punti. Smettere di giocare o giocare così con i sentimenti dei tifosi e dell’allenatore è davvero crudele come avrebbe detto Messina dopo essere stato quasi rimontato in gara uno da Brescia.

• 2 Ai campioni della NBA che fingono di non poter essere alle OLIMPIADI per motivi fisici e non per la paura di sfigurare davanti alle stelle vere che invece porteranno gli STATI UNITI.

• 1 A POZZECCO se dovesse essere spaventato visto come giocano certi probabili azzurri. Lui ha sempre avuto la forza e la fantasia per dimostrare che se sei troppo piccolo il basket ti può regalare scudetti e medaglie olimpiche.

• 0 Alla LEGA basket che abbiamo applaudito per aver dedicato ai grandi campioni del passato, da GAMBA a MENEGHIN, i premi per la stagione 2024, per la grandinata, odiosa come il tempo di questo mese di maggio nella domenica della finale di Eurolega a Berlino ha permesso una diretta televisiva su gara 2 da Bologna quasi alla stessa ora. Provincialismo, lo stesso mostrato da giornali che non hanno pubblicato neppure il tabellino.

 

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