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Duribanchi / La serata magica delle ragazze della Reyer

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Giovedì 23 Maggio 2024

 

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Conquistato col terzo scudetto il rango di migliore squadra del basket femminile, ora le veneziane dovranno farsi valere in Eurolega. Con un impianto valido da rafforzare attorno alle gemelle Villa, e non soltanto.

Andrea Bosco

Percorso netto. La Reyer delle ragazze di Andrea Mazzon si aggiudica lo scudetto, il terzo della sua storia, vincendo tutte le gare dei playoff e coronando il sogno sbancando la roccaforte di Schio, la squadra che ha dominato per 15 stagioni (con 12 titoli) il basket femminile italiano. Uno scudetto meritato, costruito con capacità, pazienza e determinazione da Mazzon supportato da una società che dal patron Brugnaro al presidente Casarin ha creduto nel basket delle ragazze.

Trovando le giuste strategie per portare il pubblico al Taliercio. Nell'ultima gara interna (contro Schio) erano oltre 3000 gli spettatori, con il palazzetto sold out. Le ragazze piacciono. Piace la loro grinta, il loro spirito di sacrificio, piace il loro talento, piace la loro disponibilità a fine gara nei confronti delle ragazzine e dei ragazzini. Piace si dispongano per un selfie anche con qualche “matusa“ che non ha dimenticato i tempi “eroici“ quando le ragazze di esibivano per pochi intimi.

Un mio vecchio amico mi ha mandato una foto che lo ritrae assieme a Nicolodi, che non è la migliore sul parquet ma certamente è la più avvenente. Ha vinto la Reyer, perché oggi la Reyer è la migliore squadra italiana. In stagione in Italia ha perso solo tre gare in campionato. Ha vinto la Reyer perché gioca un basket che si avvicina a quello degli uomini. E ha vinto perché più di qualsiasi altra società è riuscita ad alzare l'asticella della competitività. Grazie a Schio, che come ha riconosciuto Mazzon, ha saputo dare stimoli, nel corso degli anni, a tutto il movimento, per un crescendo che è risultato salutare. In fondo è stato magico vedere le ex Bestagno e Penna e la ex di lungo corso Giorgia Sottana impegnarsi fino alla fine per allungare la serie. Ma la Reyer da tempo era in “missione”. Superata a un minuto dalla fine nel punteggio, ha reagito difendendo, recuperando e alla fine vincendo.

Ha vinto la Reyer grazie alla serata magica di Kuier, la nordica di origine africana dalle sterminate gambe, ala di 1.96 che si fa valere sotto canestro ma che tira anche divinamente da tre punti. Mvp di serata con 24 sul tabellino è stata l'architrave su cui la Reyer ha costruito la sua vittoria. Ma con Kuier ci sono state le italiane: Fassina, in gran spolvero la capitana Pan attesa per una stagione dopo il grave infortunio, la solida Cubay, reduce da un recente infortunio alla mano, in una serata nella quale l'americana Shepard ha limitato il fatturato, catturando peraltro 8 rimbalzi, mentre la giocoliera francese Berkani ha estratto dal cilindro i consueti numeri da Harlem Globe Trotters.

E poi c'è lei, Matilde Villa, la ragazzina che a 19 anni ha avuto il miglior impatto di sempre nei play off. Affidabile come un fido in banca: una che non tradisce. Mazzon l'ha molto migliorata, convincendola a fare il playmaker. Perché Matilde – che a meno di 16 anni ne mise 36 una domenica contro Sassari –, è una che venti punti a gara è in grado di farli contro chiunque. Spinge la palla come faceva Massimo Villetti, stella dell'Ignis Varese che, successivamente, infiammava la Misericordia quando indossò la maglia oro-granata. Ha un primo passo verso il ferro Matilde, simile a quello di Pierlo Marzorati. Oggi ha messo anche un buon tiro dalla distanza, suo ex tallone d'Achille.

Si allena duramente per migliorare quel fondamentale, visto che il suo idolo è Stephen Curry. Dopo l'exploit contro Sassari mi misi in macchina verso Costa Masnaga dove giocava. Un mio amico mi aveva detto: “diventerà più forte di Rosy Bozzolo“. E mi sembrò una valutazione abnorme visto che io Rosy Bozzolo (assieme a Mabel Bocchi e a quel fantastico GEAS) l'ho vista giocare e assicuro: era uno spettacolo. Ma sul campo di allenamento mi innamoro di questa bambina che ha un feeling straordinario con il pallone. Matilde ha “il dono“: non le serve vedere il canestro per metterla dentro. Sa dov'è anche senza vederlo. La seguono Ranieri e Rossi e hanno fatto un ottimo lavoro. Con lei e con la gemella Eleonora. Che è un centimetro più alta lei (1.73), che è davvero brava a fare le cose che una guardia deve fare.

Ma che non è Matilde. Alla quale gli dei del basket hanno concesso un talento smisurato e quel faccino da Pippi Calzelunghe che l'hanno fatta diventare una beniamina ovunque abbia giocato. Oggi è in Nazionale, anzi è il futuro della Nazionale, probabilmente più di quanto non lo sia Cecilia Zandalasini. Al terzo giro del draft è stata chiamata in WNBA. Per lei la stagione non è ancora finita. Negli USA sta giocando (bene) al college anche la gemella Eleonora. Alla quale è stata offerta una borsa di studio per trasferirsi. Eleonora ha accettato: perché voleva fare una esperienza di vita. E perché forse era stufa di sentirsi dire: “Brava, veramente brava, però Matilde...“. Le gemelle sono legatissime, come capita ai gemelli. Sul campo avevano una sorta di radar nel cercarsi.

La prossima stagione la Reyer disputerà l'Eurolega e inevitabilmente dovrà rinforzarsi. Le servirà una americanona con chili e punti nelle mani come la Howard con la quale vinse lo scudetto del 2021. Non so quali siano i programmi di Eleonora, ma dovesse Brugnaro convincerla a trasferirsi a Venezia, le gemelle Villa, certamente, assieme, non deluderebbero. Non avrà bisogno di molto altro la Reyer: non dico per vincere la Coppa dove recitano squadre dal roster poderoso e dal budget stellare. Ma almeno per competere, questo sì. L'impianto è solidissimo. E la prossima stagione Santucci, vera scienziata del parquet, sarà disponibile dopo essere stata ai box per tutta la stagione causa incidente rimediato nel torneo di 3 contro 3. Una Villa che si ritagliasse minuti tra le professioniste, sarebbe un biglietto da visita eccellente per la Reyer. Venezia è unica al mondo. E giocare nella squadra di Matilde potrebbe essere attrattivo per molte giocatrici.

La cosa fantastica è come la Reyer abbia saputo coniugare la mission legata al sociale, con i risultati sportivi, creando un legame fortissimo con il pubblico: le vittorie certamente aiutano. Ma il popolo della Reyer ha letteralmente adottato le ragazze di Mazzon. Un popolo che ora attende che in prima squadra arrivi Emma D'Este del rione di Castello, veneziana doc di 1.96 con i piedi veloci e una discreta mano, già vista in precampionato. Alcune delle ragazze che hanno vinto lo scudetto, probabilmente verranno congedate. E' la dura legge dello sport. Ma tutte, comunque, resteranno nel cuore di chi per una stagione le ha applaudite fino a vederle incoronate regine.

La cosa “non fantastica“ è stato il trattamento dei principali media che della impresa della Reyer non hanno parlato. Ma se il Currierun (come lo chiama l'Orso) mette una breve per dar notizia delle semifinali del basket maschile, non stupisce abbia snobbato quello femminile. Ogni giorno i media ci recapitano lezioni su come le donne vengano considerate “meno“ degli uomini, in ogni settore della vita. Salvo dimenticarsene quando serve. Come recita il menestrello sulla “gente che dà buoni consigli“? Ecco, accade proprio come canta Fabrizio De Andrè .

 

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