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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Che almeno si incontrino Sole ed Urano

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Lunedì 13 Maggio 2024

 

basket-eleni 


Un po’ come chi guarda con disperazione troppe edicole chiuse e si domanda perché i giornali vendono sempre meno. Confuso trovando tanto interesse per feste sportive dove una borraccia merita più spazio dello sport senza inganni (o quasi).

Oscar Eleni

Incatenato fra i pianeti cercando di far ragionare almeno il Sole ed Urano destinati ad incontrarsi controvoglia. Nell’anno bisesto succede di tutto, si rinasce o si rimuore, anno olimpico che ci porterà doni e sventure, nella speranza che non siano le bombe a dare il ritmo nella cerimonia d’apertura sulla Senna, la vera grande novità, stare fuori dallo stadio e dare a più persone il piacere di guardare ed applaudire.

Una finzione per far credere che davvero si pensa alla gente, alla democrazia, alla pace, quando invece sentiamo che la produzione di armi arricchisce i soliti noti, che la salute gestita dai privati crea imperi e scale per avere giornali, posti privilegiati nei parlamenti, grano a profusione soprattutto per chi andrà al parlamento europeo dove dicono si possa guadagnare tanto facendo nulla, fingendo di sostituire bene chi si è fatto eleggere sapendo che non sarebbe mai andato a Bruxelles.

Il vuoto intorno a noi – come dice Elio nella splendida intervista di Veltroni sul Curierun –, parlando di musica senza inganni, del mondo che finge di aiutare e poi si siede da un’altra parte se una famiglia, una persona, hanno problemi che meriterebbero il vero impegno invece di sentir strimpellare organetti che suonano sempre la stessa musica

Un po’ come il coro di chi guarda con disperazione troppe edicole chiuse e si domanda perché i giornali vendono sempre meno, cominciando magari da quelli “sportivi”. Siamo confusi trovando tanto interesse per feste sportive dove fa più notizia una borraccia che cade – “per caso?” – sulla testa del Djokovic poi eliminato di un torneo rimasto senza campioni e senza italiani. Certo sapranno spiegarci perché il ritiro, o la fuga, della Giorgi, debiti o cosa?, meriti più spazio dell’agonismo vero, dello sport senza inganni o quasi.

Parole al vento, vuoi mettere la caccia di Milan e Napoli al nuovo allenatore. A proposito il martirio per un Pioli che dovrebbe arrivare secondo nel campionato dominato dall’Inter spiega tutto, ma perché stupirsi direbbero Ancelotti, Spalletti, Gasperini che nel loro viaggio verso la beatificazione sono passati nell’inferno dove chi ha dobloni pensa di poter fare e dire di tutto. L’esempio Napoli non sembra interessare a nessuno e forse ci sarà un allenatore che ancora darà il suo aiuto a DDL.

Senza fermarsi a ragionare sulla mischia emotiva che avremo in atletica per un campionato Europeo a Roma che precede di poco l’Olimpiade, sapendo cosa si dovrebbe privilegiare, ma con la certezza di vedere stravolto tutto, anche se ci sarà felicità vedendo che in Europa si può fare meglio che davanti al mondo.

Giornate che sembrano calde, ma restano scivolose, soprattutto se arriva la grandine. Sul basket ai play off avevamo scritto, ma poi ci hanno messo un primo chiodo sulla bara del pensiero preferendo il messaggio con programma e partite, nascondendo quel pianto sull’Europa matrigna che aveva respinto le nostre società, quella denuncia sulla candeggina versata per farci credere che davvero chi governa federazione, lega, società, sono alleati per il bene comune, inermi davanti a vivai prosciugati, conniventi con formule che al momento distruggono invece di costruire.

Sul basket che smazza fra le otto migliori, come sempre, torneremo a ragionare quando avremo le semifinaliste, ma di sicuro non si può restare insensibili davanti ai primi verdetti e allora chiamiamo tutti gli allenatori della mente, i più ricercati, i più bravi, per spiegare, ad esempio come dal più venti si possa essere raggiunti, come dopo un primo quarto luccicante si diventa pulviscolo del Forum notando più il Napier che uscendo dal campo si dà un cinque da solo che tutto il resto, scoprendo che il giocatore è proprio quello, felice con se stesso e pazienza se dovrebbe essere l’uomo che apparecchia la tavola per i compagni. Certo con quelli che gli hanno messo di fianco si fa una certa fatica a capire.

Play off per stordirci, ma per fortuna c’è già chi pensa ai problemi veri, diciamo quelli della Nazionale. Dove quanti governano sono felici di poter mettere sulla maglia azzurra il marchio che dovrebbe farci volare alla faccia di chi pensa che la salvezza per chi vola davvero possa arrivare da altre organizzazioni non nazionali. Dove si tenta di ragionare, invece, si stanno preparando i marines per aiutare davvero Gianmarco Pozzecco che al raduno in Trentino vorrebbe gente non sfiduciata o denudata dal campo come si è visto per probabili azzurri all’inizio del play off.

Per fortuna ai basket morenti resta il piacere di avere cose da leggere su siti dove mettere insieme pranzo e cena è già difficile, ma dove la passione aiuta nella speranza che chi legge capisca. Viva allora il Domenicale campaniano dedicato proprio a Pozzecco che fa stare sulla spiaggia con tanti altri per salutare la nave Azzurra al varo come gli indigeni che non volevano vedere partire Titino Manfredi mentre il capoccia De Salvo Sordi con il ragioniere lo salutava dal bastimento che salpava l’ancora.

Sarebbe ora per le pagelle dicono su Urano bruciato dal sole, ma in tempo di play off i voti arriveranno alla fine dei quarti, anche se qualcosa va pure premiato o castigato.

• 10 All’ARMANI scandalosa di gara uno che si è nascosta dietro i grandi del passato, da Gamba a Kenney, passando per Cerella che ha chiuso la sua carriera a Treviglio, che ha mostrato le pudenda ad oltre 9000 persone e non è stata neppure fischiata perché la gente sa capire e Spalletti come ospite bastava ed avanzava. A lui penseranno quando gli stessi incensatori di oggi si domanderanno perché anche il calcio regala ad Azzurra gente non di primissimo piano.

• 9 Al GALBIATI di Trento che, contrariamente a tanti ex Olimpia, ex giocatori di Messina, pur infilando una lama rovente nel cuoricino di Ettorre, ha pensato soltanto ad abbracciare colossi come il suo capitano Forray.

• 8 A COLDEBELLA e alla presidentessa di REGGIO EMILIA per aver costruito una società di grande qualità qualsiasi possa essere il risultato finale contro Venezia e i suoi spettri.

• 7 All’URANIA Milano, uscita bene dai play off di A2 dopo una dura battaglia con la Verona del RAMAGLI, perché sappiamo che CREMASCOLI la costruirò davvero una società che ripossa dare un derby serio a Milano. Campionato di A2 che dovrebbe essere l’orgoglio del sistema anche se non merita più di una breve per i famosi giornali sportivi.

• 6 Al BRIENZA di Pistoia se riuscirò a spiegarci come fa la sua squadra a rimontare e spesso a vincere anche da meno 20, cosa che stava accadere pure in gara uno a Brescia. Un mistero che pure i suoi colleghi e qualche allenatore della mente vorrebbe scoprire.

• 5 Alle paginone che ci ricordano la NAZIONALE, il CAMPIONATO, il raduno in TRENTINO, perché non è davvero questo che si aspettano i dimenticati della base, i sottopagati che portano al basket nuove generazioni. Spendete meglio le vostre poche risorse.

• 4 Alla LEGA che dopo aver avuto il grande regalo di solo dirette televisive per i play off, grazie a DMAX ed Eurosport, non è riuscita a convincere le società che sarebbe meglio diversificare gli orari di inizio, senza dover costringere i televedenti, quelli che danno share, a scegliere.

• 3 Alle INTERVISTE pre-gara che sono anche più banali dei commenti dopo le partite. Vale per il basket e tutti gli altri sport. Vale per chi dovrebbe essere licenziato per proposta di aria fritta.

• 2 Agli ARBITRI che continuano a litigare mentre sui campi la gente che già li insultava adesso perde la pazienza e la serata al ristorante perché davanti alla revisione televisiva i cari “grigioni” passano anche sei, sette minuti.

• 1 Ad ARMANI e REYER che anche se passeranno i quarti di finale si porteranno dietro una prima partita giocata davvero senza cuore, senza testa.

• 0 All’EUROLEGA che ha confermato di voler giocare anche nella prossima stagione con lo stesso calendario massacrante. Loro dicono che la formula funziona, cosa testimoniata da incassi e affluenze di pubblico, ma come soluzione, per chi ha perso magari due o tre giocatori per infortunio, suggeriscono di spendere per avere rose più ampie. Diciamo che loro sono pronti al matrimonio più con la NBA che con la FIBA e le FEDERAZIONI. Una guerra in più che ci farà tanto male.

 

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